Suits6×12 The Painting

Mike e Harvey si trovano entrambi, per situazioni diverse, a dover affrontare il loro passato e ad accettarlo: da una parte la condanna per frode e dall'altra i famosi mommy issues. Un episodio interessante, ben costruito e che vi farà scendere qualche lacrimuccia.

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Se She’s Gone aveva appianato il terreno verso il season finale, The Painting ha tirato la prima vangata a quello che si preannuncia essere un ritorno del dramma professionale in pieno stile Suits.

Nonostante Mike non abbia una laurea conosciamo bene le sue doti in materia legale, non è quindi sorprendente che qualcuno l’abbia notato –  sopratutto considerando la possibilità di potersi permettere un avvocato top of the range al prezzo di un galoppino porta caffè.

Uno degli studi di consulenza legale gli offre infatti un posto come “supervisore”; a differenza della PSL, qui i clienti sono gente comune, con poche entrate e con problemi “normali”: una rinfrescante alternativa ai drammi degli avvocati e degli imprenditori della New York bene proposti nelle ultime stagioni. Sembra quasi di ritornare agli albori, con un caso delineato, appassionante ma auto-conclusivo. E non è l’unico parallelismo che guarda al passato: Mike si comporta con i suoi sottoposti come Harvey all’inizio, quando imputava a Mike di essere troppo empatico, di lasciarsi trascinare emotivamente dalle storie.

In particolare va citato lo scontro con Marissa, un’aspirante avvocatessa piena di speranze e voglia di fare del bene, che si scontra però con la realtà del sistema giudiziario. Mike comprende inoltre l’importanza di essere onesto: decidere di non nascondere il suo passato è una mossa che denota una certa maturità e in parte una parziale accettazione di ciò che ha fatto.

Non possiamo però, nonostante l’idea di un “caso della settimana” con tematiche un po’ più popolari sia allettante, fingere di non vedere l’enorme elefante nella stanza: Anita Gibbs. Se il lavoro allo studio di consulenza legale potrebbe essere un’ottima referenza per passare la commissione etica per l’abilitazione da avvocato, nella nostra mente riecheggiano le per nulla velate minacce del procuratore che l’aveva condannato per fronde: Anita ha promesso guerra nel caso Mike si fosse rimesso a lavorare nel campo della giurisprudenza. Si prospettano dunque vagonate di drama, colpi bassi e sopratutto Mr. Specter, che, non abbiamo dubbi, alla fine della fiera salverà baracca e burattini, sopratutto ora che ha raggiunto una situazione di pace con la sua famiglia.

Se il primo tentativo di raccontare i mommy issues si era rivelato un po’ maldestro e surreale, in The Painting, riusciamo a vedere qualcosa di più sensato anche se permane sempre un lieve sentore di goffaggine provenire dall’evolversi della storia. Scopriamo di più sugli eventi che hanno portato alla rottura finale fra Harvey e la madre: non solo l’aveva reso custode del segreto sul tradimento, ma al funerale del padre la signora Specter si era addirittura portata l’amante, cosa che ovviamente aveva portato Harvey ad uscire di senno e troncare i rapporti con la madre di netto.

Harvey era tornato a casa per accettare delle scuse, non certo per doverne porgerne, e sembrava quasi che la situazione dovesse rimanere in stallo, con la famiglia Specter mai destinata a risanarsi. A sblocccare la situazione arriva Marcus, il fratello, che tenta di far capire ad Harvey una cosa fondamentale: tutti sono andati avanti con la loro vita, hanno cercato di fare ammenda dei propri errori, tranne lui, che per anni si è aggrappato al risentimento – anche se in realtà giustamente. Per gli altri andare avanti è stato “facile”: sua madre è rimasta con il suo amante – che ora i figli di Marcus chiamano “nonno” – ed è stata perdonata dall’ex marito, mentre suo fratello era troppo piccolo per comprendere all’epoca cosa la madre aveva fatto.


Harvey invece è stato irrimediabilmente ferito, il tradimento e l’egoismo della madre  hanno lasciato cicatrici che hanno segnato tutte le sue relazioni personali e lavorative.

Gli altri, dunque, la fanno semplice: Harvey è quello testardo che non vuole curarsi della famiglia (tanto che Marcus gli fa pesare il fatto che non sa come spiegare alle proprie figlie perché lo zio e la nonna non possono mai essere invitati alla stessa festa), quello che fa scenate, mai disposto a calare la testa. Per una volta quindi tocca ad Harvey smettere i panni infantili e perdonare, accettare cosa è accaduto e andare avanti, poiché ciò che si sta perdendo è molto peggio di tutto il resto.

Come Mike, Harvey abbraccia il suo passato e lo accetta, pronto a ricominciare. A simboleggiare il tutto “The painting”, il dipinto che per colpa dei vari drama alla Pearson Specter Litt aveva perso, l’unica cosa che ancora lo legava a lei. La tela ritorna sulle pareti del suo bell’ufficio di Manhattan, ma questa volta in forma di fotografia, dove sono ritratti lui e sua madre nel making of del quadro: il cerchio è finalmente chiuso.

Episodio interessante, sicuramente emozionante, sopratutto per gli appassionati incalliti della serie, ben bilanciato e con un ritmo che non lascia tempo alla noia. Se c’è da trovare un lato negativo è la prospettiva, ci sentiamo di dire praticamente certa, di un ritorno di Anita Gibbs e di tutti quei drama inamidati che forse hanno leggermente saturato lo spettatore.

Avremmo bisogno di qualcosa più alla portata di tutti, anche perché un Suits-drama senza Jessica Pearson a chi lo si augura?

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Ho già pronti i forconi in caso di mancato Darvey.

Marissa è talmente simpatica che cominci a rivalutare Mike.

Così:

https://twitter.com/Ofelia_memories/status/827891530736271360

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