SpecialiSvalutation (1): le serie TV che meritavano di più

Chi c'è a difendere le serie TV dalle ingiustizie subite? Chi spodesta i terribili show che non meritano il posto nel pantheon delle serie osannate? La redazione di SerialFreaks non sapeva come inimicarsi una fetta di lettori e ha trovato un modo originale per farlo!

C’è stato un tempo in cui nella redazione di SerialFreaks regnavano pace e concordia, quando tutti erano d’accordo nel giudicare LOST un capolavoro e Legends of Tomorrow il punto più basso della serialità contemporanea. Poi abbiamo deciso di puntare su questo FreakOut e le cose sono precipitate, degenerando in una civil war che ha creato una frattura insanabile tra i redattori, scuotendo dalle fondamenta l’Olimpo delle serie ritenute intoccabili*.

*Pur essendo basato su eventi reali questo racconto potrebbe essere stato romanzato.

La domanda che ci siamo posti è stata semplice ma le risposte, inaspettatamente, sono risultate più impegnative del previsto: se dovessimo scegliere, quale sarebbe la serie più sopravvalutata e, di contro, quella più sottovalutata tra tutti gli show televisivi? Insomma, tra i tanti prodotti seriali ce ne sono a dozzine che non hanno ricevuto il giusto merito (in positivo o in negativo) da parte del pubblico o della critica o degli autori; tra questi, quali hanno sofferto le ingiustizie peggiori? Ne è nato l’elenco che trovate qui sotto, diviso nelle due macro-categorie, con ogni redattore intento a dire la sua, esprimendo accuratamente le motivazioni che l’hanno spinto a fare quella scelta (resta un’innegabile quota di odio/amore soggettivo). L’invito è, ovviamente, a commentare le nostre scelte e a proporci le vostre.

Le incomprese

Partiamo dai tesori nascosti, quelle serie che hanno subito un ingiusto trattamento e che dovrebbero invece spiccare in ogni pantheon seriale che si rispetti.

Andrea, il CEO di SerialFreaks, non ha dubbi sullo show che ha sofferto di più immeritatamente, Fringe. Quella che è cominciata come un procedurale fantascientifico è diventata una delle migliori serie sci-fi mai create. Peccato che gli ascolti non l’abbiano mai premiata e il suo network non ci abbia mai creduto fino in fondo, perché le idee erano davvero ottime, a partire dalle trame orizzontali degli universi paralleli fino all’ultimo dei filler. Non è la serie perfetta, ha avuto diverse cadute di stile, ma avrebbe meritato tutt’altro trattamento”. Beatrice ha invece optato per The Magicians, perché “non ne parla nessuno, o quasi, eppure questa chicca targata Syfy sa emozionare, spaventare, commuovere, incazzare. Sa tirare fuori una trama orizzontale davvero interessante, prove attoriali discrete. Dissacrante e demenziale per parecchie cose, sorprendentemente emotiva quando non te l’aspetti. La terza stagione poi, capolavoro. E meno male che è stata rinnovata!”.

Il nostro Daniele punta su una serie Netflix per quanto riguarda un’ingiustificata sottovalutazione: si tratta di The OAche conta su una “trama molto coinvolgente. Scoprire infatti la storia di Prairie lentamente insieme agli altri protagonisti ci proietta direttamente nei suoi racconti. Otto episodi che convergono in un finale di stagione per certi versi inaspettato e molto aperto. Ingiustamente poco pubblicizzato, io aspetto la seconda stagione nella speranza di saperne di più sulla protagonista, sulle esperienze pre-morte e su tutte le domande irrisolte che la prima stagione ci ha lasciato”. A rimestare un po’ nel passato ci pensa Domenico, che riprende Tru Calling: “cancellata dopo una stagione e mezza, con una Eliza Dushku pazzesca, meritava almeno due stagioni in più”.

Enrico pesca in casa Netflix la sua scelta, si tratta di Marco Polola serie sul mercante italiano più famoso della Cina che secondo il nostro ha già “una marcia in più in quanto serie storica, perché il genere permette di romanzare su fatti realmente o presumibilmente avvenuti, e Marco Polo era confezionato veramente bene, sfruttando appieno questa opportunità”.

Rimanendo sui classici di nicchia, Gabriele gioca la carta Firefly, show a firma Joss Whedon che ne ha affrontate parecchie. “Firefly è stata una serie di fantascienza originalissima, capace di mescolare alle tematiche classiche del genere anche elementi western, zombie e cospirazioni, benedetta dai dialoghi magici di Whedon e dai personaggi che riesce a creare. I suoi fan infatti gli restano fedeli a distanza di quindici anni (tredici contando il film) e riempiono la sala del panel al Comicon di S. Diego. Ma è stata sottovalutata enormemente e senza pietà dalla produzione, che dopo undici episodi ne annunciò la cancellazione malgrado le proteste enormi del pubblico (proteste che anticipavano di tre lustri quelle più recenti per Sense8) e le buone vendite dei dvd.

La serie purtroppo ha pagato il rating (forse penalizzato anche dall’essere agli inizi dell’era del p2p, con un cambio di paradigma per quanto riguarda le modalità di fruizione delle serie tv) e la perplessità di parecchia gente proprio dovuta alla commistione di generi che la caratterizza”.

Più recente il destino di Hannibal, che il nostro Gianmarco colloca nella categorie delle underrated “perché nonostante i rating calanti non meritava la cancellazione, data la qualità di regia e fotografia e il profondo contenuto metaforico”. Uno show si è diviso i voti di due redattori: Sergio e chi scrive hanno puntato su Person of Interest, serie partita come procedurale ma che evolve in qualcosa di più profondo e tremendamente attuale (una declinazione thriller di Black Mirror), sviluppando appieno delle potenzialità che nemmeno erano prevedibili dalle premesse.

La lista continua con i voti di due redattrici: il primo show è Shamelessper cui Mabel riconosce un numeroso seguito ma non proporzionato al merito reale della serie; “è la storia della famiglia americana all’incontrario, una storia di riscatto sociale e una galleria di personaggi unica e interessante. Un racconto che diverte ma allo stesso tempo emoziona e fa riflettere sulle mille contraddizioni della società americana”.

Un’inaspettata scelta è anche quella di Martina, che direttamente dal 2009 chiama in causa Flashforward, il primo dei presunti eredi di LOST parte “da un’idea GENIALE, che nonostante si discosti dal libro su cui è basata, colpì anche l’autore. Inoltre da sempre siamo stati abituati a vedere il passato dei personaggi (tranne rare eccezioni), qui si vede il futuro! Cavalcare l’onda dei flashforward (che LOST aveva iniziato a diffondere) era una buonissima idea! Come se non bastasse la serie era dinamica, ma senza essere il solito poliziesco scontato. Banalmente, non annoiava e si era interessati alla risoluzione del mistero. I personaggi, poi, non erano divisi tra buoni e cattivi – a partire dal protagonista! Ovviamente alcuni erano più buoni di altri, ma la linea di demarcazione non era cosi visibile e rendeva il tutto più interessante. Ancora oggi mi domando perché gli americani non l’abbiano guardata!”.

Con questa perla del passato si chiude la nostra lista delle serie più ingiustamente penalizzate, che ha riservato qualche sorpresa ma è niente rispetto a quella delle serie sopravvalutate… che vedremo nel successivo FreakOut. L’appuntamento è alla prossima puntata!