Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.5×01 – 5×02 Orientation

Season Premiere La più longeva tra le serie Marvel torna con una premiere che si configura come un netto distacco dalle stagioni precedenti, con un'inedita ambientazione spaziale e un nuovo cast a fare da supporto ai personaggi che già amiamo. Ma se il doppio episodio è tutto sommato divertente, fa anche sorgere qualche dubbio su dove gli autori vogliano effettivamente andare a parare.

7.7

Dopo aver (immeritatamente) ceduto il posto alla nuova arrivata Marvel’s Inhumans, finalmente Agents of S.H.I.E.L.D. torna sugli schermi della ABC con quella che si preannuncia come la sua stagione più atipica in assoluto – e, probabilmente, anche l’ultima. Finalmente scopriamo qualcosa di più sul cliffhanger dello scorso season finale, ma come spesso capita in questa serie, non tutto è come sembra.

Nuove sfide…

Agents of S.H.I.E.L.D., pur non brillando mai in termini di ascolti, è sempre stata una delle poche serie a prendersi la briga di rischiare a livello narrativo: ha giocato con i propri personaggi, ne ha sconvolto più volte lo status quo e li ha spesso messi a durissima prova. Questo inizio della quinta stagione non fa certo eccezione: nonostante il cold opening – che ricorda un po’ quello della seconda indimenticabile season premiere di Lost – l’ambientazione si sposta in maniera repentina, portandoci a bordo di un’enorme astronave in mezzo a un campo di asteroidi.

Cambia il setting e cambia anche la modalità di narrazione degli eventi, che in questa doppia premiere spazia dal survival horror in stile Alien a un più misurato – e decisamente più riuscito – spaccato della vita a bordo della stazione spaziale. La distinzione tra la prima e la seconda parte è quindi molto netta anche a livello qualitativo: troppo buia, confusionaria e grezza la prima, più interessante e accattivante la seconda, probabilmente anche grazie al colpo di scena che divide questi due segmenti.

La distinzione tra la prima e la seconda parte è molto netta anche a livello qualitativo: troppo buia, confusionaria e grezza la prima, più interessante e accattivante la seconda

Già, perché – e qui ovviamente piovono spoiler – il monolite non ha trasportato il team Coulson solamente nello spazio, un po’ come era già successo alla povera Simmons su Maveth, ma anche nel tempo, in un futuro indefinito in cui la Terra è stata distrutta e ridotta a un cumulo di asteroidi vaganti, mentre ciò che resta dell’umanità vive nella stazione spaziale in stato di semi-schiavitù sotto il comando dei Kree. Ok, lo ammettiamo, il piccolo nerd che vive dentro di noi ha pensato subito a un crossover con Avengers: Infinity War (la Terra è stata ridotta così da Thanos in possesso delle Gemme dell’Infinito?) ma è stato anche smentito poco dopo con il secondo grande colpo di scena dell’episodio: la distruzione del pianeta potrebbe, infatti, essere stata tutta colpa di Daisy.

Tanta, tantissima carne al fuoco, quindi, in questo primo doppio episodio, ma anche una generale sensazione di insoddisfazione. Primo: perché tutta la prima parte sembra in qualche modo sprecata in quel già citato survival horror fine a se stesso; secondo: perché, al termine delle quasi due ore, ancora si fatica a capire dove si voglia andare a parare.

…ma stesso team

Ciò che invece è chiaro fin da subito sono le dinamiche all’interno del team Coulson. Daisy si ritrova nuovamente in totale sintonia con Phil, dopo un’intera stagione ai ferri corti e dopo un’avventura all’interno del Framework decisamente provante, ed è emozionante vedere di nuovo in scena quel rapporto padre-figlia così tenero e forte allo stesso tempo che li ha sempre legati.

