The Affair3×06 Episode #3.06 – 3×07 Episode #3.07 – 3×08 Episode #3.08

Helen è in preda alla più totale irrazionalità quando scopre di non conoscere Noah così bene come credeva. L'ennesima crisi dell'uomo le causerà poi non pochi problemi familiare. Tempo di chiarimenti anche per Alison e Cole, giunti al termine della battaglia legale per la custodia di Joanie.

0.0

Tripletta di episodi per questa stagione di The Affair, in cui trovano spazio tutti i protagonisti della serie, benché vittime di una sceneggiatura che propone blande variazioni sul tema e che si dimostra ancora avara di dettagli che ci possano aiutare a far luce sull’identità dell’aggressore di Noah.

Episodio 6: Helen/Noah

Rivedere sullo schermo la bravissima Maura Tierney è sempre un piacere, non fosse che la sua Helen appare perennemente imbrigliata in una scrittura troppo Noah-centrica, anche in assenza di interazioni col suo ex-marito. Helen vive in un costante conflitto interiore tra la strenua difesa di Noah agli occhi di tutti e il doversi far carico delle mancanze di quest’ultimo come padre. Come se ciò non bastasse, il rapporto con Vik appare sempre più traballante perché appare palese a tutti tranne che alla stessa Helen che i due non sono allo stesso punto nella loro relazione. I guai scolastici del giovane Martin e l’ennesimo dovere paterno mancato, la spingono fino alla casa natale di Noah e un colloquio con Nina diventa come un’epifania per Helen. Il passato doloroso dell’ex-marito, il suo ruolo nella morte della madre, fanno vacillare tutte le certezze sul suo matrimonio: davvero Helen può dire di conoscere realmente Noah? Da questo interrogativo scatterà tutta una serie di comportamenti irrazionali e forse alquanto forzati, come la booty call a Max, fino all’avventurarsi in piena notte verso la casa sul lago di Noah, ove Martin aveva incontrato accidentalmente il padre.

The Affair 3×06 3×07 3×08 recensione

La metà dedicata a Noah è incentrata proprio su questo incontro e sul rapporto col figlio, che più di tutti gli porta rancore per l’omicidio di Scotty e per tutto il dolore che Solloway ha arrecato alla propria famiglia a causa dell’affair con Alison. Jake Siciliano se la cava egregiamente e dà ancora una volta prova della sua bravura, è davvero un peccato che il suo ruolo sia così marginale. La morte della madre di Noah e i fatti ad essa connessi diventano nuovamente centrali nelle motivazioni dietro ai comportamenti di Noah, e la verità su di essi sembra in qualche modo riavvicinare padre e figlio. Non solo, quei lontani eventi sembrano proprio essere apparentemente la causa e il motore dell’inquietudine dell’uomo, sempre più dipendente dagli oppiacei, e che rendono manifeste, per la prima volta in questa terza stagione, le allucinazioni di Noah, allontanando un po’ i sospetti sull’identità dell’aggressore dall’inquietante Gunther, che rimane però al centro dei flashback negli anni della prigione.

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A far da contorno al rapporto padre-figlio, un’inutile scena con Juliette, resasi nuovamente ridicola in un ennesimo tentativo di seduzione fallito nei confronti di Noah – con una superflua scena di nudo – e una sgradevole cena tra vecchi amici, in cui affiora l’acredine verso quell’uomo che si credeva evidentemente migliore di tutti e che si ritrova adesso con un pugno di mosche. Entrambi questi episodi appaiono un po’ fuori contesto, a meno che non nascondano una verità che verrà palesata più avanti. In particolare, la figura di Juliette appare sempre più controversa e l’importanza datale  in precedenza assume i tratti di un obbligo contrattuale con l’attrice più che una reale esigenza narrativa. A meno che, appunto, non ci si stia nascondendo un’inaspettata verità.

3.5

 

Episodio 7: Helen/Noah

Il settimo episodio di The Affair appare quasi come una diretta prosecuzione del precedente ed è alquanto singolare, essendo per buona parte girato tra le quattro mura di casa Solloway.

Helen riporta in quello che era il loro nido familiare uno sconvolto Noah in preda alle allucinazioni, con evidenti conseguenze per la sua attuale condizione familiare. Nelle due metà che compongono l’episodio ci vengono come sempre sottolineate le diverse sfaccettature date dai due POV, specialmente nella visione dell’uno nei confronti dell’altra, anche se, a ben donde, è il personaggio di Helen quello su cui val la pena spendere qualche parola in più.

