The 1004×02 Heavy Lies The Crown

Mentre a Polis l'alleanza tra Roan e gli Skaikru è minacciata dall'ambasciatore di Azgeda, alla stazione Alfa Clarke e Raven fanno di tutto per svolgere e sopportare al meglio il loro nuovo compito di leader, anche grazie all'aiuto di un ex cancelliere di nostra conoscenza. La brillante intuizione di Monty sarà mandata all'aria per metà da un'altra discutibile scelta di Bellamy.

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In questo secondo episodio, ancora più che nel precedente, ci viene data l’esatta dimensione di quanto la maturazione di The 100 sia ormai profondamente radicata nelle trame dello show. Questa maturazione si evince in maniera cristallina analizzando in che misura siano cambiati e cresciuti alcuni dei personaggi principali più giovani. Nulla degli spaesati e confusi adolescenti della prima stagione è sopravvissuto; la leadership degli Skaikru è ormai lentamente scivolata dalle mani di Abby, Kane e Jaha, per approdare in quelle di Clarke, Raven e tutti gli altri giovani protagonisti, che quasi senza volerlo si vedono investiti del ruolo di guida del popolo del cielo, di capi forti e autorevoli ai quali aggrapparsi.

Le allarmanti problematiche che investono gli Skaikru, si sviluppano, ahimè, lungo più fronti contemporaneamente, obbligando lo storico gruppo di amici a dividersi dei compiti ben specifici da portare a termine nel più breve tempo possibile. Il tempo è la parola chiave, il nemico principale contro il quali tutti devono combattere, perchè mai come in questo momento l’incedere dei giorni ha gravato in modo così pesante sul destino di tutti. Sei mesi di tempo prima che la terra si renda di nuovo inabitabile, ed ancora meno quello a disposizione per far si che i delicati equilibri che intercorrono tra Grounders e Skaikru non si spezzino definitivamente. L’instabile posizione di re Roan è minacciata dalla rabbia e dalla sfiducia, sentimenti che prosperano e prolificano senza sosta tra il popolo di Azgeda.

La sfida per singolar tenzone lanciata dall’ambasciatore del popolo del ghiaccio, non sembra tuttavia la soluzione più logica da intraprendere: il sovrano è ancora debole, convalescente e per tanto un’alternativa va trovata a tutti i costi. La sua morte prematura comprometterebbe l’accordo con i clan, e gli Skaikru sarebbero massacrati senza pietà.

Dimostrandosi ancora una volta quel personaggio ne carne ne pesce già visto nella precedente stagione, Roan si comporta quasi da mansueto burattino nelle mani di tutti, lasciando che siano gli altri a cercare e trovare la giusta soluzione per ovviare al problema e prendere quindi più tempo possibile. Fare la voce grave e profonda abbassando la testa e aggrottando le sopracciglia per dare profondità allo sguardo, non aiuta di certo Roan a trasmettere timore e rispetto ad un attento spettatore, risultando per l’appunto ancora molto spaesato ed insipido.

A risolvere il problema ci pensa infatti Octavia, uccidendo a tradimento l’ambasciatore e risolvendo a modo suo il problema; ormai la sua indole sembra essersi completamente trasformata in quella di una killer psicopatica completamente irrequieta, disturbata e con gravi problemi di autocontrollo, ma almeno in questo caso ha messo una toppa là dove la situazione lo richiedeva.

Chi invece ha lasciato Polis per tentare di risolvere il problema più macroscopico di tutti, quello che in fondo è i vero motivo dell’alleanza intrapresa con Roan, sono Clarke,  Bellamy, Raven e Monty. Ma non abbiamo forse dimenticato qualcuno? Ah già, Jasper.

Ormai i simpatizzanti di questo personaggio dovrebbero aver abbandonato la speranza di vederlo rinsavire, perchè sembra proprio che nulla dagli eventi di Mount Weather fino al momento presente, sia riuscito a scuoterlo al punto di rimetterlo completamente in sesto. L’unica cosa che gli rallegra lo spirito è il fatto di non dover più nemmeno togliersi il disturbo di suicidarsi: il suo atteggiamento da “We party hard all night” che dimostra in questo episodio, dandosi alla musica a tutto volume e all’alcolismo compulsivo, ci da la misura di quanto sia felice e sollevato all’idea che tutte le sue sofferenze  potrebbero finire tra soli sei mesi.

