Supernatural12×20 Twigs & Twine & Tasha Banes – 12×21 There’s Something About Mary

Dopo la morte di Alicia, Max decide di creare un fantoccio della sorella pur di non dover affrontare il dolore della sua perdita. Nel frattempo, Mary diventa prigioniera dei Men Of Letters che, rapidamente, danno inizio ad un'operazione di sterminio dei cacciatori americani.

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I due episodi che ci preparano al doppio season finale della prossima settimana alternano scenari di scarsa rilevanza volti esclusivamente a creare una sorta di continuità con il futuro della serie e momenti di estrema importanza non solo per l’evoluzione di Supernatural, ma soprattutto per l’intero mondo narrativo che definisce la serie.

Con Twigs & Twine & Tasha Banes ci troviamo di fronte a un filler, il cui scopo è quello di dare una storyline a Max e Alicia, i due gemelli appartenenti ad una famiglia di streghe conosciuti durante questa stagione. La loro storia non ha però molte pretese e diventa l’ennesimo pretesto per Sam e Dean di combattere contro una sconosciuta forza del male. L’episodio diventa decisamente più interessante sul finale, momento in cui la madre dei gemelli e la stessa Alicia perdono la vita. Max decide allora di servirsi del potere da lui appena sconfitto per portare in vita una sorta di fantoccio della sorella. L’episodio tratta la questione in fretta e furia e funge perciò da introduzione a una storia che si svilupperà a dovere nella già annunciata tredicesima stagione.

Sebbene Max e Alicia coprano gran parte della durata dell’episodio, molto spazio è dedicato anche a Mary e la sua complessa relazione con i Men Of Letters britannici. Scoperti i loro piani, la donna decide di avvertire i figli, ma uno scontro con Ketch la condurrà ad essere prigioniera dell’organizzazione. There’s Something About Mary riprende proprio dalla sua cattura e si struttura interamente attorno alla psicologia del personaggio, evidenziandone contraddizioni e valori. L’obiettivo dei Men Of Letters è quello di trasformare Mary nel loro killer ideale, un segugio che possa rispondere ai comandi senza obiezioni di coscienza. Ad occuparsi di un sistematico lavaggio del cervello della donna è Toni, rientrata sul suolo statunitense per portare a termine una volte per tutte la missione dell’organizzazione di cui fa parte: sterminare tutti i cacciatori americani.

Sam e Dean, sebbene per via traverse, capiscono che qualcosa non quadra quando diversi cacciatori (fra cui Eileen) perdono misteriosamente la vita. Sarà proprio una lettera dell’amica a condurre i Winchester a indagare su un possibile coinvolgimento dei britannici, scoprendo poi di essere stati osservati per tutto questo tempo. Lo scontro è inevitabile, Sam e Dean sono disposti a tutto pur di trovare Mary e tendono a Toni e i suoi scagnozzi un agguato. Le cose non vanno però come previsto ed è proprio Mary a porre fine all’operazione voltando le spalle ai propri figli. I due vengono rinchiusi nel bunker insieme a Toni e privati di qualsiasi contatto con l’esterno, in attesa che l’ossigeno che li tiene in vita finisca.

Supernatural ha sempre fatto un lavoro eccezionale per quanto riguarda la caratterizzazione dei suoi personaggi e la strutturazione di Mary ne è l’esempio più lampante

Condannando Sam e Dean a morte Mary stravolge di conseguenza il suo intero percorso all’interno della serie sacrificando i propri valori e, sebbene il cambiamento repentino sia solo il frutto di brutali sistemi di tortura, è chiaro agli occhi dello spettatore che la complessità del personaggio giace proprio nel dualismo della sua indole. La ferocia dei suoi occhi è il simbolo di due lati della sua personalità opposti e inconciliabili, quello di madre e quello di cacciatrice. Supernatural ha sempre fatto un lavoro eccezionale per quanto riguarda la caratterizzazione dei suoi personaggi e la strutturazione di Mary ne è l’esempio più lampante. Il conflitto che la tormenta dalla sua prima apparizione e i demoni interiori che deve affrontare vengono finalmente a galla in un’esplosione imprevista che la configura quasi come un nemico.

L’episodio non dedica nessuno spazio a Kelly e Castiel, ma pone fine alla prigionia di Lucifero, espediente di cui la serie ha abusato fin troppo e che rallentava le dinamiche della stagione. In un improvviso ribaltamento di ruoli, Lucifero rientra in possesso dei suoi poteri e, prevedibilmente, sfoga la propria furia vendicativa nei confronti di Crowley, uccidendolo. Per lo spettatore è però difficile credere che Crowley sia realmente morto, soprattutto per l’incredibile importanza di un personaggio storico della serie a cui il pubblico è ormai affezionato.

Per i più scettici, gli autori hanno pensato bene di inserire più di un frammento ambiguo nelle scene dedicate alla sua morte. La presenza di un topo vicino al corpo del demone, prima e dopo la sua morte. È un fin troppo prevedibile stratagemma per farci capire che Crowley è riuscito ad evadere dal triste destino che lo attendeva.

Il finale si prospetta estremamente interessante per molteplici motivi, in primis per il grado di corruzione che l’organizzazione preposta ai Men Of Letters dimostra anche in questi episodi, ma soprattutto perché le due storyline principali troveranno finalmente un punto di congiunzione.

 

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