Settima stagione per Suits, serie molto amata nonostante una decisa ripetitività che alla lunga potrebbe far desistere anche il peggiore dei SerialFreak. Eppure, questa non sarà una stagione qualunque: la prima senza Gina Torres, la prima con Mike alla luce del sole, senza il suo segreto pronto ad esplodere in qualunque momento.
Skin in the Game e The Statue riportano in primo piano Harvey Specter, fin troppo nelle retrovie nella sesta stagione. Con la partenza di Jessica è arrivato il momento per Harvey di prendersi le proprie responsabilità e assumere il comando della PSL ed è proprio questo il leitmotiv di questa doppietta di episodi. Nella première ci si focalizza sulla sua parte più insicura, che rarissime volte abbiamo visto emergere e che viene fuori a causa delle pressioni ricevute affinché accetti ufficialmente lo scettro del comando e inizi a prendere delle decisioni importanti per l’equilibrio dello studio.
Dopo l’indecisione iniziale è nel secondo episodio che rivediamo finalmente il vecchio Harvey, intento a dar forma alla sua leadership operando una serie di scelte impopolari, salvo poi correggere il tiro sul finale. Se l’Harvey Specter principe del foro non è certo una novità, diverso è il discorso da fare sul piano sentimentale. Questo suo inaspettato interesse sentimentale per la sua psicologa è qualcosa a cui di sicuro non eravamo preparati, ci destabilizza, e se la scelta di perseguire questa storyline ci è apparsa piuttosto campata in aria, di certo apprezziamo lo sforzo nello stupire lo spettatore; almeno per il momento, ci tocca sospendere il giudizio su questa nuova love story.
Altrettanto in primo piano in questo inizio di stagione Donna, che gioca letteralmente d’azzardo, alzando enormemente il tiro circa le sue aspirazioni professionali, riallacciandosi così a quelle basi gettate sul finale della scorsa stagione. La sua rivendicazione di un posto all’interno del consiglio quale nuovo senior partner è qualcosa che ci lascia inizialmente basiti ma è al tempo stesso una boccata d’aria fresca per il suo personaggio e per l’intera serie, che tenta così di colmare il vuoto lasciato da Jessica Pearson. E quando ormai avevamo tacciato di esasperato buonismo questa sua sorprendente promozione – un salto diretto da segretaria a senior partner è inverosimile – rimaniamo piacevolmente sorpresi nell’apprendere di come invece avesse orchestrato tutto in modo da ottenere la ben più congeniale posizione di chief operations officer (COO).
Nella media invece le storyline di Louis e Mike. Il primo non riesce ad uscire altrettanto fuori dagli schemi, rimanendo fedele al suo personaggio sempre un po’ troppo condizionato dalle proprie emozioni e pronto a lottare con i denti per non perdere l’amicizia e il rispetto di Harvey. È però apprezzabile l’aver in un certo senso capitalizzato la delusione per la fine della storia con Tara per esplorare il suo desiderio di paternità, unico vero rimpianto di una relazione che per noi non è mai decollata. E ammettiamolo, è stato come ritornare un po’ alle prime stagioni quando lo abbiamo visto strapazzare i giovani avvocati tra i cubicoli della PSL. Baby steps anche per l’evoluzione di Mike, sempre intrappolato nella proprio dicotomia interiore tra l’essere un brillante avvocato e al tempo stesso cercare di aiutare il prossimo, che deve trovare dentro di sé la forza per superare gli ostacoli creatigli dalla lettera scarlatta di truffatore che dovrà portare per il resto della sua vita professionale. E si rivela in questo senso vincente la scelta del rifiuto di Harvey di aiutarlo, così da farlo reggere per una volta sulle proprie gambe.
Le scelte narrative di questi primi due episodi danno così vita ad un gradevole rimpasto degli equilibri della serie che ne rendono interessante la prosecuzione, attenuando in parte gli iniziali timori su una stagione così traballante sulla carta. A questo, dobbiamo poi sommare la sempre gradita presenza di Gretchen, l’ultima – dichiarata quantomeno – scorribanda legale del dynamic duo Specter-Ross e l’insperata comparsata di Gina Torres, chiamata a mettere in scena il bel parallelismo tra le due leadership dello studio e un formale e doveroso passaggio di testimone.
Insomma, i primi due episodi di Suits sono sicuramente finalizzati a presentarci il nuovo equilibrio all’interno della Pearson-Specter-Litt, pur senza svelarci le carte che verranno giocate nel proseguo della stagione, ma sono al tempo stesso caratterizzate da un po’ di quella freschezza che da troppo tempo mancava nella serie. Non ci resta che sperare che tutto questo ottimismo non sia mal riposto e di non tornare a criticare l’annosa ripetitività di Suits nel giro di un paio di episodi. Infine no, grazie al cielo non abbiamo dovuto assistere all’ennesimo cambio di nome per lo studio.
Harvey a letto con quella mi ha fatto rimettere la colazione, Katrina che si complimenta con Donna per la promozione il pranzo. #Suits
— Tina Cipollari con un asciugamano in testa (@nicomonogatari) July 26, 2017
Sono belli anche questi piccoli cameo di Jessica. #Suits
— Manu (@Wandering__Soul) July 25, 2017
"l'ultimo volta che non sono stata più la tua segretaria hai avuto attacchi di panico"
NO ORA SEMPLICEMENTE SE LA FA CON LA PSICOLOGA #Suits— Angela ❀ (@angela_pingu) July 20, 2017
https://twitter.com/Lukish25/status/887958382245797888