Ormai non è più da considerarsi ne un compagno ne tantomeno un valido alleato per gli Skaikru, ma semplicemente un fastidioso ostacolo che non aggiunge nulla di costruttivo alle delicate conversazioni sulle problematiche che torreggiano minacciose sulla testa di tutti.

Problematiche che sembrano trovare una soluzione grazie alla fulminea intuizione di Monty: la stazione Alfa. Perchè nessuno ci aveva mai pensato prima? L’umanità è sopravvissuta per 97 anni proteggendosi dalle radiazioni all’interno di questa astronave, quindi perchè non usarla come rifugio anche in questo caso?

Da qui in poi il gruppo rimasto alla stazione si dividerà in due per adempiere ognuno ad un compito ben preciso: Bellamy e Monty capeggeranno la spedizione all’Arcadia per recuperare il generatore idroelettrico, mentre Raven e Clarke rimarranno nel loro “quartier generale” per dirigere i lavori di riparazione.

Bellamy sembra inciampare ancora una volta nel solito errore che pare ormai destinato a compiere ancora e ancora, quasi come fosse intrappolato in un loop temporale, ovvero agire solo in funzione del suo senso di colpa. Può inzuccherare la questione come vuole, ma salvare la vita a 25 persone compromettendo la vita di altri 500 individui è da considerarsi quantomeno stupido ed irresponsabile.

Gli schiavi che trova imprigionati all’Arcadia, sottomessi dagli spietati Grounders che la controllano, sono infatti destinati a morte certa, ma Bellamy, con la complicità degli altri (non di tutti ma della maggior parte quantomeno) tramite una reazione chimica fa esplodere il reattore idroelettrico rimasto all’Arcadia, quello che sarebbe stata l’unica fonte rinnovabile di acqua per la stazione Alfa.

D’accordo, questa è una serie tv, è finzione lo sappiamo tutti, quindi probabilmente un’altra soluzione salterà fuori prima o poi, ma un approccio più pragmatico e macchiavellico sarebbe stato da preferirsi alla stucchevolezza del comportamento di Bellamy, e questo penso sia chiaro a tutti.

Dall’altra parte invece ci troviamo ad affrontare in maniera prepotente, quasi come un pugno nello stomaco, quel discorso già accennato ad inizio paragrafo: Clarke e Raven infatti si sentono addosso come non mai, il peso della responsabilità, il peso che deriva dalla leadership che, volenti o nolenti, si devono accollare in questo momento così delicato.

La forza di un leader sta anche nel saper mettere da parte rancori e sentimenti per un bene superiore, ed è esattamente quello che le due ragazze si sforzano di fare nei confronti di Jaha. L’ex cancelliere cerca di  fare ammenda per i suoi peccati in tutti i modi possibili e dona quindi la sua esperienza ingegneristica al servizio di Raven: la reticenza e lo sdegno della ragazza nei suoi confronti saranno messe da parte, almeno momentaneamente, per sopperire alle esigenze del gruppo.

La conversazione tra Jaha e Clarke è sicuramente il momento più topico dell’episodio, e forse fa accantonare almeno in parte il disprezzo nei confronti di questo personaggio, categorizzato come villain assoluto da ormai moltissimo tempo: così come lui stesso in passato , Clarke si vede costretta a fare delle scelte che a malincuore non potranno volgere a favore di tutti.

Il sacrificio è necessario, e spesso sembra l’unica scelta possibile quando di alternative non ce ne sono. Ed è proprio questa in realtà la funzione vera e propria di un capo: avere sulla coscienza il peso di scelte difficile che nessun altro avrebbe altrimenti il coraggio di intraprendere.

Jaha: “We make the best decisions that we can with the informations that we have, and hope that there’s a forgiving God”.

Le trame che mano a mano si stanno aprendo in questa quarta stagione non sembrano niente affatto male. La maniera in cui la serie si sta rinnovando è sensata e coerente, senza forzature di nessun tipo, ma svolgendo poco alla volta una matassa unica e compatta, con un seguito logico che sembra essere preparato da molto tempo, senza rattoppamenti alla buona per allungare il brodo inutilmente. Per i soliti personaggi forti, stabili e ben costruiti, permangono tuttavia quelli più deboli e con scarso appeal che ormai stazionano all’interno dello show da una stagione buona. Chissà se finalmente li vedremo revitalizzati e tirati a lucido per questo quarto capitolo di The 100! Quattro porca miseria per l’episodio 4×02.

4

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