Supergirl3×06 Midvale – 3×07 Wake Up

I due episodi di Supergirl che precedono la tanto attesa (?) parentesi dedicata all’annuale crossover DC sono molto diversi tra loro a livelli di struttura narrativa, ma entrambi spingono il pedale sulla componente emozionale a discapito di tutta la parte action, di cui però non si sente assolutamente la mancanza.

Midvale

Kara e Alex tornano a casa Danvers per permettere a quest’ultima di leccarsi le ferite dopo la dolorosa fine del suo rapporto con Maggie: entrambe le sorelle hanno però il cuore spezzato e questo loro dolore crea qualche tensione di troppo tra le due, facendo riemergere la più classica delle dinamiche di amore e odio fraterno.

Per capire meglio i fondamenti del non sempre facile rapporto tra le due sorelle, l’episodio ci riporterà alla loro adolescenza, apparentemente appena poco dopo l’arrivo di Kara in quel di Midvale, la cittadina in cui la kryptoniana impara a muoversi nel suo nuovo mondo e in cui scopre quell’umanità che proprio in questa stagione sembra voler quasi rispedire al mittente.

Dalla descrizione lo avrete già capito: Midvale è la Smallville di Supergirl e il parallelismo con la serie non si limita solo all’ambientazione dei flashback. Come nella serie con Tom Welling, protagonisti della scena non sono solamente le straordinarie abilità di un kryptoniano sulla Terra, ma piuttosto le difficoltà nel farle convivere con l’ordinaria vita di un’adolescente. Tra i corridoi del liceo cittadino vediamo una Kara considerata da tutti un outsider per il suo carattere scontroso, ostracizzata persino da Alex che fatica ad adattarsi al suo nuovo ruolo di sorella maggiore. Differentemente da Smallville, però, Kara non si troverà di fronte ad un fenomeno paranormale da appendere al muro delle stramberie di Chloe quanto piuttosto un umanissimo caso di omicidio che sarà in un certo senso educativo per lei: non solo conoscerà il dolore umano, non solo capirà le conseguenze dell’utilizzare con leggerezza i suoi poteri, ma soprattutto riuscirà a stabilire una prima connessione con la sorella, ponendo dunque la prima pietra del loro rapporto fraterno.

Il parallelismo con Smallville è infine tutt’altro che velato, non solo per il riferimento ad un Lex Luthor pelato, quanto all’effettivo coinvolgimento offscreen di Chloe nella risoluzione del caso. Seppur sia quasi impossibile che le due serie condividano lo stesso universo narrativo, possiamo però affermare che il mondo di Clark Kent nell’Arrowverse non sia poi così difforme da quello della serie che lo vide protagonista nello scorso decennio.

Midvale è una gradevole pausa dagli accadimenti della trama orizzontale, che per una volta cerca di dare un po’ più di profondità alla protagonista e alla sua storia, pur non raccontandoci in fin dei conti nulla di nuovo. La resa dell’episodio non potrebbe però essere stata tale senza l’accurato lavoro di casting che ha portato in scena due eccellenti giovani Alex e Kara, sia per la somiglianza strabiliante con Chyler Leigh e Melissa Benoist, sia per l’attento lavoro fatto dalle due giovani attrici nel riproporre fedelmente la stessa caratterizzazione dei loro personaggi così come li conosciamo.

Wake Up

Sorvolando l’inutile segmento dedicato a J’onn e il suo rapporto tutto da costruire con il padre ritrovato, il settimo episodio dà una bella scossa all’assetto narrativo di questa terza stagione di Supergirl, sia attraverso una netta accelerazione sulla storia di Samantha sia mediante il tanto agognato ritorno di Mon-El.

Decisa a scoprire di più sui suoi poteri e su quello che le sta accadendo, Samantha ritorna dalla madre adottiva per avere indizi sulle sue origini, scoprendo così di essere un extra-terrestre arrivata sulla Terra attraverso una navicella spaziale. Come nella più solida tradizione kryptoniana, la navicella si attiva in presenza della sua ospite conferendole la via per scoprire tutta la verità sul suo passato. Giunta – con fin troppa facilità – nel luogo destinato alla comparsa della sua Fortezza – l’equivalente della Fortezza della Solitudine di Clark e Kara – Samantha apprende di essere destinata ad essere portatrice di Distruzione e, pur nolente, non riesce a sottrarsi all’adempimento del suo destino. Al di là della facilità con cui si arriva al risveglio di Reign – dopo sei episodi in cui avevamo apprezzato la gradualità con la quale era stata introdotta la sua figura – tutto il segmento viene trattato efficacemente, trovando il suo culmine nel momento della metamorfosi, quando si passa dall’eccitazione di Samantha all’idea di poter essere simile a Supergirl alla disperazione data da un destino di morte e distruzione, al timore di poter nuocere alla piccola Ruby, definita un effetto collaterale del suo percorso sulla Terra.

Se l’avvenuto risveglio di Reign non fa certo presagire un futuro tranquillo per Supergirl, non è che il presente sia poi così rose e fiori, come l’inaspettato ritrovamento di Mon-El avrebbe potuto far presagire. Il distacco del bel daixamita è infatti foriero di guai ed è evidente che i sette mesi di assenza lo abbiano cambiato profondamente. Sette mesi che in realtà si rivelano essere sette anni, a causa della distorsione spazio temporale in cui Mon-El viene catapultato una volta risucchiato da quel buco nero che avevamo visto nello scorso season finale. Questi sette anni passati in un futuro lontano ne permettono il ritorno sulla Terra senza pericoli, grazie ai prodigi della scienza che la L-Corp ha nel frattempo messo a segno, e aprono ovviamente scenari del tutto inaspettati e per questo interessanti. Se sul lato sentimentale mai-una-gioia Kara non avrà quasi il tempo di gioire, complice il ritrovamento della moglie di Mon-El – tale Imra Ardeen aka Saturn Girl -, su quello supereroistico tutti gli elementi portano a ritenere ormai certo l’arrivo della Legion of Superheroes, e chissà, magari anche di Braniac 5, dando così fondamento alle teorie che già da mesi bazzicavano in Rete. Quel che è certo è che il post-crossover di Supergirl si preannuncia interessantissimo.

In definitiva, Wake Up è un episodio concreto, che punta al sodo privandoci – quasi – di stupidi segmenti filler e che riesce a farsi perdonare l’uscita di scena di Floriana Lima. Sul piano emotivo, tra il già citato risveglio di Reign, lo sguardo da cane bastonato di Mon-El e gli occhi perpetuamente lucidi di Kara, ce n’è per tutti i palati e Supergirl dimostra di essere una serie fedele a se stessa, che riesce a bilanciare le sue due anime – quella sentimentale e quella supereroistica – senza tradire lo spettatore come invece accade ad alcune sue vicinanze di palinsesto.

Buongiorno a tutti purtroppo anche oggi Mon-el è sposato e non con me#Supergirl

— alex (@wannabebrave__) November 24, 2017

Comunque io rimango incinta ad ogni inquadratura. #Supergirl pic.twitter.com/diXRCnvmg5

— 𝔤𝔞𝔟𝔰 (@moonligvtsel) November 23, 2017

"Lei è Imra, mia moglie."
Io:#Supergirl pic.twitter.com/J1En2KdvAI

— captain lucre rogers 🥓 (@aesthetyan) November 23, 2017

https://twitter.com/beatlesstark/status/930868227193831424

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