The AmericansThe Americans: Una famiglia in guerra fredda

Series Recap The Americans, ambientato a Washington nei primi anni ottanta durante la guerra fredda tra USA e URSS, racconta le gesta spionistiche di due agenti russi sotto copertura, che fingono di essere marito e moglie da 15 anni ed hanno due figli adolescenti. Il dilemma tra accettare l’americanizzazione e continuare ad essere fedeli alla missione è dietro l'angolo.

9.0

“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”, scriveva Tolstoj.

Questa volta la questione è un po’ particolare: la famiglia infelice che stiamo per conoscere non è quello che sembra. Questo potrebbe essere un soggetto non così originale: molte storie simili sono state già raccontate, il segreto inconfessabile di una famiglia apparentemente perfetta è un tema che ricorre. Cosa c’è di diverso nella famiglia Jennings, che vive in una piccola ed elegante casetta in un tranquillo sobborgo di Washington? C’è che siamo nei primi anni ottanta e Philip ed Elizabeth, i capofamiglia, sono in realtà spie russe sotto copertura. La loro missione, iniziata quindici anni prima, prevedeva di inserirsi nella società statunitense per poter operare come soldati oltre la linea nemica della guerra fredda tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America. Non si conoscevano, e dovevano fingere di essere marito e moglie. Hanno svolto così bene la loro missione che hanno messo al mondo due figli, Paige e Henry, che ovviamente non sanno nulla della vera identità dei loro genitori.

The Americans recensione

La prima stagione della serie, arrivata alla quinta, ci fa entrare nella vita della coppia, sia quella familiare sia quella “lavorativa”. Al servizio del Direttorato S, sezione speciale del KGB che coordina le spie sotto copertura, Philip ed Elizabeth devono compiere missioni sempre più pericolose per raccogliere informazioni utili all’avanzare strategico dell’U.R.S.S. nella guerra fredda. Le missioni assegnate sono spesso portate avanti grazie alla capacità dei due (magistralmente interpretati da Keri Russell e Matthew Rhys) di sedurre e conquistare il personaggio di turno che permetterà loro di accedere alle informazioni che cercano.

Questo aspetto è cruciale nella prima stagione e si svilupperà nelle successive: la coppia si ama davvero? È più forte il dovere verso la madre Russia o il sentimento che li lega? Oltre alla capacità di cambiare identità ad ogni missione, con una serie infinita di parrucchini e barbe finte da far impallidire l’alieno Roger di American Dad, i due hanno la stessa capacità di aderire alla loro missione?

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Elizabeth, che in realtà si chiama Nadezda, sembra la più dura e determinata, mentre Philip (vero nome Misha) comincia a nutrire dubbi in merito alla nefandezza dello stile di vita americano. Dubbi che sembrano complicare non poco l’efficacia delle loro missioni. Inoltre in famiglia i due figli quasi adolescenti sono pienamente inseriti nella cultura degli Stati Uniti d’America: edonista e commerciale, volta al successo personale e individuale, cosa che non facilita la vita ai nostri due protagonisti. Per di più Paige, la figlia più grande, sta sviluppando un forte senso etico religioso che trova spazio nella adesione alle attività anche politiche della chiesa della zona, guidata dal pastore Tim e da sua moglie, ferventi pacifisti. A metter il carico più pesante arrivano i nuovi vicini di casa: marito e moglie e un figlio adolescente. Perfetti, se non fosse che il vicino è Stan Beeman (Noah Emmerich) e lavora all’FBI, proprio sulle tracce delle spie russe del Direttorato “S”.

La storia si dipana tra questi poli, intrecciando l’apparente vita familiare e lavorativa di Philip ed Elizabeth con gli obiettivi del KGB e i progressi del controspionaggio americano. Molti minuti di ogni puntata descrivono il lavoro e le trame della “rezidentura”, sede dell’ambasciata Russa a Washington e quelle parti della storia sono recitate in Russo con i sottotitoli. Questo rende molto affascinante e realistica la ricostruzione del periodo e degli ambienti e ci dice anche qualcosa del coraggio dei produttori che osano confezionare un prodotto che in Italia sarebbe definito “troppo difficile” e dal sicuro effetto allontana-pubblico.

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The Americans è stato lodato dalla critica e premiato con numerosi premi come miglior show fin dal suo esordio nel 2013, forse anche per questa scelta autorale e per la verosimiglianza con cui descrive gli anni ottanta, senza mai scadere nella caricatura.

Una delle cose più interessanti dello show è la descrizione della vita di coppia e familiare, che dovrebbe essere una farsa, una finta, una copertura ma che sempre più diventa reale e potente, complice l’educazione dei figli adolescenti e i sentimenti di vero amore tra i due protagonisti. Non è difficile immedesimarsi nei turbamenti di Philip consapevole che la “moglie” sia in una camera d’albergo con la “vittima” di turno facendo sfoggio di tutte le sue arti erotiche per raggiungere lo scopo. Conosciamo fino in fondo i sentimenti del partner nei nostri confronti? Sarà sincero, sarà sincera o starà fingendo? Anche Elizabeth-Nadezda dovrà fare i conti con la frustrazione quando Philip sposerà, nei panni di una delle sue false identità, Martha, la segretaria del capo della squadra dell’FBI che dà la caccia agli agenti russi. Una potenziale alleata che lavora nel controspionaggio e che non sa della reale identità di lui, un personaggio malinconico che ci conquista con la sua dolcezza e ingenuità.

