Arrivati a pochi passi dal finale di stagione (e di serie?) siamo ancora lontani dalla risoluzione del crimine che fa da sottofondo a The Affair, mentre è decisamente meno fosca l’evoluzione dei quattro protagonisti, complice anche un nono episodio che abbandona la struttura narrativa suddivisa in punti di vista così da descrivere la tempesta di eventi che scombussolerà il mondo dei 4 protagonisti, ponendo le basi per il gran finale.
2×08 Helen/Noah
Un episodio canonico come detto, che vede un più disteso rapporto tra Helen e Noah nella cornice della cittadina universitaria dove si trova il college in cui Whitney è in visita. L’incontro tra i due appare fortuito: Helen è lì per accompagnare la figlia, proprio negli stessi giorni del book tour di Noah.
Dopo l’astio e i dispiaceri, per Helen arriva il tempo pensare al futuro dato che le rimangono appena cinque anni buoni da sfruttare per trovare un uomo al fianco del quale invecchiare, tanto per usare le parole della sempre più sgradevole Whitney. Via libera all’online dating dunque, anche se con qualche remora.
Noah è invece al culmine della sua carriera ed è infatti il suo ego il vero protagonista dell’episodio: tronfio nell’ammirare le file in libreria, lusingato dai numeri di telefono allungati dalle fan, quasi scocciato dalle chiamate di Alison, che è felice di aver terminato la nursery del bambino. La sua arroganza raggiunge l’apice quando tenta di dare un pugno ad un giovane giornalista universitario reo di averlo criticato pesantemente, e quando sul finale cerca di portarsi a letto Eden, forse come reazione alle parole di Helen circa il suo ego smisurato che sempre più lo rende simile all’odiato suocero.
La trasformazione in Bruce Butthole non è però del tutto completa: c’è il tempo ancora per ricordare ad Helen la ragazza ribelle che era stata un tempo, ostinata come la figlia Whitney, e c’è il tempo anche per una delicata attenzione nei suoi confronti, evitando di leggere, durante la presentazione, un sordido passaggio del libro optando verso un momento chiaramente riferito agli anni felici del suo primo matrimonio.
Questo ottavo episodio non aggiunge di fatto nulla alla trama orizzontale. Anche le prestazioni di Dominic West e Maura Tierney sono ordinarie: nessun guizzo ma nemmeno grossi nei. Potremmo dire piuttosto che è un episodio in cui prevale la consapevolezza di come le vite di Helen e Noah scorrano ormai su binari paralleli: in entrambi i punti di vista, la serata al bar finisce con la separazione tra i due, seppur con sentimenti contrastanti.
C’è un piccolo avanzamento nella dimensione temporale in cui Noah è accusato dell’omicidio di Scotty: venuta a conoscenza della dubbia paternità della piccola Joanie, Helen sottrae un biberon a Noah così da effettuare presumibilmente un test del DNA.
2×09 The Storm
The Affair non si è mai distinto per la frenesia degli episodi, peccando anzi spesso di un’eccessiva lentezza nella narrazione. Oltre che per la struttura narrativa classica, non basata sui punti di vista, questo nono episodio si contraddistingue per il ritmo frenetico degli eventi che interessano i quattro protagonisti.
La tempesta che si abbatte sullo stato di New York è emblema del turbine di eventi ed emozioni che si abbatte sulle vite dei Solloway e dei Lockhart, dagli effetti rovinosi per Noah e Cole e che assume invece i contorni di una rinascita per le controparti femminili.
La tempesta è il culmine della metamorfosi in negativo di Noah, ebbro di fama e notorietà, che mette letteralmente in secondo piano Alison e il sogno d’amore per cui aveva stravolto la sua vita. Il miraggio dello sbarco a Hollywood per The Descent, le feste esclusive a base di belle donne e cocaina, al limite dell’orgiastico, la sfrontatezza e la noncuranza con cui si avvinghia ad Eden. Uno stronzo patentato insomma. Questo suo trip nel bel mondo viene bruscamente interrotto dai baci saffici di Whitney a cui si avvicina quasi voglioso, nell’offuscamento dei sensi causato dalla coca: da lì la fuga terrorizzato sotto la tempesta, la vana corsa in ospedale per assistere Alison durante il parto con le strade bloccate, il pianto liberatorio finale.
