Il ritorno di Jeremiah Danvers è al centro di questi due episodi di Supergirl, e con esso, per fortuna, il gradito ritorno del buonsenso dopo lo schifo il passo falso di Mr.&Mrs. Mxyzptlk. Centrale nella narrazione, l’impatto, emotivo e non, che ciò avrà nelle vite delle figlie e, come prevedibile, la figura di Alex sarà assolutamente in primo piano.
Homecoming
Durante una delle tante operazioni per ostacolare i piani di Cadmus, il DEO riesce fortuitamente a trarre in salvo Jeremiah Danvers dalle grinfie di Lillian, rendendo chiaramente felicissime Alex e Kara, che vedono così riunita la propria famiglia.
Un regalo del cielo, una felicità da godersi senza troppe domande: i genitori nuovamente riuniti, le due ragazze innamorate, felici nel poter fare le presentazioni di rito in famiglia; eppure, qualcosa non quadra, tutto è filato via troppo liscio. La diffidenza è d’obbligo quando si ha a che fare con una donna spietata e calcolatrice come Lillian Luthor, ma apparentemente la felicità nel poter riabbracciare Jeremiah è troppo grande perché qualcuno ragioni lucidamente, perché qualche dubbio possa anche solo intaccare questo felice quadretto familiare.
Nonostante abbia tutto da perdere, sarà Mon-El a mettere in guardia Kara su questo inaspettato ritorno, al costo di rovinare la loro storia d’amore appena agli inizi. Non senza resistenza, la ragazza riuscirà ad aprire gli occhi ed instillare più di un dubbio sul padre ritrovato all’interno della cerchia del DEO. Prevedibilmente, l’unica a non essere minimamente scalfita da tali dubbi sarà Alex, che crede fermamente nelle buone intenzioni del padre, che neanche per un secondo può ipotizzare possa essere una talpa di Cadmus per chissà quali scopi.
Le tensioni scatenate dai sospetti di Mon-El metteranno in atto una serie di conflitti che culmineranno in una fortissima crisi tra le sorelle Danvers: in assoluta coerenza con le piccole frizioni e rivalità viste finora, questo diventa in assoluto il contrasto più forte visto finora tra Kara e Alex e compensa con la sua intensità e le emozioni che suscita l’ovvietà dell’epilogo di questo episodio, che vede chiaramente confermati i sospetti di Mon-El. Solo davanti al fatto compiuto Alex realizzerà e accetterà la verità, e nonostante l’evidenza dei fatti, il suo cuore spezzato le impedirà di compiere il suo dovere, lasciando il padre libero di tornare da Lillian durante l’inseguimento finale.
Homecoming è un episodio buono, perfettamente a fuoco e centrato sulla trama orizzontale di Cadmus: non c’è spazio – o quasi – per storyline secondarie o avulse. Anche se a scapito dell’azione, il ritorno di Jeremiah permette di poter sviscerare quel rapporto tra sorelle mai troppo sfruttato e che anche stavolta non porta a casa un lauto bottino.
Purtroppo, il solito buonismo di Supergirl, per cui tutte le tensioni vengono risolte in un batter di ciglia, si rivela in questo caso miopia nel non riuscire a cogliere le opportunità derivanti da un’ipotetica crisi tra Kara e Alex che possa protrarsi per qualche episodio. A guadagnarne sarebbe non solo la storia ma anche la caratterizzazione della protagonista, mai troppo profonda o sopra le righe, costantemente permeata di buone intenzioni. Una caratterizzazione che per fortuna non è manchevole nei confronti di Alex, che si rivela, come spesso detto su queste pagine, una dei personaggi meglio costruiti di Supergirl.
Exodus
Exodus è la diretta prosecuzione di Homecoming ed è lodevole come per una volta gli sceneggiatori abbiano scelto di non spezzare il ritmo narrativo con storyline parallele e di focalizzarsi piuttosto sugli strascichi del tradimento di Jeremiah e sulla conseguente crisi di Alex, crisi che la porterà addirittura ad una sospensione temporanea dal DEO.
