Supernatural11×23 Alpha and Omega

La fine è vicina, i Winchester cercano dunque di elaborare una strategia finale che possa distruggere definitivamente Amara.

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Siamo finalmente giunti al momento che tutti aspettavamo, il season finale di questa undicesima stagione di Supernatural, probabilmente la più intensa e complessa dopo quel capolavoro della quinta. Le premesse per un finale col botto c’erano tutte, eppure gli autori hanno inaspettatamente deciso di prendere una strada diversa, probabilmente quella più sensata e coerente con il tema portante dell’intera serie: la famiglia.
Chi di voi si aspettava uno scontro di proporzioni bibliche fra Dio e Amara è perciò rimasto in qualche modo deluso, anche se tutto è piuttosto oggettivo: gli spunti di riflessione che Alpha e Omega ci regala sono parecchi, e tutti molto importanti. La puntata non si è quindi concentrata su una battaglia violenta ed epica, né sulle conseguenze dell’imminente apocalisse, ma si è focalizzata ancora una volta sulle dinamiche personali che legano i diversi personaggi. La cosa può in qualche modo essere un’arma a doppio taglio, considerando che le battaglie sono un elemento fondamentale di Supernatural, e da un season finale così importante ci aspetteremmo effettivamente un grande spargimento di sangue… l’episodio però riesce ugualmente a dare una degna chiusura alla trama di questa stagione, proiettandoci su di un livello completamente diverso, ma soprattutto dando nuova vita ad una storia che ci accompagna da ben undici anni.

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Lo scenario presentatoci alla fine dello scorso episodio ci aveva fatto pensare al peggio: Lucifero apparentemente distrutto, un Dio morente, la fine imminente dell’umanità e Sam e Dean che, nella loro impotenza, si stavano preparando alla fine dei giochi. Il quadro presentatoci in Alpha and Omega non è poi così diverso: Dio/Chuck è in fin di vita, cosa che si ripercuoterebbe inevitabilmente sull’intero cosmo e di conseguenza porrebbe fine all’esistenza stessa in quanto tale, ed il piano che coinvolgeva anche Crowley e Rowena ha miseramente fallito. La terribile situazione viene simbolicamente rappresentata dal sole che lentamente si sta spegnendo. La non poi così allegra combriccola sembra aver perso ogni speranza: Dean è il primo a gettare metaforicamente la spugna, decidendo di vivere gli ultimi istanti della sua vita senza più pensare ad Amara, e a ruota lo seguono tutti, anche Chuck (sempre più debole). Sam diventa quindi la coscienza del gruppo, non molla e cerca di elaborare un piano B per distruggere definitivamente l’Oscurità. Sebbene Dio sia contrario alla sua eliminazione è costretto a rendersi conto che non esiste nessun’altra via d’uscita ed identifica un unico punto di debolezza della sorella: la luce.
Non potendo contare sulle energie del Signore – sì, stiamo realmente scrivendo questa frase – Castiel realizza che l’energia sprigionata dalle anime potrebbe essere l’àncora di salvezza. Raccogliendo le anime nei modi più disparati, anche con l’inaspettato aiuto di Billie, la mietitrice, Rowena riesce a creare una sorta di bomba pronta ad esplodere e disintegrare l’oscurità. La bomba deve essere però posta all’interno di un “contenitore”, qualcosa che possa realmente avvicinarsi il più possibile ad Amara, ovvero Dean.

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Dean è pronto al sacrificio finale, ma il suo incontro con Amara prende una piega del tutto inaspettata. La potente entità è improvvisamente colpita dalla creazione del fratello, e nel giro di pochi istanti realizza che la vendetta che cercava da tempo non la sta soddisfacendo come pensava. Il dialogo con Dean verte esclusivamente su quello che poco fa abbiamo definito come il tema portante della serie: la famiglia. Dean prova a ragionare con la sua avversaria, facendole capire che il suo implacabile desiderio di distruzione è in realtà dettato dal profondo bisogno di avere il fratello di nuovo con sé. Amara è nuovamente definita secondo una logica strettamente umana, fatta di bisogni e desideri, e realizza finalmente di aver condotto una guerra sbagliata. La riunione dei due fratelli ridà al cosmo quell’equilibrio che stava scomparendo ed è una bellissima metafora per come la luce non possa esistere senza le tenebre, poiché entrambe necessarie per l’esistenza stessa dell’umanità (e non solo). I due decidono di concedere del tempo al ritrovato rapporto – sì, stiamo ancora parlando di Dio e sua sorella – affidando simbolicamente l’umanità ai due Winchester.

