The 1005×05 Shifting Sands – 5×06 Exit Wounds

Gli ultimi episodi di The 100 preparano l'imminente guerra tra Octavia e Diyoza. Tra la cupa metamorfosi di Octavia in Blodreina, Madi come ultima natblida ed Echo spia della Wonkru, la quinta stagione conferma le aspettative, regalandoci un racconto avvincente.

7.0

Shifting Sands

A questo punto della storia, non sembra un’esagerazione affermare che questa stagione di The 100 sia quella più studiata e curata nei minimi dettagli. Ogni episodio si basa sull’impulso dell’ultimo, e anche se è chiaro che alcuni personaggi hanno priorità su altri, ogni episodio è riuscito a mantenere i legami emotivi che in un certo senso definiscono la serie.

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Il gioco è cambiato e i giocatori hanno modificato le proprie posizioni. Se The Tinder Box era come una partita a scacchi, Shifting Sands somiglia più ad un grande e complicato campo minato, con penalità e riconoscimenti. Dell’episodio abbiamo apprezzato particolarmente i dialoghi, non solo perché esprimevano così sinteticamente tutte le tensioni narrative, ma soprattutto per via della loro semplicità, che comunicava molto più delle parole pronunciate.

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L’episodio è una negoziazione continua. Tutto è una manovra strategica. Tutti stanno guadagnando o perdendo qualcosa dalle loro interazioni con gli altri personaggi in scena, ed è per questo che questa stagione funziona, perché l’azione conta e perché le decisioni dei personaggi sono importanti. Da un lato Clarke e Bellamy, i protagonisti di una relazione importante e significativa (emblema dell’espressione”testa e cuore”) amplificata e resa più complessa dal salto temporale; dall’altro la creazione del mito attorno a Blodreina e la minaccia che Bellamy pone al suo dominio. La presenza del fratello rende Octavia nuovamente umana, distruggendo la corazza da lei stessa creata. La donna è consumata dal culto di se stessa e l’evoluzione del personaggio è per la prima volta parecchio ambigua: il fervore che l’ha da sempre contraddistinta adesso potrebbe distruggerla. La giovane ragazzina dall’infanzia isolata ed inquietante costantemente alla ricerca di una libertà, che ora potrebbe segnare la fine per lei ed il suo popolo, simbolicamente puniti con dei segnali dai contorni divini.

Non penso necessariamente che questa evoluzione sia sempre stata il piano per lei, ma era sempre possibile. Si potrebbe dire che Blodreina ha sempre ribollito sotto la superficie, in attesa di essere risvegliata. L’amore non può raggiungerla per ora, adesso l’amore è debolezza e la guerra è tutto ciò che c’è. Ha trovato quella chiarezza e liberazione che cercava così disperatamente da tempo; la morte la nutre, forse in più di un modo. Shifting Sands apre le porte ad un proseguimento piuttosto cupo e spaventoso, ma noi non vediamo l’ora di scoprire dove ci condurrà.

Exit Wounds

Il topic del sesto episodio di The 100 è lo status di natblida di Madi, in grado di minare l’autorità di Octavia come comandante. Clarke, consapevole della metamorfosi di Octavia in Blodreina, cercherà di proteggere Madi da una possibile lotta di potere. Il filone tematico della fiamma e dell’era dei comandanti assume subito un valore amarcord, configurandosi come una felice pausa nella claustrofobica contesa tra Octavia e Diyoza.

Sorge spontaneo chiedersi che fretta c’era nell’avviare l’ennesima guerra, quando si poteva sfruttare un potenziale narrativo enorme dato dal percorso più o meno individuale dei protagonisti nei precedenti sei anni.

