Disney+ e Marvel Studios aprono con l'artiglieria pesante la Fase 4 dell'MCU, confezionando una serie che ha nella meta-narratività un grandissimo punto a suo vantaggio.
Marvel's Runaways si conclude, ma il percorso che fa per giungere alla fine è parecchio accidentato.
Non è facile essere originali quando si tratta di salvare il mondo per la sesta volta. Però almeno sforzarsi non sarebbe stato male.
Il finale della terza stagione di Jessica Jones ben riassume pregi e difetti del progetto Defenders, destinato a concludersi con quest'ultima collaborazione. Un addio non facile ma forse doveroso.
Dopo la buona partenza con il doppio episodio iniziale, la seconda stagione di Cloak and Dagger prende direzioni inaspettate portandoci a D'Spayre e a un incontro con i Loa, tra molte cose buone e qualche perplessità.
L'ultimo racconto Netflix-Marvel si apre con una Jessica ancora una volta divisa tra sensi di colpa e inadeguatezza, mentre intorno a lei i coprotagonisti lottano per destreggiarsi tra nodi morali in cui si ergono come arbitri.
L'universo delle piattaforme di streaming comincia a farsi decisamente affollato: Disney+ e Apple TV+ si preparano a scombussolare i giochi e ci raccontano un trend dai numeri impressionanti.
I finali con cliffhanger se non addirittura completamente aperti sono ormai diventati una radicata abitudine nel panorama seriale. Proviamo a parlarne un po'.
La seconda stagione di Runaways è sopratutto foriera di conferme sia dei pregi che dei difetti già mostrati in precedenza. Vi raccontiamo perché ci è piaciuta, ma non quanto avrebbe potuto.
A colpi di pistola Frank Castle porta avanti la sua hobbesiana visione della vita: homo homini lupus non è mai stato così vero come nella seconda stagione di The Punisher.
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