The 1004×04 A Lie Guarded

All'Arcadia, la scoperta della lista dei 100 nomi ha scosso profondamente gli animi di tutti. Clarke ne dovrà affrontare le conseguenze, ma non sarà sola. Jaha si dimostrerà un valido alleato! A Polis la situazione precipita: Roan scioglie l'alleanza con gli Skaikru e marcia alla volta dell'Arcadia con il suo esercito: Octavia è l'unica che può avvisare per tempo il popolo del cielo!

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A quanto pare The 100 ha preso la decisione di percorrere una strada diretta, senza alcun tipo di deviazione. L’intenzione degli autori è indubbiamente (almeno fino a questo momento) quella di battere il ferro finché caldo, sviluppando gli episodi senza cercare minimamente di spezzare i ritmi o stemperare il clima teso che si respira fin dalla primissima puntata.

La scoperta delle potenzialità del sangue di Luna porta inevitabilmente tutti quanti a mobilitarsi nel più breve tempo possibile. Se da una parte Clarke cerca di tenere salde le redini dell’Arcadia, dall’altra Abby e Raven partono con un piccolo seguito alla ricerca del laboratorio di Becca, per scoprire in che modo sintetizzare il “Sanguenero” e poter quindi così abbandonare l’estrema soluzione della lista.

Lista che consuma in maniera sempre più esponenziale la coscienza di Clarke: la facoltà di decidere chi deve vivere e chi deve morire è ricaduta sulle sue spalle. Quando ci si trova davanti a scelte più grandi di noi, affetto ed amicizia devono essere accantonate per il tanto conclamato “bene superiore“.

Ecco, forse in questa situazione intravediamo ancora i deboli strascichi di teen drama che ancora restano attaccati alla coda di The 100. Nell’ultima stagione abbiamo spesso elogiato questa serie per la maturità sviluppata negli anni e la capacità di distaccarsi dalla banalità inscatolata ed infantile che molto spesso inzuppa copiosamente tutti i prodotti televisivi di genere analogo, ma evidentemente non possiamo pretendere l’impossibile.

Quando Jasper scopre l’esistenza della lista e mette al corrente Monty della sua esclusione dalla stessa, si ricade ancora nello stesso vortice di buonismo e superficialità che hanno contraddistinto le azioni di Bellamy durante il salvataggio degli schiavi giusto un paio di episodi fa.

Monty snocciola un discorsetto alquanto scarno e spicciolo, lontano anni luce da qualsiasi tipo di realtà oggettiva. Clarke è cambiata a parer suo; la Clarke che lui conosceva non avrebbe fatto imprigionare i suoi amici, o agito alle spalle di tutti, né tanto meno usato la “scusa” del bene superiore per giustificare le sue azioni.

Monty: “Who are you? When did you became this person?… Jasper was right, you are not God!”

Sappiamo tutti che la realtà funziona in maniera ben diversa. Le scelte di Clarke sono ammirevoli e razionali, fatte con il necessario pragmatismo machiavellico che dovrebbe contraddistinguere ogni leader che si rispetti. Ma ovviamente il messaggio che viene fatto passare è ben diverso, mettendo Clarke in cattiva luce e affibbiandole l’etichetta di “dittatrice ammazza-democrazia”, che si ritiene in diritto di decidere della vita degli altri.

Anche in questo caso, come già accaduto un paio di episodi fa, Jaha si veste dei panni del saggio razionale è riesce a trovare una temporanea soluzione per placare gli animi e aumentare la produttività in vista degli imminenti pericoli. Lui ha perfettamente compreso le scelte pratiche e razionali messe a punto da Clarke, che ha dato chiaramente precedenza a dottori, ingegneri e donne giovani e sane adatte alla riproduzione, ma forse la ragazza è ancora troppo acerba nonostante le sue ottime doti di guida, e per questo Jaha le offre un aiuto, un assaggio di una leadership più esperta e smaliziata, per evitare una vera e propria insurrezione.

Jaha: “You can’t tell people they have no value!”

Clarke: “That’s not what I said!”

Jaha: “That’s what they heard! The list it’s pragmatic, but the people need to feel like they have a sail on their faith.”

Da questa manciata di episodi sembra quasi che gli autori abbiano la ferma intenzione di rivalutare nel più breve tempo possibile Theonius Jaha, divenuto nella terza stagione forse il personaggio più detestabile dell’intero show, nonché fare una corsa fulminea e bruciate da centometristi per far sì che il suo passato, così macchiato e condannabile, venga dimenticato velocemente.