Centrale ancora una volta la figura del personaggio interpretato da Chyler Leigh, che abbandona il suo abituale sangue freddo per seguire il suo istinto, lanciandosi in un attacco solitario al quartier generale di Cadmus, così da sventare il suo folle piano e riabilitare il nome del padre. Abbandonandoci per un secondo alla sospensione dell’incredulità spesso necessaria in serie di questo genere, l’impresa di Alex dà vita ad una delle più belle sequenze d’azione mai viste in Supergirl e, conseguentemente, ad una delle sue migliori prove in questa seconda stagione.
Il richiamo del sangue – in senso lato – sarà anche motore delle azioni di Kara, intenta a contrastare il folle piano di Lillian di lanciare nello spazio quanti più alieni possibile, un Esodo appunto, grazie al Registro Nazionale degli Alieni di cui Jeremiah si è impossessato in Homecoming. In maniera inusuale però, Kara non si affiderà ai suoi poteri quanto piuttosto alle sue abilità come giornalista. Disobbedendo alle direttive di Snapper, la ragazza pubblicherà la sua storia sul suo blog, pur senza prove tangibili – non potendo infatti rivelare il DEO come fonte ufficiale della storia – al solo scopo di mettere in guardia gli alieni di National City. Manco fosse una tweet-star.
Ironia a parte, sarà interessante vedere se il suo licenziamento aprirà la strada a dei lati inediti di Kara e se il tutto si risolverà come sempre in un lieto fine e nella conseguente riassunzione. Di sicuro, appare fin troppo smielata la consolazione sul finale di essere comunque ancora in grado di aiutare le persone come Supergirl e di poter essere felice del fatto di avere Mon-El accanto. Dopo due stagioni fortemente incentrate sul girl power, ci sembra abbastanza out-of-character come conclusione.
Exodus riabilita pienamente i passi falsi di questa stagione, regalandoci un episodio pieno di emozioni, anche se fautrice di questo recupero è di sicuro Alex. Il personaggio di Supergirl, per quanto determinante nella risoluzione del conflitto finale, non riesce ancora ad avere quella marcia in più che ci aspetteremmo.
Oltre alle già citate scene – d’azione e non – che vedono protagonista Alex, altro momento pregevole è sicuramente quello in cui Kara deve superare le proprie capacità per riportare a terra l’astronave ormai quasi fuori dall’atmosfera terrestre: gli sguardi tra lei e Alex sono davvero carichi di emozioni e la scena delle mani che si congiungono al di là del vetro della sala comandi davvero toccante, per quanto rimanga chiaramente un assoluto cliché visto e rivisto.
Da un punto di vista più tecnico, come già detto, sono assolutamente convincenti le scene d’azione e per una volta anche gli effetti speciali non sono così disdicevoli, anzi. L’unica nota tecnica negativa sono forse i costumi. Perché capiamo i problemi di budget, ma il far indossare a degli attori delle maschere che potremmo trovare in qualsiasi negozio di costumi di Carnevale e renderli credibili come alieni – citofonare Lyra – non è propriamente ciò che ci aspetteremmo da una serie tv dei giorni nostri.
Chiudiamo poi con l’ultima nota positiva, almeno per noi geek, derivante dall’ultima scena che prelude ai fatti del prossimo episodio: l’effetto nostalgia nel vedere all’interno dello stesso episodio – purtroppo senza interagire tra loro – i Lois & Clark dell’omonima serie raggiunge puntualmente l’obiettivo prefissato. Se per Dean Cain (aka Jeremiah) questo è probabilmente un arrivederci, per l’ex casalinga disperata Teri Hatcher si tratta invece di un benvenuto, con tanta curiosità e speranza circa il suo personaggio. E poi si accompagna con Hercules (Kevin Sorbo). Cosa volere di più?
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Da qualche parte nel mondo Cat Grant sta per avere un attacco di cuore. #Supergirl
— haruka (@Nannynnina) March 11, 2017
https://twitter.com/kerbrimo/status/839927979723603968
Nn esiste #supergirl senza Alex,avranno sempre bisogno l'un dell'altra..una scena da pelle d'oca..#sanvers https://t.co/EFCRvegYQI
— Charlie (@Cherlie17620465) March 9, 2017
"Penso che essere Supergirl e avere te possa bastarmi" MA PURE SECONDO ME #Supergirl
— Rosita💕 (@Theymakeusproud) March 8, 2017
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