Per una vita in rovina come quella di Noah, una rinascita attende invece Helen, che si concede il lusso di abbandonarsi al corpo dell’affascinante dottor Ulah – il dottore che aveva operato Martin – in un amplesso apparentemente senza conseguenze. Un uomo perfetto sulla carta, un medico affermato, che mostra un atteggiamento amorevole con i pazienti e con i figli di Helen a cui alterna a stronzaggine e superficialità che lo rendono molto ordinario. C’è quel qualcosa che ci fa sperare in una prosecuzione del rapporto, come se Helen avesse abbattuto le proprie barriere, come se dovesse capire che non esistono “standard” o “modelli comportamentali” quando si tratta di relazioni. Nel finale di stagione scopriremo se tale supposizione risulterà azzeccata.
Intanto a Montauk, assistiamo ad un brutto alterco tra Cole e Paula: dopo che la donna confessa la sua sterilità, conferma in qualche modo la storia della maledizione dei Lockhart. Rimasto solo, Cole viene preso dallo sconforto e dal dolore per il piccolo Gabriel, che compare al di là delle vetrate come fosse un fantasma. Da qui la follia: Cole appicca il fuoco alla casa dove aveva vissuto con Alison, dicendo in qualche modo addio alla sua vecchia vita, al piccolo Gabriel e a se stesso, ovviamente ignaro del fatto che Alison dava alla luce, in quello stesso momento, un bambino che con tutto probabilità potrebbe essere suo. Per fortuna, dai precedenti episodi sappiamo che Cole non morirà in questo incendio. Ancora un’ottima prestazione per Joshua Jackson, che consolida quanto di buono ha fatto in questa seconda stagione, nonostante il ridotto screentime.
Sullo sfondo, quasi in maniera accessoria e funzionale al simbolismo di contrapposizione col dolore di Cole e il pentimento di Noah, il travaglio solitario di Alison in ospedale, nonostante l’importanza che sempre più assume la paternità della piccola Joanie in questo finale di stagione. Per Alison, solo un moto d’orgoglio finale nel non ricevere subito Noah, quasi a punirlo della sua assenza.
Un grande episodio questo, nonostante l’atipicità della struttura narrativa, con una grande regia, specialmente nelle parti dedicate a Noah e Cole. All’episodio va anche il merito di tenere altissima l’attenzione sul finale di stagione, sia per il cliffhanger che coinvolge Cole sia perché, ancora, gli elementi che ci possono aiutare a far luce sul delitto di Scotty sono pressoché nulli.
Speriamo solo di avere tutte le risposte che cerchiamo nei prossimi episodi e non ritrovarci con una serie monca nel caso gli sceneggiatori optassero per un finale aperto e The Affair non venisse poi rinnovata.
La scena in cui Cole vede Gabriel è stata bellissima e devastante. Joshua Jackson immenso. Attore sottovalutatissimo.#TheAffair
— jess.🦄 (@jess_garavaglia) December 2, 2015
Film di Noah Solloway
ASPETTATIVE
– Clooney
– J. LawrenceREALTÀ
– Ricky Memphis
– Lory del Santo#TheAffair #SerialUpdate— Alessandro (@lessandroTorri) December 1, 2015
Helen con il chirurgo, in cantina, mentre i figli sono al piano di sopra?!! almeno questo era figo! e non come Max! #TheAffair #2×09
— Veronica (@VperVero) December 1, 2015
La voglia di prendere a schiaffoni, fortissimo, Noah.
Ed anche quella zoccola di Eden #TheAffair #telefilmaddicted— Edda l'Addolorata (@FransoloFran) December 1, 2015
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