Guidati da Daisy, i Secret Warriors scendono in campo per salvare Coulson e il resto del team. Un'apparente vittoria si trasforma però in una vera e proprio caccia all'uomo, con un colpo di scena finale che lascerà tutti di stucco.

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Diciamolo subito: la presenza dei Secret Warriors era già un’ottima premessa a questo diciassettesimo episodio di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.. Il fatto che poi sia successo davvero di tutto, lo rende sicuramente il migliore dell’intera stagione. Al di là dei fatti e del colpo di scena finale però, l’ingrediente primario dell’episodio è un profondo senso di incertezza che ti prende sin dal primo minuto, l’ignoto che ti spinge a non staccare mai l’attenzione o lo sguardo dal quel monitor.

Nello scorso episodio avevamo lasciato Daisy e Lincoln decisi a riunire i Secret Warriors per salvare Coulson e il resto della squadra tenuti prigionieri da Giyera e i suoi scagnozzi. Un battesimo decisamente di fuoco per il team sceso sul campo di battaglia in solitaria per la prima volta; ancora di più se consideriamo il contenuto della visione di Daisy. Conoscere il triste destino di un membro del team offre dunque una chiave di lettura differente della prima parte dell’episodio: ad ogni singolo istante c’è il palpabile timore di vedere Giyera, Hive o qualche altro Inumano far fuori uno tra Lincoln, Joey o YoYo. Per fortuna i quattro portano a termine la loro missione, ma che ansia!

Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D. 3x17 The Team recensione

Finora non avevamo mai visto veramente in azione insieme i quattro Inumani, ma il risultato è decisamente brillante. Buona anche la scelta di suddividere idealmente il team in due. Se l’alchimia tra i veterani Daisy e Lincoln è di gran lunga rodata, quella tra i due ispanici era una scommessa, brillantemente superata. Entrambi condividono infatti la scarica di adrenalina che una tale missione può dare e allo stesso tempo quell’atteggiamento tipico degli outsider, di chi è restio a farsi imbrigliare.

Quella dei Secret Warriors si rivela presto essere una vittoria di Pirro e forse anche un filo sospetta, conoscendo i poteri di Ward/Hive. Per bocca del temibile Inumano apprendiamo infatti che in qualche modo è riuscito ad insediare una talpa all’interno dello S.H.I.E.L.D., trasformando l’ansia che governava la prima parte dell’episodio in una vera e propria caccia all’uomo. Se inizialmente i principali sospettati sembrano essere il prigioniero Gideon Malick o addirittura un dead-ish Lucio – io avevo anche ipotizzato per un attimo May, fate voi – le rivelazioni dell’ex testa dell’HYDRA e le scoperte di Fitz-Simmons concentrano i sospetti sui Secret Warriors e ci forniscono nuovi interessantissimi dettagli su Hive e le sue abilità di mind control.

La ricerca dell’assassino ci offre ovviamente nuovi spunti di riflessione sulla questione Inumani e sulla loro effettiva pericolosità, sulla possibilità di costruire un rapporto di fiducia con la specie umana – d’altronde siamo in piena vigilia di Civil War. Nondimeno, il sospetto mette in luce temi molto cari a Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D. che però non risultano mai superati: la spesso conflittuale leadership di Coulson e il rapporto di fiducia reciproca tra i membri del team che abbiamo visto più volte essere vacillante o mal riposta.

Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D. 3x17 The Team recensione

Figura di rilievo dell’episodio è senz’altro Daisy Johnson, che affronta la sua prima prova da leader di un team che evidentemente è manchevole di una fiducia di fondo: da un lato Quake mostra polso e autorevolezza, dall’altro si strugge quando si vede costretta a mentire ai suoi compagni al fine di intrappolarli nelle celle di contenimento. Il parallelismo con Coulson che appena un attimo prima era stato costretto a fare lo stesso per tenerle nascosta la verità su Hive e il suo lavaggio del cervello ai danni di uno dei quattro Inumani è pregevole.

Altro tema sviscerato da questa caccia all’uomo è – come detto – la fiducia, fiducia che risulta evidente non albergare in seno ai Secret Warriors una volta trovatisi chiusi insieme in una stanza con un’accusa di tradimento – involontario – sulle loro teste: né in YoYo e Joey, esterni alle dinamiche dello S.H.I.E.L.D. e guardinghi nei confronti dei modi di Coulson & Co., né tantomeno tra Lincoln e Daisy. Un rapporto, il loro, che già in più occasioni ha mostrato qualche crepa.

Proprio quando tutta la verità sembra essere venuta a galla, con Lincoln che viene identificato come l’Inumano asservito ad Hive al fine di sottrarre il prezioso artefatto Kree in mano allo S.H.I.E.L.D., ecco che gli sceneggiatori piazzano un game change del tutto inaspettato, scioccante, esplosivo. La vera talpa è in realtà la stessa Daisy che inganna tutti, che approfitta del carattere irruento di Lincoln per farne una facile vittima, che si allontana col prezioso oggetto facendo letteralmente tremare l’intera base dello S.H.I.E.L.D., in una sequenza finale che ne mette in risalto tutta la potenza. Non prima però di aver accoppato anche Malick, deciso a collaborare con Coulson per vendicare la morte della figlia per mano di Hive.

Malick: I never saw my last rodeo being with S.H.I.E.L.D.

Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D. 3x17 The Team recensione

Azione, sviluppi, colpi di scena, ottima cura delle dinamiche tra i protagonisti. C’è davvero tutto in questo episodio di S.H.I.E.L.D., compreso un tenero momento Fitz-Simmons che finalmente rompono gli indugi e si lasciano andare ai loro sentimenti e alla passione. Non senza una risoluta Jemma Simmons chiaramente.

Ciliegina sulla torta, infine, è Hive/Ward che si rivolge alla sua nuova adepta chiamandola Skye e non Daisy, provocando sì un effetto nostalgico nell’intero fandom ma lasciando intendere forse che la parte di Ward che in qualche modo alberga tra i suoi ricordi potrebbe essere un asset importante degli sviluppi futuri di questa stagione. Stagione che adesso procede alla velocità della luce verso un finale col botto e prima ancora verso il tanto atteso crossover con Civil War.

Cinque porcamiseria pieni per questo The Team, fosse anche solo per premiare i fan di Fitz-Simmons che stavano aspettando questo momento da quasi tre stagioni.

5

 

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