The Crossing1×03 Pax Americana

Arrivati al terzo episodio, la serie rallenta e rischia di impantanarsi su complotti e giochi di potere. Solo un paio di spunti tengono a galla questo episodio francamente deboluccio.

6.0

Dopo il buon pilot e dopo le emozioni suscitate dal secondo episodio, un terzo capitolo come questo lascia un po’ perplessi e sicuramente abbastanza delusi.
Non si torna a esplorare il futuro da cui provengono i rifugiati, non scopriamo niente riguardo al gruppo di Craig, non abbiamo grandi scene di azione come potevamo invece immaginarci. Non assistiamo nemmeno a passi in avanti della storia.
Niente di tutto questo.

Al campo Tamanowas la situazione è cristallizzata e non succede praticamente niente.
Thomas, dopo essere rimasto per un po’ in mano a Craig e dopo che alcuni commenti di quest’ultimo ci avevano fatto pensare a una rapida eliminazione di questa nuova infornata di cronoviaggiatori, viene facilmente comprato e rispedito al campo. Ora il suo compito è quello di tenere buoni tutti, raccontare menzogne sul radioso futuro che li aspetta e rimangiarsi le dichiarazioni su un precedente gruppo di viaggiatori.
Ovviamente il buon Caleb non se la beve e rimane molto dubbioso, fedele al suo ruolo autoimposto di portavoce dei rifugiati. Su di lui scopriamo anche qualcos’altro: il tatuaggio che porta sul polso lo identifica come appartenente al gruppo degli Alpha-Zulu, che sembrano essere combattenti, una delle resistenze feroci al dominio Apex.
Lo scopriamo quando un rifugiato, dopo avere approcciato Hannah, comincia a ricattarla minacciando di rivelare a tutti il suo passato di collaborazionista nella sua città di Metolius.

I piani del gruppo di Craig per i rifugiati appaiono molto nebulosi, e le sue azioni contraddicono il tono delle sue dichiarazioni iniziali

Inoltre, Craig intorbidisce le acque con la sua reazione alla notizia della presenza di una bambina affetta dal Mantle’s desease. Viste le dichiarazioni precedenti ci si sarebbe aspettato l’invio di una squadra specializzata per eliminarla, o almeno per portarla in quarantena altrove e sopprimerla lontano dagli occhi degli altri. Invece recluta una virologa, la dottoressa Forbin, affinché studi il virus e se possibile trovi una cura.
Potrebbe essere semplicemente il voler sfruttare l’occasione, ma vista la pericolosità del virus che ha debellato la resistenza umana nel futuro non pensiamo sia una decisione presa a cuor leggero, questa. Di sicuro non la più sicura.
Quindi almeno per ora i rifugiati non sembrano correre rischi: a quanto si evince, il piano è di tenerli al sicuro ma lontani da tutto e tutti perché non compromettano qualunque operazione il gruppo sta portando avanti.
La dottoressa ottiene dei risultati, ma non di nostro interesse: riassumendo, dopo un intero episodio, i federali sanno quello che noi già sapevamo. Di conseguenza, nessun avanzamento anche da questo punto di vista.

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Un’altra situazione abbastanza ferma è quella di Reece, almeno per quasi tutto l’episodio.
Braccata da una squadra di mercenari al servizio del braccio destro di Craig, l’uomo che si dichiarava felice di poter uccidere una Apex e che era anzi troppo tempo che non lo faceva, la donna si sbarazza con irrisoria facilità dei soldati e alla fine elimina pure il suo avversario più tosto.
Il tutto passando in un attimo da braccata, dissanguata e inerme a macchina da guerra quasi perfetta.
Quasi perché troviamo un punto debole degli Apex grande come una montagna e ,visto che i loro nemici ne sono a conoscenza, sembra che il loro unico vantaggio sugli umani, alla fine, sia dato dal virus.

