Come ogni primavera è tempo di crossover per l’Universo Cinematografico Marvel: la Civil War degli Avengers sbarca con prepotenza anche sul piccolo schermo, portando alla luce vecchie divergenze ma anche creando nuovi attriti tra S.H.I.E.L.D. e governo degli Stati Uniti. Mai come quest’anno il crossover è soprattutto metaforico, rappresentativo dei conflitti interni alla squadra di Coulson.
The Prodigal Son
L’inaspettato plot twist del diciassettesimo episodio non ha spiazzato solo noi spettatori, ma ha lasciato l’intero team di Coulson con una gigantesca gatta da pelare. Il passaggio – involontario, certo, ma sempre devastante – di Daisy tra le fila di Hive distrugge dall’interno la squadra, confermando il ruolo di collante che la ragazza ha sempre avuto fin dall’inizio della serie: Coulson ha costruito l’intero team intorno a lei, alle sue capacità e al suo essere speciale, prima come agente dello S.H.I.E.L.D. alle prime armi e poi come Inumana. La scoperta dei suoi poteri e il suo costante dividersi tra gli interessi dello S.H.I.E.L.D. e quelli degli Inumani aveva già creato diversi attriti – con Bobbi, con Mack, con May e persino con Fitz e Simmons – e il suo abbandono, seppur soggiogata dai parassiti di Hive, ha segnato tutti quanti, soprattutto Coulson e Mack.
Un grande lavoro, da parte degli autori, è stato fatto sul devastante potere dello stesso Hive: il fatto che questo influenzi solamente le aree del cervello dedicate al piacere – lo scopriamo in Emancipation – è un colpo di genio, perché permette agli autori stessi di giocare con l’ambiguità. Daisy è sempre se stessa, ricorda tutto, non ha subìto stravolgimenti della personalità: sente solo di dover compiacere Hive, anche se questo significa fare del male ai propri amici quando non accettano di seguirla o, alla fine, arrivare a sacrificare se stessa pur di fornire al leggendario Inumano il DNA Kree necessario ai suoi piani.
Risulta altrettanto geniale il fatto che in Hive convivano i ricordi di tutti coloro che ha posseduto. Abbiamo già visto un esempio di come questa scelta narrativa possa essere vincente ai fini del racconto grazie alla storyline del fratello di Gideon Malick, ma in questi episodi ci sono state date ulteriori dimostrazioni: i rapporti Daisy/Ward e Simmons/Will ritornano prepotentemente al centro della scena, grazie a dialoghi particolarmente ispirati, facendo probabilmente di questo nemico il più pericoloso – e affascinante – di sempre.
Missing Pieces
Il cambio sponda di Daisy, a cui fortunatamente è stato posto rimedio in vista del season finale a discapito di un rinsavito Lash, ha smosso gli equilibri sia da una parte che dall’altra, creando attriti dove mai ci saremmo aspettati di trovarli. Tra May e Coulson, ad esempio. La Cavalleria è sempre più critica nei confronti dell’operato del suo direttore e, in fin dei conti, amico: la sua indole di fedele soldato le impedisce di disobbedire agli ordini, ma non certo di criticarli, e mai come in queste puntate vediamo il rapporto tra i due incrinarsi, sia a causa di Daisy sia a causa di Andrew. Anche il rapporto tra i Secret Warriors e il resto dello S.H.I.E.L.D. è fortemente compromesso, in un clima di malcelata diffidenza reciproca che non può che aumentare ora che gli Accordi di Sokovia tanto osteggiati da Captain America sono definitivamente in vigore.
Pochi ma significativi sono gli sprazzi di luce che ci vengono offerti. Su tutti, Fitz e Simmons: i due scienziati si stanno finalmente lasciando andare l’uno con l’altra, tornando a collaborare attivamente sul lavoro ma anche ad esplorare una possibile relazione. La missione a Bucarest alla ricerca del genetista Radcliffe permette loro di scoprirsi e finalmente di consumare un’attrazione e, forse, un amore da troppo tempo trattenuto. Gioite, shipper dei FitzSimmons.