Se sul fronte dell’Arcadia e delle ricerche sul Sanguenero si progredisce quantomeno a piccoli passi, non si può certo dire lo stesso delle vicende di Polis. La già fragile situazione di pace temporanea, che gli Skaikru avevano così faticosamente tentato di tenere viva, crolla vertiginosamente nel giro di una manciata di minuti.

Re Roan, che non ha mai dato certo l’impressione di un personaggio dal fermo potere decisionale, le cui prese di posizione sono infatti sempre state grandemente influenzate da chi gli stava intorno, fa mancare di punto in bianco la sua fiducia agli Skaikru e alle loro buone intenzioni, polverizzando nel giro di pochi minuti un’alleanza che ci aveva messo tempo e fatica per nascere. L’influenza di Echo in questo senso è chiara e lampante, tanto che le tendenze omicide della sua guerriera più sanguinaria vengono messe in atto tramite il massacro dei Trikru residenti a Polis.

La volontà primordiale dei sudditi della nazione del ghiaccio avrà finalmente luogo: l’esercito marcerà infatti sull’Arcadia e sugli ultimi membri traditori del clan di Indra e Octavia. Quest’ultima sembra quasi fare un percorso personale decisamente inverso rispetto a quello descritto pochi capoversi fa riguardante l’ex cancelliere Jaha. Un personaggio così frizzante, intraprendente ed amato si è trasformato lentamente in monotono, ridondante e a tratti quasi irritante.

Lo abbiamo capito che il giramento di cocomeri per la morte di Lincoln aleggia ancora nell’aria, però anche basta grazie. Diciamo che, con parole ed espressioni più pacate e signorili, è la stessa cosa che tenta di farle capire Kane ad inizio episodio. Le decisioni di Octavia sono sempre più cruente e discutibili e non rispecchiano per nulla gli insegnamenti del suo amato Lincoln.

Sta di fatto che, almeno per il momento, lei sembra l’unica speranza possibile per gli  Skaikru, ignari dell’arrivo di un esercito pronto a sterminarli. Octavia tuttavia viene raggiunta rapidamente da Echo e da tutto il suo seguito.

La ragazza dà battaglia fino a che le sue possibilità glielo permettono, ma sul finire viene infilzata dalla lama del sicario numero uno di Roan e precipita dal crepaccio presso cui si trovava, andando a finire direttamente nel fiume. Forse un po’ di panico iniziale questa scena l’ha destato, ma in cuor nostro sapevamo benissimo che per Octavia non sarebbe stata la fine: non sembrava verosimile un epilogo così banale per lei.

Nella stretta finale, quella che ci mostra un’Octavia ferita ma fortunatamente ancora viva, c’è da aprire una piccola, curiosa parentesi; non so quanto sia casuale (non molto, credo), ma la scena della ragazza tratta in salvo dal suo fido destriero non vi ricorda qualcosa?

Forse chi di voi non ha mai masticato nella maniera più assoluta la trilogia colossal fantasy più bella e maestosa di tutti i tempi fatica un po’ a cogliere il parallelismo, ma i tolkeniani più accaniti hanno sicuramente già capito a cosa ci stiamo riferendo: il momento in cui Octavia, ferita e sfinita dallo scontro con Echo, è accasciata sulla riva del fiume e chiama a sé il suo Helios per aiutarla a tornare a casa, è evidentemente ripresa pari pari dalla scena de “Il Signore degli Anelli – Le due Torri” quando Aragorn, in fin di vita dopo uno scontro con un orco, è precipitato in un fiume cadendo da un precipizio, e viene ritrovato e salvato dal fido Brego, che lo riporta sano e salvo al Fosso di Helm.

Una mano che sbuca dal basso e afferra con dita tremanti la criniera del cavallo, la voce flebile che chiede all’amico di tante battaglie di riportarla a casa: insomma, una scena ripresa con precisione e nei minimi dettagli. La citazione è apprezzabile e ammirevole, anche se la maestosità della scena di Aragorn è difficilmente avvicinabile.

Abby e Raven, dopo guai ed imprevisti con pericolose tecnologie difensive e le iniziali reticenze di Luna, sono finalmente giunte al laboratorio di Becca. Questo fa ben sperare per il futuro dell’umanità, ma sicuramente di difficoltà ne incontreranno ancora a fiumi. Sui fronti Polis/Arcadia molto dipenderà chiaramente da Octavia: ce la farà ad arrivare in tempo dai suoi compagni per avvisarli dell’imminente attacco della Nazione del Ghiaccio? Siamo ancora all’inizio della stagione, ma tutta questa carne al fuoco ci intriga assai nonostante i soli 4 episodi; quindi, per l’ennesima volta, ottimo lavoro!

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