Infine, a Port Canaan, lo sceriffo Jude decide di fare una cosa molto saggia: fregarsene altamente di tutto quanto.
Dimentica di aver tradito una superumana proveniente dal futuro e di averla quasi fatta arrestare, dimentica che questa superumana ferita e pericolosa è sfuggita a un assalto coordinato dei federali, dimentica i misteri di questi rifugiati e la pugnalata alla schiena ricevuta dagli agenti al servizio di Ren.
Dimentica tutto, insomma, si rimette il cappello da sceriffo locale e si prepara a passare una tranquilla giornata col figlio Oliver, giunto appositamente per stare con lui per un poco.
Per conquistare il bambino e fargli piacere la nuova città del padre, questi, invece di accompagnarlo a pescare, lo porta a divertirsi alla meravigliosa Harborfest, una sorta di incrocio tra festa paesana e fiera, con musica country, baracchini a tema ittico e junk food, oltre a farlo partecipare a un’attività obbligatoria per il padre, l’incontro delle forze dell’ordine con i bambini locali, che vengono premiati con manette e distintivi giocattolo.

I tradimenti a catena dello scorso episodio esigono il loro pagamento

Quando compare al commissariato Ren in cerca di aiuto, ormai consapevole che i suoi superiori le nascondono qualcosa e che hanno tradito la sua fiducia sulla segnalazione di Jude, lo sceriffo la ignora e la caccia, mosso da due validissime ragioni: vuole starne fuori per non mettere di nuovo in pericolo la sua famiglia e gli brucia il tradimento della fiducia che aveva riposto in lei.

Jude, però, non è stato l’unico a venire tradito e nel finale dell’episodio gli viene presentato il conto di quanto fatto, un conto che sicuramente lo spingerà a muoversi con decisione già dal prossimo episodio.
Resta da capire se lo porterà ad allearsi con Ren, magari per rapire Leah, o se tornerà a fare l’ostaggio come nel primo episodio, conducendo Reece al campo.
Comunque sia, si spera che ci siano azione e ritmo.

Finalmente si gioca sulle possibilità aperte dal viaggio nel tempo e queste possibilità hanno un nome: Marshall

L’altro elemento che lascia ben sperare è quanto succeede ad Hannah durante la sua breve fuga dal campo, cioè l’incontro con il misterioso (finora) Marshall. Era scontato, per quanto spesso fosse stato nominato, che questo ragazzo avrebbe avuto un ruolo nella storia: che però che la sua foto fosse nel pendente perso in mare da Hannah e che prima di viaggiare nel tempo avesse ricevuto indicazioni di cercare proprio lui, che avrebbe potuta aiutarla, apre nuove e intriganti ipotesi.
Qual’è il legame tra i due? Sono parenti, con lei che ne è una discendente? È parente di qualcun altro che si fida del suo antenato? Si creerà un rapporto tra loro? O, meglio ancora, il passato di Hannah nel futuro era già stato influenzato da questo incontro? Magari chi l’ha indirizzata lì è un discendente di Marshall (e di Hannah?) e nella famiglia si sono tramandati la consapevolezza di dover indirizzare, in una data ben precisa, la giovane Hannah tra le braccia di Marshall, nel passato?

Insomma, un episodio lento che è risultato abbastanza deludente, dopo il ritmo cui ci eravamo abituati con i precedenti due, ma che, malgrado questo suo (momentaneo?) stop, ha fornito un paio di spunti interessanti e il movente per tornare ad accelerare le cose già dalla prossima settimana.

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
6/10

In breve

Questo episodio rappresenta un’inaspettata battuta d’arresto nella serie. Molto lento, si salva solo per qualche spunto valido. Si spera sia servito semplicemente a preparare il terreno per gli eventi futuri.

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Porcamiseria

6

Questo episodio rappresenta un'inaspettata battuta d'arresto nella serie. Molto lento, si salva solo per qualche spunto valido. Si spera sia servito semplicemente a preparare il terreno per gli eventi futuri.

Storia 6 Tecnica 6 Emozione 6
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