Al contrario, Mack si rende ancora una volta il membro più insopportabile del gruppo: diciamocelo, probabilmente tirarlo fuori dal Framework di Aida non è stata un’idea geniale, vista la sua totale riluttanza verso alieni, viaggi nel tempo, androidi, Inumani, e in sostanza tutto ciò che fa parte del lavoro di un agente dello S.H.I.E.L.D.. Se l’intenzione degli autori era quella di creare una spalla comica per la situazione tutto sommato seria in cui ci ritroviamo, il risultato finale è in realtà l’opposto: Mack manca di quel sarcasmo che imprime le battute graffianti di Coulson o di May, e quella che dovrebbe essere una sua elevazione diventa alla fine un’emulare Iris West scalando l’Olimpo dei personaggi secondari più insostenibili di sempre.

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Non stupisce, invece, vedere i Fitz/Simmons di nuovo separati, questa volta non solo da qualche anno-luce ma anche da qualche secolo. Quello che però lascia un po’ interdetti è la totale assenza di Leo Fitz – ancora non pervenuto al termine della doppia premiere – e il perché non fosse sulla fantomatica “lista” a cui si accenna nei primissimi minuti. La speranza è che questa temporanea assenza sia da imputarsi a un futuro sviluppo della trama che vada al di là di un banale deus ex machina risolutore – Fitz che rimane indietro per poter dare ai protagonisti una speranza di ritorno – e, soprattutto, che questa ennesima separazione della “coppia maledetta” non ci conduca verso un’altra stagione di patemi d’amore tra i due, perché diciamocelo, sarebbe anche ora di andare avanti. Più interessante, invece, è il rapporto che si sta creando tra Jemma e Kasius, leader Kree, ma anche qui è ancora un po’ troppo presto per dare giudizi.

Ah, ci sarebbe anche May, che però fa poco più del classico tirare qualche calcio rotante qua e là. Al momento, quindi, non pervenuta.

Menzione d’onore, invece, al nuovo cast. I nuovi personaggi introdotti – Star-Lord Deke, Tess, Grill e il povero Virgil, per quanto breve sia stata la sua presenza – fanno da giusto contrappeso a un team le cui dinamiche sono state sviscerate ormai in ogni modo, e forniscono un interessante quadro complessivo della vita degli ultimi terrestri sopravvissuti. Deke, soprattutto, sarà il personaggio chiave, diviso tra il suo cinismo (che si traduce nello “spacciare” il Framework agli altri ex-terrestri come fuga dalla realtà) e una flebile speranza di riportare l’umanità alla libertà; speranza che, siamo pronti a scommettere, sarà alimentata da un non-troppo-nascosto interesse verso Daisy.

C’è molto di Inhumans, tuttavia, soprattutto nelle condizioni di vita degli umani al servizio dei Kree (che ricordano molto quelle delle caste più basse di Attilan) e nell’architettura delle stanze del potere, molto simili a quelle della famiglia reale Inumana: speriamo che le similitudini con quella cosa brutta brutta finiscano qui.

Per tirare le conclusioni, la nuova stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. inizia con il botto e con un netto distacco dalle stagioni precedenti. Abbiamo avuto qualche piccola spiegazione del cliffhanger dello scorso anno, ma siamo ancora ben lontani dall’avere il quadro completo: probabilmente è un po’ presto per giudicare, ma confidiamo in uno sviluppo della storia che sia coerente con ciò che è stata l’evoluzione dei personaggi fino ad ora. Altrimenti, ora come ora, il rischio di disorientamento nello spettatore – se non addirittura di saltare lo squalo – è fin troppo forte.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7.0/10
  • 9/10
    Tecnica - 9.0/10
  • 7/10
    Emozione - 7.0/10
7.7/10

In breve

La nuova stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. inizia con il botto e con un netto distacco dalle stagioni precedenti, ma il rischio di disorientamento nello spettatore – e la sensazione che non si sappia bene dove andare a parare – è troppo forte.

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Porcamiseria

7.7

La nuova stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. inizia con il botto e con un netto distacco dalle stagioni precedenti, ma il rischio di disorientamento nello spettatore - e la sensazione che non si sappia bene dove andare a parare - è troppo forte.

Storia 7.0 Tecnica 9.0 Emozione 7.0
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