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L’irrazionalità di Helen già venuta fuori nel precedente episodio, prende qui totalmente il sopravvento. L’impossibilità di lasciar andare Noah mette in crisi definitivamente il suo rapporto con Vik, stanco dei segreti e delle bugie, e anche quello con Whitney, che non riesce più a riconoscerle quel rispetto e quell’ammirazione che solitamente dovrebbe riservarsi ad un madre, e che resta piuttosto attonita dai comportamenti illogici di Helen verso quell’uomo che ha rovinato tutto:

Whitney: Why do you hate yourself so much? I don’t. You know, I used to think that Dad was the crazy one. Now I realize it’s you.

E sul finale, ciò che appariva già come la scontata conclusione di quest’episodio: Helen di nuovo nel letto di Noah, con intenti evidentemente diversi, ma anche quel tanto bramato amplesso, giunto quasi al suo climax, viene rovinato da quei dubbi insinuati da Nina, lasciando la povera Helen tra le lacrime. Per l’ennesima volta.

Helen: I know you. I know you.
Noah: What? You don’t know me.
Helen: I do.
Noah: You don’t.

3

 

Episodio 8: Alison/Cole

Decisamente più leggero è l’ottavo episodio, che si sposta a Montauk e che si incentra sulle vicende dei Lockhart, senza picchi e decisamente con scarsa fantasia.

I piani di lettura non sono da ricercarsi tanto nei due diversi POV in cui è suddiviso l’episodio, quanto nelle due storyline in senso classico presenti in quest’ambientazione.

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Da un lato la lotta per la custodia di Joanie trova il suo epilogo nella custodia congiunta, grazie anche ad un inaspettato intervento di Luisa, decisamente stanca di lottare e pronta ad un nuovo futuro accanto a Cole. Il percorso di rivalsa di Alison appare quindi essere giunto al traguardo, con la figlia di nuovo accanto e pronta anche ad una nuova carriera come consulente del dolore, che però potrebbe portarla a quattro ore di auto da Montauk con notevoli problemi logistici per la custodia congiunta.

Agli occhi di Cole, questo appare come l’ennesimo colpo di testa di Alison che fa riemergere vecchi dubbi e rancori. Nulla di nuovo all’orizzonte dunque: Cole di nuovo vittima delle scelte egoistiche di Alison, non fosse che la verità si rivelerà essere ancora peggiore. In un lento e graduale avvicendarsi di piccoli eventi in questa stagione, siamo arrivati alla consapevolezza che i suoi sentimenti per Alison sono tutt’altro che sopiti, per stessa ammissione di Cole ora, che però non vuole e non può permettersi di fare gli stessi sbagli di Alison, di essere un uomo come Noah Solloway.

Alison: You’re scared. […] If you leave Luisa now, you can’t play the good guy anymore. Then you’re an asshole, just like me.

Il suo rigore morale riesce a prevalere, anche a discapito della propria felicità, anche a costo di mentire alla polizia e passare una notte in carcere. Gli autori in questo frangente sono stati decisamente furbi, col distribuire la verità su Cole e la notte dell’aggressione al termine dei due POV, insinuandoci per un breve periodo di tempo il sospetto che l’uomo potesse essere coinvolto davvero in quella brutta faccenda, per poi forse deluderci di più nello scoprire che la verità su quella notte fosse legata più semplicemente al suo amore per Alison.

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Anche se è facilissimo perdersi negli sguardi magnetici di Ruth Wilson e Joshua Jackson, razionalmente ci troviamo di fronte all’ennesimo mordi e fuggi tra gli ex-coniugi Lockhart e innanzi ad una Alison che sembra non essere più capace di fermarsi un secondo a riflettere quando si tratta dei due uomini della sua vita. Per essere dei signori diciamo. Da segnalare poi l’improbabile incontro al bar di Montauk tra Alison e Helen, giunta in città non si sa bene con quali finalità o intenzioni, ma sicuramente spinta ancora dalla sua irrazionalità e insicurezza, e quel che poteva essere un memorabile incontro, si riduce ad un inaspettato perdono nei confronti di Alison – consumatosi in troppa fretta e decisamente non nel modo che avrebbe meritato – e qualche scarno commentino acido e nulla più su Noah, di cui potremmo salvare solo qualche linea, piccolo manifesto della serie stessa:

Helen: It’s like he was a completely different person with you. I think people see what they want to see in other people.

Alla luce di questo, ma anche dei due precedenti episodi – seppur di ben più alto tenore – la sensazione è questa stagione di The Affair non sappia bene dove andare a parare e l’unica curiosità rimane sempre quella sull’aggressione a Noah, fintanto che il giochino riesce, sia ben inteso.

2

 


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