Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.4×11 Wake Up – 4×12 Hot Potato Soup

Impegnati ad impedire che il Darkhold finisca nelle mani sbagliate, gli agenti dello S.H.I.E.L.D. scoprono di avere più di una talpa tra loro, e ciò andrà a toccare personalmente i sentimenti di Coulson.

0.0

Ancora una volta Agents of S.H.I.E.L.D. cambia le carte in tavola con una doppietta di episodi in cui si susseguono colpi di scena e tradimenti. Mentre l’agenzia comincia ad assumere sempre più le fattezze di Westworld, vecchi alleati tornano dal passato nel tentativo di limitare i danni del Darkhold.


Wake Up

Nel primo episodio (che ovviamente prende il titolo dall’omonima canzone di Rocco Hunt) ci viene raccontato come è nato il LMD di May, e che fine ha fatto la vera Cavalleria. Dopo l’imprevisto risveglio dello scorso episodio Radcliffe decide infatti non solo di trasferirla in un luogo più sicuro, ma anche di provare una simulazione che non le permetta di rendersi conto di essere prigioniera. Ma Melinda May non è facile da tenere a bada, neanche da sedata, per cui, una volta superata anche questa realtà virtuale, lo scienziato ritenta falsificando i ricordi relativi al Bahrein, snodo fondamentale nella vita dell’agente. Intanto il LMD si rende conto della propria situazione, ma non può dirlo agli altri a causa della propria programmazione, impostata anche per dare a May ciò che realmente vuole, cioè Coulson. Phil è nel frattempo impegnato a litigare col generale Talbot sui metodi da utilizzare per stanare la senatrice Nadeer, cosa che costerà allo S.H.I.E.L.D. una serie di guai e qualche indagine governativa. Mack Yo-Yo continuano la loro relazione affrontando il passato segreto del primo.

Come diceva il caro Andrea nella scorsa recensioneAgents of S.H.I.E.L.D., al pari di una buona vicina pettegola, non riesce proprio a tenersi i segreti per più di qualche episodio; in questo caso tutto avviene addirittura in un’unica puntata, quando ci viene rivelato all’inizio che Radcliffe ha un altro androide infiltrato nell’agenzia, per poi scoprire alla fine che si trattava dello stesso scienziato. C’è una sorta di schizofrenia nella gestione della tempistica della serie, un continuo bisogno di colpi di scena (com’è nella natura dell’azione spionistica) che però qui si traduce in un fagocitante meccanismo che si nutre di segreti e immediati svelamenti. Per fortuna, l’episodio in sé gioca con questa dinamica e propone una sorta di Indovina Chi?, disseminando false piste per confondere gli spettatori, facendo apparire alcuni personaggi come possibili LMD: Yo-Yo dice a Mack che le sue braccia non sembrano vere, Simmons afferma che Daisy (o Quake, o Skye, o come diavolo volete chiamarla) ha un comportamento non da sé alla riunione, così come Fitz afferma di stare “elaborando” (in originale processing) la reazione agli ordini di Jemma. C’è poi l’assenza di lui e Mack dalla missione a indirizzare i sospetti che uno dei due sia la talpa, mentre invece il traditore era altrove. Sebbene in questo caso sia funzionale all’episodio, la  strana dinamica segreto/rivelazione, che è un difetto della serie, alla lunga, non può essere ignorato.

La puntata segue il risveglio parallelo delle due May, la reale e il LMD, entrambe divenute consapevoli della propria attuale situazione e, a seguito di ciò, restituite all’oblio degli ultimi eventi. È un parallelismo forte, impreziosito dai continui scambi tra programmazione e natura umana, che spinge nella direzione di una specularità quasi perfetta tra l’originale e la copia. Aida assume connotati sempre più inquietanti, e dopo la lettura del Darkhold (o forse a causa della sua natura robotica) fatica a distinguere tra bene e male. Si tratta di un episodio ben confezionato, che, come al solito, riempie di rivelazioni e dettagli preziosi, a volta minimi (come la figlia di Mack) ma che contribuiscono a rendere tridimensionale la caratterizzazione dei personaggi, colonna portante dello show. Restano alcuni difetti minori, come la prevedibilità della simulazione in cui è incastrata May, intuibile rapidamente con l’effetto di smorzare l’entusiasmo anche dell’azione.

