SpecialiIl meglio e il peggio dell’autunno 2017

Video Siamo ad autunno inoltrato, ed è tempo di fare bilanci sulla nuova stagione televisiva. Noi di SerialFreaks abbiamo raccolto le new entry più attese, consigliandovi cosa è assolutamente da recuperare, e cosa invece è meglio non venga nemmeno iniziato.

Il Meglio e il Peggio dell'Autunno Seriale 2017 | SerialFreaks

Abbiamo visto per voi il meglio (e il peggio) delle nuove serie di questo autunno 2017: scoprite insieme a noi quali vale la pena recuperare e quali invece potete tranquillamente lasciar perdere!L'articolo completo lo trovate qui 👉🏼 http://goo.gl/VjenaH

Geplaatst door SerialFreaks op Donderdag 23 november 2017

Noi di SerialFreaks ne abbiamo viste tante. Tra i nuovi arrivi dell’universo televisivo sono molti i titoli che hanno attirato la nostra attenzione e, siccome il nostro scopo primario è fornire una guida all’utente seriale smarrito nella grande varietà televisiva e non, abbiamo stilato una valutazione sintetica delle ultime uscite autunnali, tra piacevoli sorprese e tonfi clamorosi. Ora sta a voi fare la vostra cernita e scegliere cosa recuperare (e cosa invece evitare come la peste)!

The Deuce

Ambientato nella New York degli anni ’70, The Deuce è uno spaccato della società americana della Grande Mela. La vita nel quartiere allora conosciuto per criminalità e prostituzione è in fermento, e i creatori Simon e Pelecanos ne danno un ritratto vivido, senza spazio per melodrammi e cliché hollywoodiani. Il bieco realismo di questo prodotto seriale, dopo un’iniziale titubanza dovuta a un pilot troppo diluito, vi conquisterà e vi farà affezionare a ciascuno dei numerosi protagonisti. Al centro della narrazione spiccheranno James Franco, nel ruolo dei fratelli Vincent e Frankie Martino, e Maggie Gyllenhaal, nel ruolo della prostituta Candy, in cerca di un ruolo di rilievo nella nascente industria pornografica.

Mindhunter

Al di là dei grandi nomi coinvolti nella produzione e regia (David Fincher e Charlize Theron), Mindhunter è un gioiellino seriale che vi coinvolgerà per la curata atmosfera thriller che fa da sfondo alla fine caratterizzazione psicologica di protagonisti e personaggi secondari. Basata sulla storia vera dei due agenti federali che, sul finire degli anni ’70, introdussero il criminal profiling all’interno dell’FBI, la serie è un crescendo d’intensità a mano a mano che le intuizioni teoriche dei federali, ricavate da inquietanti quanto razionali interviste a serial killer carcerati, trovano riscontro in terribili fatti di cronaca reali. Se avete amato True Detective Hannibal non lasciatevela scappare.

Alias Grace

Per chi ha amato The Handmaid’s Tale e non resiste alle serie in costume, la scelta di dare una possibilità ad Alias Grace è pressoché d’obbligo – e non solo perché entrambe le serie nascono dalla penna di Margaret Atwood. Un curato binomio tra emozioni e mistero vi spingerà alla riflessione grazie al racconto della vicenda della presunta omicida Grace Marks. L’incertezza sulla sua colpevolezza divide le masse ma c’è chi, nel tentativo di scagionarla, assume il dottor Simon Jordan al fine di “studiare” i comportamenti e la personalità di Grace, e arrivare alla verità. Cimentatevi nell’impresa di capire se questa giovane prigioniera sia sul serio un’efferata criminale o solo una malcapitata vittima della società dell’epoca, non ve ne pentirete!

Inhumans

Lanciata in pompa magna sugli schermi IMAX di tutto il mondo, la nuova serie Marvel non è risultata assolutamente all’altezza delle aspettative. Difficile dire cosa non abbia funzionato alla Casa delle Idee, ma tra personaggi poco delineati e tendenti alla macchietta, sceneggiatura piena di buchi narrativi, effetti speciali incredibilmente cheap e dialoghi imbarazzanti, il giudizio per Inhumans non può essere positivo. Un vero peccato, perché le potenzialità – visto il budget e il materiale di partenza – erano tantissime.

Star Trek: Discovery

Prima della USS Enterprise, prima di Kirk, prima di Spock; Discovery è una serie che si inserisce distintamente nell’universo di Star Trek, situata temporalmente dieci anni prima della serie classica, e vi entra di prepotenza con nuovi personaggi promettendo azione e adrenalina. Il pilot riesce bene nell’introdurre il nuovo setting (e nel re-introdurre i cattivi storici di Star Trek, i Klingon) e, nonostante alcune forzature, getta le basi per una buona serie sci-fi che possa intrattenere anche i non appassionati, mentre i fan storici potranno incrociare volti più o meno noti e vicende di cui, finora, si era soltanto sentito parlare. Atipica, e proprio per questo stimolante, la scelta di focalizzare l’attenzione su un personaggio che non è il capitano o i suoi immediati collaboratori. Una serie con ottime potenzialità, appassionante e ad alto budget.

