The 1004×06 We Will Rise

All'Arkadia vengono arrangiati dei pericolosi comizi per vendicarsi di Ilian. Octavia coglie la palla al balzo per sfogare nuovamente la sua furia omicida, ma forse non è veramente quello che vuole. Al laboratorio di Becca, Raven spreme così tanto le sue energie per trovare una soluzione, che finirà per scaricare la tensione sul povero Murphy

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Se si volesse tentare di riassumere questo sesto episodio in una parola sola, forse il vocabolo più calzante sarebbe umanità; quel sottile filo in equilibrio tra ragione e sentimento che non è così semplice da trovare. Le dure prove che i nostri protagonisti devono affrontare giorno dopo giorno, li pone spesso nella difficile condizione di pendere troppo da una parte piuttosto che dall’altra, ma soltanto ritrovando la parte mancante di questo complesso meccanismo riusciranno a riscoprire il loro equilibrio interiore e la loro lucidità, ad abbracciare di nuovo il loro essere umani.

L’esplosione dell’Arca ha ormai distrutto definitivamente il “piano di riserva” di Clarke per la salvaguardia dell’umanità, per tanto l’ultima opportunità che tiene vive le speranze di salvezza, è quella di riuscire a sintetizzare il conclamato “Sanguenero”.

Per quanto la forza d’animo della nostra leader non venga mai messa in discussione, è evidente che anche lei senta la necessità di appigliarsi fortemente a qualcosa. E quel qualcosa (o meglio quel qualcuno) sembra volerlo ritrovare nell’affetto e nel conforto della bella e gentile Nylah. E’ quanto mai evidente  che il ricordo di Lexa e il dolore per la sua morte prematura siano ancora scolpiti nella sua mente in maniera indelebile, per tanto rannicchiarsi sotto le coperte con una bella biondina è sicuramente un meccanismo di difesa per mitigare il forte disagio.

Tuttavia Clarke dà l’impressione di voler instaurare un rapporto che vada oltre la pura fisicità, ma probabilmente in maniera alquanto forzata, quasi a voler sopperire alla mancanza di Lexa con il classico mantra del “chiodo schiaccia chiodo”.

La ragazza, insieme a Bellamy, Roan ed un seguito di Azgeda partono con i loro rover alla volta del laboratorio di Becca per portare i vitali barili di carburante necessari alla navicella. Navicella che nonostante gli interminabili sforzi di Raven proprio non ne vuole sapere di funzionare a dovere. Con Murphy e Luna a farle da supervisori, Raven sta spingendo se stessa ai limiti più estremi delle sue capacità per cercare di arginare il problema e trovare una soluzione, facendo calcoli, prove ed appellandosi alla scienza nella maniera più esatta.

Tuttavia, quando tensione e frustrazione arrivano al culmine del tollerabile, ecco che vediamo quella prepotente perdita di umanità citata ad inizio paragrafo.

Una ceca furia rabbiosa s’impadronisce della ragazza, portandola a sfogarsi verbalmente e fisicamente con Murphy, colpevole solo di averla ripetutamente incalzata con le sue classiche battute di spirito. Gli animi vengono poi sedati dall’intervento provvidenziale di Luna, che riesce a calmare quantomeno la situazione .

Introducendola piano piano come personaggio di sempre maggior rilievo, anche in questo episodio le è stato assegnato un po’ più di spazio rispetto al solito; spazio che sfrutta anche per rincuorare e per dare conforto ad uno sfiduciato Murphy, evidentemente ferito dalle parole dure e taglienti di Raven, arrivata addirittura a definirlo “inutile” e “sanguisuga”.

Dentro di sè è convinto di meritarsi questo disprezzo, ma tenta di mascherarlo con un totale menefreghismo verso tutto e tutti, quasi come un palese meccanismo di difesa.

Luna:”I don’t think that she hates you as much as you hate yourself”

Luna, a modo suo, sembra riuscire a strappare la maschera dietro la quale Murphy tenta disperatamente di rintanarsi, ridandogli quella vitalità necessaria che poi lui stesso impiegherà per aiutare Raven a trovare una soluzione per la navicella. Soluzione che tuttavia non sembrerà più attuabile una volta ricevuta la notizia della perdita di un barile di carburante, e che provocherà l’ennesima, violenta crisi epilettica a Raven, dalla quale si spera riuscirà a riprendersi ancora una volta.