3.5

 

Hot Potato Soup

Per nascondere il Darkhold Coulson si è affidato all’arma più micidiale dello S.H.I.E.L.D.: i fratelli KoenigBilly viene però intercettato dai Watchdogs e preso prigioniero. Sam ricorre all’aiuto dell’agenzia e di altri due familiari per riuscire a ritrovare il fratello e non perdere al contempo il libro maledetto. Purtroppo, nonostante il salvataggio riesca, il diabolico testo finisce nella mani di Radcliffe e The Superior, alias Anton Ivanov, industriale che finanzia i Cani da guardia e spalleggia Nadeer nella lotta contro gli Inumani. Ivanov ce l’ha a morte con Coulson e lo ritiene responsabile di tutti i contatti alieni avvenuti sulla Terra, per questo individua in lui il prossimo bersaglio. L’ex direttore dello S.H.I.E.L.D. è intanto alle prese con i suoi sentimenti per May, finalmente esplosi in un bacio appassionato… peccato che la storia duri poco, perché una volta ottenuto il Darkhold il LMD rivela la sua vera natura, finendo per venire catturato ma non terminato (Hasta la vista, baby!). Fitz e Simmons cercano di ricavare qualche informazione dal LMD di Radcliffe, scoprendo che possiede un avanzatissimo cervello quantistico (probabilmente ottenuto grazie alla lettura del Darkhold da parte di Aida ) e parecchie informazioni sul padre di Fitz, che l’aveva abbandonato all’età di dieci anni.

Ancora una volta è durato più il successo delle Lollipop che non un segreto in Agents of S.H.I.E.L.D.: da una parte il Superior, nominato solo qualche episodio fa, ci viene presentato senza intoppi e con poca suspense, dall’altra il padre di Fitz, citato non più di una puntata addietro, diventa tema di discussioni col LMD di Radcliffe. L’affermazione dello stesso “Sei stato come un figlio per me”, in chiusura dello scorso episodio, e l’apertura di questo con diverse citazioni di Star Wars sembrerebbero indicare in Radcliffe la paternità di Leo, il che renderebbe abbastanza scontato il colpo di scena – alla stessa maniera era prevedibile il doppio gioco del creatore di Aida al momento del finto rapimento. Il gruppo capisce poi troppo rapidamente la collaborazione tra Radcliffe e Nadeer, mentre qualche processo di deduzione più chiaro avrebbe reso meno l’idea di una illuminazione improvvisa sulla via di Damasco. Particolarmente significativo il colloquio tra il LMD e Mack sulla coscienza e l’umanità degli androidi, che pesca tra il classico Blade Runner e richiama, con molti distinguo, il contemporaneo Westworld.

Alcune scelte narrative fanno storcere un po’ il naso, ad esempio a nessuno passa per la testa di sostituire il Darkhold nella borsa con un altro libro (e si trovavano in una biblioteca…). Inoltre, si fa sempre più spazio l’impressione che la coppia Fitz-Simmons funzioni solo nel momento in cui si presenta un problema, mentre abbiamo visto ben poco della quotidianità della relazione o esplorato ancora meno una situazione di stabilità e tranquillità. Più interessanti, invece, i risvolti che aspettano la storia tra Coulson e May, adesso che il primo pensava di essere entrato nel vivo di qualcosa di serio e dovrà affrontare, ancora una volta, lo sconvolgimento di una relazione che sembrava promettere tanto. Qualche discreta intuizione e il solito buon livello delle scene d’azione, uniti a una trama che, pur minata da difetti migliorabili, continua ad essere fonte di interesse, portano l’episodio a una sufficienza piena.

2.5

 

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Era sotto copertura:

Noi abbiamo deciso di chiamarla “quella là”

 

 

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