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I personaggi secondari, come Stan e Martha, rendono realistica la storia e tratteggiano racconti che si intrecciano a quello principale, sia dal versante americano, che da quello russo. Saremo completamente conquistati dalla fascinosa Nina Sergeevna Krilova, bellissima dipendente della ambasciata russa, che diventerà informatrice di Stan, sfidando il grande pericolo di venire scoperta e finire giustiziata come traditrice. Nina si innamorerà di lui, forse, ma sicuramente farà innamorare Stan di sé, sfoderando tenerezza e dolcezza insieme ad una determinazione a sfuggire dallo stile di vita russo, comunista, descritto sempre come cupo, povero e claustrofobico.

Nell’ultima stagione andata in onda, parte della storia si sposta a Mosca, una Mosca tetra e sempre grigia, in cui tutti vestono nelle mille sfumature del marrone. Anche i ricordi d’infanzia dei due protagonisti sono sempre mostrati con un filtro fotografico blu o grigio, sia quando descrivono la miseria siberiana in cui è cresciuto Philip sia quando raccontano l’addestramento militare alla Nikita a cui è stata sottoposta Elizabeth. Nel procedere della storia l’ambivalenza dei rapporti tra coniugi e la dedizione alla missione si arricchisce del rapporto con i figli. Paige viene messa a conoscenza della vera identità dei genitori, con la grossa crisi che ne consegue, mentre il figlio più piccolo si estranea sempre di più da due genitori assenti la maggior parte del tempo per sviluppare un forte attaccamento con il vicino Stan. Su questo sfondo assistiamo ad una missione in cui i nostri due spioni devono entrare nelle grazie di una famiglia di dissidenti russi, rifugiati a Washington, dove stanno lavorando per il governo USA. Per questo fingono di essere una coppia sposata con un figlio adolescente, anche lui un agente russo sotto copertura. Questa famiglia deve stringere amicizia con la famiglia dei dissidenti, proprio attraverso l’amicizia dei due ragazzi. È l’ennesima occasione per mettere di fronte ad uno specchio la vita familiare di Philip ed Elizabeth ed i loro problemi con i figli naturali: oltre a quelli devono anche gestire l’adolescente spia che gli è stata affidata. Un’altra occasione per riflettere: vogliamo davvero essere una famiglia, accettando l’americanizzazione o vogliamo continuare ad essere russi e fedeli alla missione? Persino la tentazione di tornare in Russia e abbandonare il lavoro sul campo sarà una delle opzioni, ma come la prenderebbero i ragazzi?

The Americans recensione

The Americans non è solo racconto psicologico in russo, ci vengono presentate anche buone dosi d’azione, intrighi e colpi di scena. Ogni stagione affronta una serie di missioni da guerra fredda, tra spionaggio e controspionaggio, ci vengono aperte finestre sul passato dei protagonisti e facciamo la conoscenza con i diversi supervisori che seguono Philiph e Elizabeth, interpretati sempre da attori splendidi come Margo Martindale e Frank Langella, chiamati a rappresentare l’intransigenza della spia che venne dal freddo.

Tecnicamente infine, fotografia e messa in scena sono impeccabili: gli anni ottanta sono più veri di quelli veri. E ve lo dice uno che li ha vissuti. Le interpretazioni degli attori sono convincenti, anche quelle in lingua russa. La regia è misurata, classica, come negli anni ottanta.

Porcamiseria
  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
9/10

In Breve

The Americans ambientato a Washington nei primi anni ottanta, durante la guerra fredda tra USA e URSS racconta le gesta spionistiche di due agenti russi sotto copertura, che fingono di essere marito e moglie da 15 anni ed hanno due figli adolescenti, nati dalla loro unione che da finta si è trasformata in reale, anche se parecchio complicata. Tra missioni di spionaggio e controspionaggio, parrucche e baffi finti, assistiamo ad avventure ad alta tensione e a intrecci degni delle migliori spy story, senza dimenticare mai il dilemma: sarà davvero il mio vicino di casa o sarà una spia pronta a farmi fuori se viene scoperta?

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Porcamiseria

9

The Americans ambientato a Washington nei primi anni ottanta, durante la guerra fredda tra USA e URSS racconta le gesta spionistiche di due agenti russi sotto copertura, che fingono di essere marito e moglie da 15 anni ed hanno due figli adolescenti, nati dalla loro unione che da finta si è trasformata in reale, anche se parecchio complicata. Tra missioni di spionaggio e controspionaggio, parrucche e baffi finti, assistiamo ad avventure ad alta tensione e a intrecci degni delle migliori spy story, senza dimenticare mai il dilemma: sarà davvero il mio vicino di casa o sarà una spia pronta a farmi fuori se viene scoperta?

Storia 9 Tecnica 9 Emozione 9
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