L’altra grande protagonista indiscussa di questo episodio, nonchè altro soggetto perfettamente calzante al nostro discorso sulla perdita di umanità, è senza dubbio Octavia. Odio, disprezzo e spirito di vendetta si sono ormai impadroniti della ragazza da molto tempo a questa parte. Le uniche emozioni che sembrano pervaderla dalla morte di Lincoln sono prettamente primordiali, dettate esclusivamente dal puro istinto e completamente avulse da qualunque tipo di empatia.

La morte di Pike non ha saziato la sua sete di vendetta, forse proprio perchè la vendetta stessa è l’unica cosa che la tiene “in vita”, l’unica cosa di cui ormai la ragazza si nutre. Il coinvolgimento di Bellamy nella tragedia che ha colpito l’uomo che amava, è ancora vivo più che mai nella sua mente, e per tanto il disprezzo che sgorga da ogni fibra del suo essere nei confronti di Bellamy non lascia al ragazzo nessuna speranza di un ravvicinamento con la sorella.

Bellamy:” Octavia i thought you were dead!”

Octavia:” Octavia is dead. She died when you killed Lincoln!”

Il clima di odio e rancore che si respira all’Arkadia dopo i recenti avvenimenti sembra calzare perfettamente con lo stato d’animo di Octavia.

La paura della fine imminente che torreggia minacciosa sulle sorti dell’umanità, ha scatenato comizi furibondi tra gli Skaikru che meditano e pretendono vendetta nei confronti di Ilian.

Octavia si fa trasportare senza sforzo da questa corrente d’odio che si infrange in ogni dove, scavalcando addirittura la ferrea volontà di Kane ed ingannandolo con un doppiogioco per poter dare lei stessa il colpo di grazia ad Ilian. Arrivata sino al punto di far inginocchiare il ragazzo d’innanzi a lei puntandogli la pistola alla tempia, Octavia è pronta a fare fuoco, è pronta a mietere un’altra vittima per cercare di far fronte alla sua sofferenza che mai si era placata dopo la morte di Pike e che, probabilmente, non si sarebbe placata nemmeno dopo il trapasso di Ilian.

Kane tuttavia interviene appena in tempo per fermarla: il cancelliere le fa comprendere la triste ironia che si cela dietro a questo suo gesto così avventato. Lo stesso gesto che aveva scatenato la sua perdita di umanità in primis, osservando impotente l’ex cancelliere che premeva il grilletto nei confronti di un Lincoln inerme, in ginocchio davanti a lui.

E’ davvero questo quello che vuole? Trasformarsi nel carnefice che tanto ha odiato e disprezzato? Dopo aver abbassato la pistola, finalmente rivediamo in lei ondate di emozioni travolgerla come un fiume in piena dopo tanto tempo, sfogandosi in un pianto liberatorio. La ragazza tuttavia, sopraffatta da tutto questo, fugge via da tutti lasciandosi l’Arcadia alle spalle.

Un sesto episodio decisamente carico di quantità e qualità. La tensione non viene mai smorzata anzi, è continuamente sollecitata e non lascia allo spettatore un briciolo di respiro. Ogni spezzone di trama si incastra perfettamente nel quadro generale della serie e non lascia mai in sospeso scene vacanti messe a casaccio nonostante la narrazione si ramifichi via via sempre di più. Interessante è vedere come due fazioni che sempre sono state in lotta da molto tempo a questa parte, e cioè Azgeda e Skaikru, adesso siano costrette a collaborare per la reciproca sopravvivenza. Un plauso speciale al cancelliere Kane, che continua a guadagnarsi i favori del pubblico dimostrandosi un personaggio sempre più votato al bene comune ma senza per questo scadere nelle sviolinate melense in stile Bellamy Blake, ma mettendo genuinamente i suoi desideri personali dietro a quelli del gruppo.

4.5

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