The Crossing1×01 Pilot

Series Premiere Su una spiaggia dell'Oregon compaiono tantissimi corpi portati dal mare, alcuni di loro sono ancora in vita. Si tratta di rifugiati, in fuga dalla guerra... il problema è che dicono di essere anche americani, e di scappare da uno sterminio che avverrà nel futuro!

7.8

Quando si ha a che fare con una nuova serie fantascientifica a volte ci possono essere dei problemi con il tempo impiegato per arrivare al dunque, con degli avvii lenti per farci calare in un’atmosfera di normalità prima di passare all’evento straordinario.
In The Crossing, nuova serie prodotta dalla ABC, fortunatamente, il problema non si pone.
Nei primi dieci minuti del pilot infatti assistiamo all’evento alla base della serie, e otteniamo già l’informazione cardine di tutto lo show, quella sbandierata nel trailer e nella sinossi.

Siamo nella pacifica località costiera di Port Canaan, in Oregon. Una cittadina tranquilla e remota, nota per la pesca e per un po’ di turismo stagionale. Il posto ideale dove ricominciare, per il nuovo sceriffo Jude Ellis (Steve Zahn), che viene disturbato dalle sue lezioni di yoga per andare a dare un’occhiata sulla spiaggia.
Pare infatti che vi abbiano trovato un corpo, un poveraccio che sembra annegato. Niente di troppo anomalo per una cittadina costiera, anche se essendo fuori stagione turistica la cosa lascia un attimo perplessi.
Ma a essere veramente strano sarà lo scoprire molti altri corpi arenati sulla spiaggia, alcuni dei quali ancora vivi. E sopratutto, il notare che l’acqua è piena zeppa di corpi che galleggiano.

Per noi non è una grande sorpresa, dato che la prima inquadratura del pilot ci mostra proprio un numero impressionante di persone nell’oceano, parecchio sotto la superficie, quasi tutte all’apparenza morte.
Ma la povera gente di Port Canaan non lo poteva certo sapere, e anzi, trovandosi sulla costa del Pacifico non sono nemmeno abituati a cose di questo tipo.
Sul posto arrivano i federali, assieme ai soccorsi, per tirare tutti fuori dall’acqua e contare i superstiti: quarantasette persone sorpavvissute, un numero indefinito di morti.
E molte, moltissime domande.

Non ci sono stati naufragi né incidenti aerei nella zona.

Nessuno dei corpi indossa giubbotti salvagente.

Da dove arrivano allora?

Alle domande abbiamo subito risposta per mezzo dei superstiti, interrogati celermente dallo sceriffo e dall’agente federale Emma Ren (Sandrine Holt, già vista in House of Cards, The Returned, Homeland): sono rifugiati.
Arrivano in fuga da una guerra, da uno sterminio, da un olocausto. Si sono lasciati alle spalle tutto ciò che avevano, raccontano storie che riecheggiano le storie di chi, nel Mediterraneo, fugge dalle guerre cercando una vita migliore in Europa.
Ma sono americani, e affermano di provenire dal futuro.

Una volta espletate le formalità e catturata l’attenzione del pubblico, lo spettacolo può cominciare a entrare nel vivo.
Avremo lo scontro tra le autorità locali e i federali, ovviamente, e avremo la storia di questi rifugiati molto particolari, con i frammenti delle loro storie che riusciamo a mettere insieme e i frammenti di futuro che si portano dietro. E molto altro.

Questo pilot riesce a fornire spunti interessanti che fanno già capire qualcosa sulla direzione futura che prenderà la serie, con i diversi interessi che si andranno a contrapporre riguardo questi rifugiati e la loro provenienza. Quanto saranno creduti? Quanto verranno isolati, per prevenire problemi?

Un ruolo molto importante lo rivestirà ovviamente lo sceriffo Ellis, assieme alla misteriosa Reece (Natalie Martinez, già Linda Esquivel in Under the Dome), che probabilmente si troverà a destreggiarsi tra gli obblighi verso i suoi cittadini, gli scontri di competenze con i federali e l’agente Ren, la preoccupazione per i sopravvissuti e per la piccola Leah, l’interesse per la storia di Reece stessa. O il motivo per cui la donna si trova lì.
Lo stesso passato dello sceriffo sarà interessante, visto che pare molto più valido ed esperto di quanto non si richieda per il suo ruolo: chi è lui esattemente, e cosa faceva prima di arrivare a Port Canaan?

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Avremo poi molto tempo per valutare un punto potenzialmente critico di questa serie, uno dei suoi cardini: i viaggi temporali.
La tematica accomuna questa serie ad altri show attualmente in corso, per esempio 12 MonkeysTravellers, che hanno affrontato di petto la questione: in queste due serie, infatti, i viaggi nel tempo sono fatti in modo ben preciso e studiato, con il fine dichiarato di modificare eventi chiave del passato  allo scopo di scongiurare il verificarsi del futuro da cui provengono i viaggiatori. Nel primo, di volta in volta assistiamo alle indagini nel futuro in cerca di indizi su cosa modificare nel presente, nel secondo invece abbiamo il supercomputer che manda informazioni ai cronoviaggiatori spediti indietro nel tempo. Comunque è dato per scontato che se torni indietro nel tempo rischi di modificare pesantemente il futuro.

Qui invece abbiamo dei rifugiati in cerca di asilo. Come tutto ciò influenzerà il futuro? E siamo sicuri che siano tutti rifugiati, e che invece non ci siano persone con programmi propri nel numero dei sopravvissuti? O Apex?
Il pilot ci lascia con molte domande e con la voglia di poter vedere quanto prima il secondo episodio, e ciò dimsotra che l’obbiettivo è stato pienamente raggiunto.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.8/10

In breve

Un ottimo inizio per questa serie fantascientifica su viaggiatori temporali, e che almeno per ora pare voler affrontare la tematica da una prospettiva diversa dal solito.

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Porcamiseria

7.8

Un ottimo inizio per questa serie fantascientifica su viaggiatori temporali, e che almeno per ora pare voler affrontare la tematica da una prospettiva diversa dal solito.

Storia 8 Tecnica 7.5 Emozione 8
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