SKAM ItaliaSeason 1 Recap: I Migliori Anni

Season Recap La nuova serie prodotta da TIM Vision racconta la vita della protagonista Eva e dei suoi amici, esplorando dall'interno il mondo dei ragazzi di oggi e le regole che lo governano, oltre ai drammi e alle gioie che costituiscono la loro quotidianità.

7.5

Già con la pubblicazione del primo episodio sul sito ufficiale, SKAM Italia ha fatto parlare di sé non solo per la particolarità del format rispetto alle fiction cui siamo abituati nel nostro Paese, ma anche e soprattutto per delle modalità di fruizione innovative che, sfruttando le risorse del web e il potere dei social network, hanno permesso al pubblico di guardare la serie non tanto da spettatore, quanto da testimone interno alla narrazione: una scelta comunicativa ben precisa, ripresa dall’originale, che è solo uno dei numerosi sintomi dell’attenzione pressoché totale riservata al realismo della sceneggiatura.

Parlando di trame che tentano di rappresentare fedelmente il mondo giovanile, è quasi obbligato il confronto con un altro celebre teen drama del momento: tuttavia, mentre in 13 Reasons Why i personaggi e le loro storie sono più che altro un espediente per spingere a una riflessione su argomenti e problemi molto attuali per un pubblico di giovanissimi, in SKAM Italia si adotta una prospettiva inversa, mettendo al centro le vite dei ragazzi e lasciando sullo sfondo – il che non significa non occuparsene – alcune tematiche che li riguardano da vicino. Abbandonando ogni pretesa di denuncia sociale o impegno civile e concentrandosi invece sui dettagli che costituiscono la quotidianità dei sedicenni di oggi, la serie di origine norvegese assume toni più vicini alla realtà, dal sapore quasi mimetico: anche l’immaturità e l’ignoranza con cui alcuni personaggi si approcciano a questi temi e, in generale, alle situazioni più serie sono sintomo di una narrazione che non vuole essere politicamente corretta costringendo i propri protagonisti a scontrarsi con istituzioni e dinamiche sociali ben più grandi di loro, bensì parlare ai giovani con il loro stesso linguaggio.

Concentrandosi sui dettagli che costituiscono la quotidianità dei sedicenni di oggi la serie assume toni dal sapore quasi mimetico

Quello che più sembra caratterizzare SKAM Italia, dunque, è una vera e propria scommessa sul realismo, senza preoccuparsi troppo del rischio che questo, a lungo andare, faccia calare l’interesse nei confronti di una trama che potrebbe risultare piatta o ripetitiva. Ci troviamo infatti di fronte a vicende all’apparenza piuttosto banali, ma vissute dai personaggi con la drammaticità tipica dell’emotività adolescenziale, che li porta ad ingigantire alcune situazioni e reagire con comportamenti imprevisti e imprevedibili. La tendenza al realismo è quindi rintracciabile soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, tutti diversi tra loro ma accomunati dall’essere dei ragazzi qualunque alle prese con i problemi di tutti i giorni, a partire dalla protagonista Eva, attorno alla quale ruota la trama orizzontale di questa prima stagione.

Nonostante la narrazione mantenga una certa coralità, lasciando emergere anche le vicende personali dei comprimari, ad essere al centro della trama è la vita di Eva, raccontata nei vari aspetti che caratterizzano la quotidianità della maggior parte dei suoi coetanei. Quello cui è riservato un ruolo di primo piano nel corso della stagione è la sua vita sentimentale e, in particolare, la sua relazione con Giovanni. Anche in questo caso, sebbene l’intenzione di approfondire la psicologia dei personaggi sia palese e si affianchi all’esplorazione del loro rapporto, il fine ultimo di SKAM Italia sembra essere quello di rappresentare un esempio più o meno comune di relazione adolescenziale, in cui basta un messaggio sospetto o un momento di intimità mancato per gettare Eva in un circolo vizioso di gelosia, sfiducia e rabbia nei confronti del ragazzo, trasformando un rapporto che già in partenza aveva incontrato degli ostacoli in un tira e molla da cui non sappiamo cosa aspettarci.

Una trama orizzontale non particolarmente audace, quindi, ma che riesce a coinvolgere per l’intervento – anch’esso più che verosimile – di molteplici variabili, che renderanno più interessanti le dinamiche tra i protagonisti e ci permetteranno di conoscere meglio non solo loro e gli antefatti che li hanno portati insieme, ma anche la caratterizzazione di personaggi esterni, in particolare Martino, amico e confessore della coppia. Inoltre, i comportamenti messi in atto da entrambi impediscono di prendere una posizione netta a favore dell’uno o dell’altra: se Giovanni sbaglia nel nascondere alcune vicende alla ragazza, Eva si lascia offuscare dai sentimenti e complica ulteriormente il loro rapporto, dando una realistica rappresentazione della già citata tendenza, propria degli adolescenti, a vivere le emozioni in maniera così amplificata da non sapere bene come controllarle.