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Le cose in realtà si complicano nuovamente. Da un lato Sam crede che Dean sia morto, ed ha uno strano incontro con Tonim, una misteriosa donna appartenente ai Men of Letters britannici, disposta a frenare una volta per tutte la pericolosa attività dei Winchester, i due fratelli che continuano a mettere a repentaglio le sorti dell’umanità. La donna non si fa intimorire dal rude atteggiamento di Sam e gli spara (apparentemente) senza pensarci troppo. Dall’altro Dean è in qualche modo premiato da Amara per averla aiutata a trovare ciò di cui aveva più bisogno, con l’apparizione di una figura sempre centrale nella vita del cacciatore: la madre defunta. Questi ultimi momenti ci fanno presagire che la dodicesima stagione di Supernatural avrà a sua volta un sviluppo turbolento, in primis per questa apparente divisione dei due fratelli, ma soprattutto per l’improvviso arrivo di queste due figure.

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La puntata è densa di avvenimenti piuttosto importanti, iniziando con questa strana alleanza tra tutti i protagonisti della serie a cui è difficile abituarsi e continuando con la drammatica scena dell’addio tra i due fratelli, con tanto di chiavi della macchina affidate a Sam. In un modo o in un altro Alpha and Omega riesce a toccare tutti i punti cardini della serie: i Men of Letters, la biblica battaglia fra bene e male, gli angeli, i demoni, la famiglia Winchester con l’inaspettato ritorno di Mary, ma soprattutto l’arte di cacciare che contraddistingue Sam e Dean. Aver dato spazio anche a questa importante dimensione della storia in questo season finale (e più precisamente nel momento di raccolta delle anime) è stata sicuramente una mossa ben giocata, poiché è riuscita a combinare i diversi elementi di Supernatural, e mostrandoci che nonostante la sua continua evoluzione rimane lo show di cui tutti noi ci siamo innamorati tanto tempo fa. L’epilogo della storyline di questa stagione può non aver soddisfatto tutti i fan, ma è senza dubbio coerente con il messaggio che la storia cerca di darci da diversi mesi, e va a chiudere un importante cerchio nella struttura narrativa della serie. Dio e Amara giocheranno sempre un ruolo chiave all’interno della trama, ma lo scambio di battute fra Dean e Dio sulla sicurezza dell’umanità dovuta alla presenza dei Winchester ci fa senza dubbio capire come il futuro della serie preveda di focalizzarsi esclusivamente sulla dimensione umana. Fatta questa premessa si potrebbe dire che Supernatural ha il potenziale per continuare altri dieci anni, principalmente per la sua grande capacità di adattarsi a più contesti narrativi.

Una grande nota dolente che sentiamo di dover menzionare è la totale assenza di spiegazioni riguardo alla presunta scomparsa di Lucifero, liquidato in due misere battute. Eppure questo personaggio è stato di fondamentale importanza per l’evoluzione della storia, e lo stesso Dean lo ricorda in un preciso momento dell’episodio; sarebbe stato quantomeno sensato che i vari personaggi (ma soprattutto Chuck, visto il toccante dialogo dello scorso episodio) si fossero preoccupati della misteriosa dipartita di quella che non molto tempo fa era considerata l’arma più preziosa di tutte. Un’ulteriore critica si potrebbe muovere nei confronti del repentino cambiamento di Amara, avvenuto troppo velocemente, e di conseguenza poco approfondito. Le scene che la vedono protagonista sono ugualmente molto forti e toccanti, e come abbiamo già detto, questo suo incredibile desiderio di affetto era l’unico epilogo possibile per un personaggio che era in realtà una metafora per il male nella sua forma più assoluta. Dedicare qualche episodio in più al suo cambio di rotta avrebbe dunque reso questo passaggio meno forzato e sicuramente più efficace.

Nel suo complesso la puntata è ben strutturata e riesce a dare una degna conclusione ad un importante segmento narrativo della serie, aprendo nello stesso tempo una nuova sensazionale parentesi. Non ci resta che aspettare e vedere se la serie continuerà il suo cammino a testa alta.

La valutazione è di 4,5 porcamiseria

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