Incentrato prevedibilmente su Alison e Cole, questo quinto appuntamento con The Affair si presenta con un episodio leggermente anomalo nella struttura. L’overlap tra le due storie dell’episodio è minimo: quella di Cole è quasi collocabile come una prosecuzione (almeno temporalmente) dei fatti narrati nella metà dedicata ad Alison. Ci tocca quindi dire temporaneamente addio alle differenze tra punti di vista che in misura più o meno maggiore lo spettatore è tenuto a cogliere per entrare appieno nello spirito della serie e lasciare invece spazio ad una narrazione più classica.
Alison
Con Noah temporaneamente a New York, Alison si ritrova da sola nel cottage a Cold Spring, prigioniera di una condizione di dipendenza da Noah che si è creata da sola, intrappolata in un lavoro per cui non è qualificata e di cui non è interessata. D’altronde, le mansioni che è tenuta a svolgere non sono delle più gratificanti per lei: segretaria, fattorino, cameriera, assistente per la riabilitazione…
Il rapporto lavorativo con Yvonne non è dei migliori, vuoi perchè questa è un po’ stronza, vuoi perchè Alison si presenta in shorts e non sembra capace di eseguire i più semplici compiti di un’assistente. Diversa invece è l’affinità con Robert, con cui condivide lo stesso passato di amante fedifraga, almeno fin quando non si renderà pericolosa, dopo avergli provocato un evidente durello durante gli esercizi. Che non mancano di mostrarci. Disturbing.
Robert: I guess you just have this effect on men.
Con un’irritante falsa cortesia, Robert dà il benservito alla ragazza – confuse le motivazioni ma evidentemente diretta conseguenza dell’incidente -, che nel tentativo di chiarire le cose con Yvonne si trova tra le mani il libro di Noah, quello stesso libro che finora non le è mai stato concesso di leggere.
Il libro, che a prima vista ha lo stesso spessore di Cinquanta Sfumature di Grigio, mette in luce i più sordidi dettagli della loro storia, i gemiti, gli amplessi, tutto. Per la prima volta Alison si vede attraverso gli occhi di un uomo, e ciò che vede non le piace affatto. Lo sgomento cede il passo a una rabbia furiosa che la spinge addirittura a bussare alla porta di Helen in cerca di Noah, a mollare tutto e tornarsene a Montauk.
Nonostante abbia trovato abbastanza ridicole le circostanze, questa parte dedicata ad Alison dà un bello scossone alla trama orizzontale, ma solo a quello. Come nel precedente frammento dedicato a lei, Ruth Wilson non riesce a reggere a lungo la scena senza una controparte efficace. Arrivati alla seconda stagione si rende necessaria un’evoluzione del personaggio: non può ruotare tutto sullo splendido volto dell’attrice, sulla sofferenza del suo personaggio o sulla sua incapacità di stare senza un uomo.
Cole
Forse a causa della collocazione geografica infelice nell’ambientazione della serie, Cole è sicuramente il personaggio più sottoutilizzato di questa seconda stagione. Ed è sicuramente un peccato, perchè ancora una volta Joshua Jackson ci regala un’ottima interpretazione. Il Cole Lockhart ferito dal tradimento di Alison lascia spazio ad un uomo che cerca di rimettersi in pista, prima con discutibili sex date – ricordandoci però uno spavaldo Pacey Witter – e aprendosi poi ad un nuovo amore.
Una bella immigrata ecuadoregna di nome Luisa entra infatti nella vita di Cole: i due si incrociano più volte, lei è anche l’amante di Scotty – per il quale è forse qualcosa di più che un’avventura – ma l’attrazione tra i due appare palese. Niente scene di sesso gratuite (ci è bastata quella iniziale) quanto piuttosto un silenzioso corteggiamento al bancone del club in cui lei lavora come bartender. Un Cole certamente sempre silenzioso, ma con un’apertura al futuro.
Quando siamo tutti già a tifare per la sua felicità, ecco la sgradita sopresa al ritorno da questo appuntamento-non-appuntamento: Alison, in cerca di conforto.
Alison: I’m afraid there might be something wrong with me. […] Does everyone just think I’m… I’m a slut? [sighs] I don’t know what everyone thinks. […] I don’t know, they just want to f*ck me or… they don’t see me.
Inutile dire che i due finiscono a letto. Con soddisfazione di Cole e diciamolo, con una Alison troia coerente fino in fondo.
Il Tempo Presente
Nei minuti finali, dedicati a quella che è la timeline degli eventi connessi alla morte di Scotty, una sconvolgente ipotesi si affaccia all’orizzonte. Pare infatti che in qualche modo Cole avesse sottratto l’affare del night club al fratello, probabilmente diventato ingestibile, da cui necessità di farlo fuori. E anche Oscar ci mette il suo zampino sul finale. Qualcosa dunque si muove.
Possiamo silenziosamente evincere, con una certa sicurezza, che Cole sposerà Luisa alimentando quindi ulteriormente gli screzi col fratello, e possiamo altresì avanzare l’ipotesi che il figlio di Alison possa anche essere suo, frutto della notte d’amore(?) raccontata in questo episodio. L’ipotesi di un ritorno di fiamma per Alison e Cole prende sempre più corpo, con sommo dispiacere del sottoscritto.
Pur avendo gli stessi pregi e difetti del precedente episodio, con una parte più debole rispetto all’altra, assegniamo mezzo porca miseria in più per i buoni passi avanti nella trama orizzontale e per quei piccoli frammenti di puzzle che ci aiutano a comporre il quadro relativo all’omicidio di Scotty Lockhart.
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Allison volevo dirti che ti senti una troia semplicemente perché LO SEI. #TheAffair #SerialUpdate
— vespertime 🍕 (@vespertime) November 4, 2015
dopo la 2×05 di #theaffair non riuscirò mai più a guardare dawson's creek. #myeyes pic.twitter.com/XPzc3MFPD6
— breakfast on pluto (@facciungol) November 4, 2015
#TheAffair, e poi trovi #JoshuaJackson che fa sesso con un orrendo cadavere rinsecchito. #SerialUpdate
— Gosazer (@Gosazer) November 3, 2015
Spero che Alison resti incinta subito così il bambino potrebbe essere di Cole e non di Noah *-* #TheAffair pic.twitter.com/JB9moKRC42
— jess.🦄 (@jess_garavaglia) November 4, 2015
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