All’approfondimento dei sentimenti di Eva e della sua relazione con Giovanni si affianca, ovviamente, l’esplorazione dell’ambiente scolastico: appena trasferitasi nella sede centrale del suo liceo, con le amiche di un tempo che non le rivolgono la parola e un fidanzato che passa molto tempo con una comitiva cui lei non si sente di appartenere, la ragazza trova un rimedio alla propria solitudine nel momento in cui conosce alcune coetanee di altre classi, che diventeranno presto il suo nuovo gruppo di amiche. Un gruppo che si forma in maniera del tutto spontanea e che unisce personalità molto eterogenee, ma tra le quali si svilupperà presto un forte legame che, superate le iniziali diffidenze, permetterà loro di trovare il proprio posto nell’ambiente del liceo, in cui Eva può ricominciare da capo e essere se stessa.

È attraverso le loro esperienze che la serie rappresenta le dinamiche intrinseche al microcosmo giovanile e le regole che lo governano; scopriamo come si divertono, che musica ascoltano, come si approcciano alle questioni sentimentali o ad argomenti più seri (come la contraccezione), mentre ciascuna contribuisce con il proprio carattere e il proprio punto di vista a rendere questa istantanea la più realistica possibile. All’insicurezza di Silvia, con il pallino per la popolarità e una cotta poco sana per un ragazzo irraggiungibile, fa da contraltare il cinismo caustico di Sana, che sembra aver imparato a fare del proprio hijab uno scudo contro i pregiudizi e le frecciatine altrui, mentre Eleonora, che appare come la più matura, veglia fedelmente sulle altre, pronta ad intervenire in loro aiuto.

A dare maggiore credibilità a questa trama e far sì che la qualità del prodotto completo ne rispecchi la serietà di partenza è il meticoloso lavoro registico di Ludovico Bessegato, la cui attenzione agli aspetti più tecnici costituisce l’ennesima sorpresa offerta dalla serie: la fotografia, il montaggio e la colonna sonora sono studiati nei minimi dettagli e risultano estremamente efficaci, valorizzando ogni inquadratura e accompagnando lo spettatore negli spazi dei personaggi o per le strade di una cornice mozzafiato come la città di Roma sulle note di canzoni attuali e calzanti con i momenti rappresentati, che contribuiscono, insieme ai modi di esprimersi dei protagonisti e ai continui riferimenti alla cultura nazionale, a restituire al pubblico l’atmosfera tipicamente italiana che dà al remake quel tocco di originalità richiesto. Anche per quanto riguarda il livello recitativo, seppur inizialmente non ci avesse colpito e alcune performance continuino a non convincerci, bisogna ammettere che, proseguendo nella visione, alcuni attori principali – in particolare Ludovica Martino (Eva), Ludovico Tersigni (Giovanni) e Federico Cesari (Martino) – dimostrano di saper gestire senza problemi anche le scene più ricche di pathos, dando un contributo non indifferente alla caratterizzazione e al realismo dei propri personaggi.

Insomma, ci troviamo davanti una vera e propria rivelazione, una scommessa sul concept dell’originale norvegese e sulle idee di adattamento del regista Ludovico Bessegato che la casa di produzione TIM Vision vince a mani basse, al punto da iniziare già a lavorare alla seconda stagione (programmata per il prossimo autunno), mentre la serie comincia a farsi strada nella rete del passaparola e a suscitare la curiosità di coloro che – come chi scrive – si avvicinano per la prima volta con questo remake al mondo di Skam.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7.5/10

In breve

L’attenzione ai dettagli di SKAM Italia, unita ad accorgimenti tecnici e registici ben studiati e di ottima qualità, la rende una serie quasi mimetica, che esplora i drammi, le gioie e le ambizioni dei ragazzi di oggi soffermandosi su dinamiche apparentemente banali, che tuttavia ci offrono una fedele rappresentazione del loro mondo e delle loro emozioni.

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Porcamiseria

7.5

L'attenzione ai dettagli di SKAM Italia, unita ad accorgimenti tecnici e registici ben studiati e di ottima qualità, la rende una serie quasi mimetica, che esplora i drammi, le gioie e le ambizioni dei ragazzi di oggi soffermandosi su dinamiche apparentemente banali, che tuttavia ci offrono una fedele rappresentazione del loro mondo e delle loro emozioni.

Storia 7 Tecnica 8 Emozione 7.5
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