L’unico altro rapporto che va consolidandosi, invece che ridursi in brandelli, è quello tra Mack e Elena. Il legame di fiducia tra i due è nato quasi inaspettatamente, dopo il loro primo incontro, e l’attuale momento di difficoltà di entrambi – l’uno fisicamente e moralmente distrutto dal contemporaneo abbandono di Daisy e di Bobby e Hunter, l’altra combattuta tra il restare allo S.H.I.E.L.D. e andarsene – non fa altro che fortificarlo. Che ci sia spazio per qualcosa di più tra il gigantesco meccanico e la nostra Yo-Yo? Difficilmente potremo scoprirlo nel finale, ma probabilmente la quarta stagione potrà eventualmente approfondire anche questo aspetto.
Un piccolo discorso a parte è riservato alle new entry, nello specifico James / Hellfire: il personaggio è ancora troppo inquadrato nel suo stereotipo da ribelle donnaiolo con la battuta pronta (anche se la scena dove ci prova con May è impagabile) e ancora non è riuscito ad emergere con una propria personalità priva di macchiettismi e forzature, laddove invece Joey e Elena, più o meno nello stesso screentime, si sono subito ritagliati il proprio spazio. Se l’intenzione era di creare una controparte Inumana dell’ironia tagliente di Hunter, il piano è fallito.
The Final Stand
Questa tripletta di episodi è stata decisamente soddisfacente per molti aspetti, tra cui senza dubbio le dinamiche già citate tra i personaggi. Sebbene dopo la rivelazione dell’infezione di Daisy la serie si sia presa una pausa, rallentando il ritmo e forse perdendosi per strada allungando un po’ il brodo, le suddette dinamiche e il nuovo plot twist del ventesimo episodio che ha nuovamente ribaltato le carte in tavola hanno fatto sì che anche questi episodi trovassero il loro posto nell’economia di questa stagione.
Tre porcamiseria, perciò, a The Singularity e a Failed Experiments,
e un bel 4,5 a Emancipation, grazie al colpo di scena finale che ci fa vedere in tutt’altra ottica gli eventi dei minuti precedenti. Le pedine sono ora schierate per l’ultimo scontro con Hive, e dato che da mesi la Marvel sta martellando sui social con la tagline Who will die?, ci aspettiamo un finale di stagione col botto e, presumibilmente, con una discreta dose di lacrime.
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Note da nerd
- A quanto pare, opponendosi fermamente alla registrazione dei Secret Warriors, Coulson si schiera nettamente dalla parte di Captain America, mentre Talbot, da buon militare e uomo di governo, è decisamente #TeamIronMan.
- Nel crossover con Civil War, c’è stato spazio anche per l’ultimo saluto – a distanza, purtroppo – di Coulson a Peggy Carter, di cui vediamo il funerale proprio nel film e la cui serie è stata appena cancellata dalla ABC (presto su SerialFreaks troverete il recap della seconda stagione)
- La bellissima scena in cui James sfodera per la prima volta la sua catena/frusta infuocata contro i Watchdogs è un forte richiamo ai fumetti, in cui il suo alter ego cartaceo, Hellfire, usa proprio quell’arma. Peraltro, l’Hellfire fumettistico è membro dei Secret Warriors: ci sarà spazio per una sua redenzione una volta liberato dall’influsso di Hive?
- Il pilot di Marvel’s Most Wanted, la serie spin-off di Agents of S.H.I.E.L.D. con protagonisti Bobbi e Hunter, è stato bocciato dalla ABC, che non ha quindi ordinato la stagione completa. I due torneranno tra le fila dello S.H.I.E.L.D. nella prossima stagione? Di sicuro la serie madre ne gioverebbe parecchio.
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