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The Good Doctor

Prima ancora dell’uscita del pilot, in molti gridavano già al nuovo Dr. House. Ma Shaun, invece di rivelarsi un personaggio nato direttamente dalla costola di House, fin dal primo episodio della serie presenta un atteggiamento diverso. Il giovane chirurgo protagonista esprime fin da subito sentimenti ed emozioni, basati su un background che ci viene mostrato fin da subito in maniera piuttosto repentina: il Dr Murphy ha un approccio particolare con i clienti a causa dei suoi disturbi dello spettro autistico, situazione che nel pilot è resa molto bene e lascia presagire un’interessante evoluzione della serie. I problemi del pilot rimangono fondamentalmente due: l’eccessivo buonismo e tutti gli altri personaggi. Proseguendo ci si potrebbe ricredere, anche solo per capire dove andranno a parare le vicende di Shaun. Buono per gli appassionati di medical e per chi è alla ricerca di emozioni facili.

Dynasty

Se vi sentite orfani di Gossip Girl, la CW scodella un nuovo prodotto che punta a inserirsi di prepotenza tra i nostri guilty pleasures: Dynasty, reboot dell’originale soap opera andata in onda negli anni ’80. Una ricca famiglia di industriali, nuove e ambiziose matrigne, segreti e colpi di scena. Il problema di questa nuova serie, tuttavia, è la generale sensazione di “già visto”, oltre alla piattezza dei protagonisti. Se amate il trash e siete di bocca buona, quaranta minuti li potete anche spendere, altrimenti passate oltre senza troppi rimpianti.

Suburra

Il primo lavoro Netflix made in Italy non delude le aspettative. Prequel dell’omonimo film di Sollima, che nel pilot passa il testimone a Michele Placido, Suburra intreccia una tela fittissima di personaggi senza possibilità di redenzione sulla corale disfatta della giustizia, del bene e della legalità in una Roma che marcisce dalle fondamenta. Tecnicamente intenso e curato, all’altezza delle altre produzioni del colosso di streaming, emotivamente ricco di sfaccettature talvolta inaspettate, è un prodotto seriale da non farsi scappare.

The Gifted

Dopo la splendida sorpresa di Legion, Fox dà vita a una nuova serie più legata all’universo cinematografico degli X-Men. Ambientata in un momento in cui gli X-Men sono spariti e l’uso di poteri è illegale, The Gifted ci racconta la lotta per la sopravvivenza di un gruppo di ribelli e le vicende di una famiglia i cui figli si scoprono mutanti. Temi quali la diversità, l’oppressione e l’equilibrio tra protezione e tirannia sono colonne portanti, come nella miglior tradizione dei film a esso collegati. Certamente non un capolavoro, ma una serie sicuramente gradevole, adatta sia agli appassionati sia a chiunque abbia voglia di una storia con un buon equilibrio di azione, sentimenti ed effetti speciali.

Philip K. Dick’s Electric Dreams

Un’antologia nata dalla mano di Philip K. Dick, autore di The Man In The High Castle, Electric Dreams riuscirà in parte a colmare il vuoto temporaneo lasciato da Black Mirror. Una serie pensata ad hoc sia per gli amanti del genere distopico sia per quegli spettatori a cui non dispiace fare qualche riflessione profonda tra un episodio e l’altro.

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Ducktales

La vita a Paperopoli è davvero un gran sballo! Il reboot della storica serie animata degli anni Novanta è un successo, non solo di pubblico ma anche a livello creativo. L’idea di dare a Qui, Quo e Qua – e a Gaia – personalità diverse e ben delineate non è nuova, ma qui funziona alla grande, grazie a dialoghi freschi, talvolta pungenti, e a una sceneggiatura che bagna il naso a diverse comedy live action attualmente sulla piazza. E per allineare Ducktales alle altre serie moderne, una nuova, inedita trama orizzontale e cliffhanger che strizzano l’occhio ai fan di vecchia data vi terranno ogni volta in trepidante attesa dell’episodio successivo.

Young Sheldon

Il tanto atteso spin-off di The Big Bang Theory, incentrato sull’infanzia di Sheldon, supera la messa su strada grazie a un pilot che mette in risalto le doti del giovane Iain Armitage, azzeccato nella caratterizzazione del personaggio. Young Sheldon si discosta parecchio dal prodotto originale, riducendo le strizzate d’occhio al pubblico più “nerd” e mettendo in scena una comedy familiare – ma sarebbe forse più corretto chiamarla dramedy – le cui dinamiche ruotano attorno al giovane bambino prodigio e alle sue stranezze, e che celano di fondo un messaggio di sensibilizzazione verso i ragazzi con difficoltà a relazionarsi. Qualche dubbio tuttavia è riservato sulla tenuta del prodotto nel lungo periodo.