Da sempre in The 100 abbiamo assistito a guerre e schieramenti opposti (grounders vs skaikru, vs Mount Weather, vs Pike, Alie ecc…) e continuare a proporre scenari bellici con i classici corollari di tradimenti e strategie può diventare ripetitivo. Il tutto inizia ad assumere una sensazione di già visto, con l’unica variazione nel nome dei nemici e comandanti. Sarebbe stato più interessante dilazionare la reunion dei protagonisti, continuare con flash-forward e mantenere una narrazione a più livelli e scenari come nei primi episodi. Invece, è stato glissato quello che poteva essere il focal point della stagione ovvero gli incontri più attesi (Clarke e Bellamy, Clarke e Abby, Octavia e Bellamy ecc…) per catapultare lo spettatore subito, di nuovo, in lotte intestine, ribellioni e schemi relazionali già ampiamente sviluppati. Sorge spontaneo chiedersi che fretta c’era nell’avviare l’ennesima guerra, quando si poteva sfruttare un potenziale narrativo enorme dato dal percorso più o meno individuale dei protagonisti nei precedenti sei anni.

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Detto ciò, l’episodio appare godibile e ben strutturato. Da una parte la confessione di Madi e l’intromissione di Gaia come membro della fiamma ci riporta alla golden age della mai dimenticata Lexa, dall’altra l’avventura di John ed Emori con annesso love affair riesce a variare il racconto principale di Exit Wounds. Ciò che non convince è proprio il centro narrativo di questo episodio: la strategia di Octavia contro il tentativo di reclutamento di Diyoza. L’ottusità di Octavia e il fanatismo dei suoi proseliti rende ogni scena e interazione claustrofobica. La continua retorica del ricatto, la mancanza di diplomazia e l’ostinazione nell’avere una visione del mondo divisa in due blocchi – wonkru/nemici della wonkru– blocca lo sviluppo della storia e conferisce al personaggio di Octavia un alone di antagonismo inevitabile. Proprio nell’unica stagione in cui Jaha è assente, la sua eredità intellettuale diviene il pilastro del plot building. La metamorfosi di Octavia e la sua politica derivano, infatti, dagli ultimi insegnamenti del Cancelliere che lascia la scena di The 100, imprimendo la propria firma nella formazione del prossimo comandante.

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Clarke, in Exit Wounds, abbandona la sua leadership e agisce unicamente nel ruolo di madre. Il rapporto con Madi l’ha trasformata in modo profondo. La salvezza dell’umanità non è più subordinata a quella dei singoli. Il quadro generale diviene particolare e ciò che interessa a Clarke non è sconfiggere Diyoza, ma proteggere Madi da una sanguinaria comandante, che spara a chi solo pensa di disertare. È interessante vedere per la prima volta Clarke alienarsi dalla situazione contingente ed agire non in quanto leader, ma come una madre che combatte una personale battaglia.

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Echo si infiltrerà, negli ultimi minuti dell’episodio, nelle file di Diyoza, come spia di Octavia. Se per tutti gli altri Echo rimane una traditrice, membro dell’Azgeda, per Bellamy, Monty e tutti gli altri che hanno vissuto sull’Arca fa parte della famiglia. Sono pronti a sacrificarsi con lei, a seguirla se fosse stata esiliata da Octavia. Per quanto allo spettatore può sembrar strana la liaison con Bellamy, bisogna ricordare che hanno vissuto insieme per sei anni e ciò ha cancellato il passato e ha costruito qualcosa di completamente nuovo. Detto ciò in modo oggettivo al fine di un’analisi sempre attenta e professionale dell’episodio,  ora consentici un commento a caldo da fan. Bellamy e Echo non si possono vedere, vogliamo la Bellarke ORA! E con questa nota di professionalità, ci riaggiorniamo al prossimo recap!

Non ci rassegniamo, scusateci

Per essere diplomatici

 

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7/10

In breve

Gli ultimi episodi di The 100 confermano le potenzialità della quinta stagione, con una narrazione peculiare e attenta ad ogni dettaglio.

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8/10 (1 vote)

Porcamiseria

7

Gli ultimi episodi di The 100 confermano le potenzialità della quinta stagione, con una narrazione peculiare e attenta ad ogni dettaglio.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 7
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