Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.3×11 Bouncing Back

Gli agenti dello S.H.I.E.L.D. tornano dopo la pausa invernale con un episodio ricco d'azione che getta le basi per la seconda metà della stagione, con Inumani come se piovessero e l'HYDRA che si prepara all'attacco definitivo.

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Bouncing Back è il titolo perfetto per questa midseason premiere di Agents of S.H.I.E.L.D.. Non solo, ovviamente, per il superpotere che il nuovo acquisto dei Secret Warriors mostra di saper padroneggiare, ma anche e soprattutto perché è esattamente l’effetto che questo episodio cerca di avere – riuscendoci – sullo spettatore. Dopo gli spettacolari e catalizzanti eventi di Maveth, si “rimbalza indietro”, infatti, con una puntata senza dubbio ordinaria ma che contribuisce a definire il nuovo status quo che ci accompagnerà per i mesi a venire.

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Un dono di Dio

Non tutti gli Inumani sono anglofoni. Con la diffusione su scala mondiale del pesce contaminato dai Cristalli Terrigeni, gli umani potenziati iniziano a comparire in tutto il mondo, e in questo episodio il nostro team di agenti speciali si dirige a Bogotà per fare chiarezza su una spinosa vicenda di armi rubate alle forze dell’ordine locali. Nonostante il rapimento di Mack, diventa subito chiaro che l’Inumana responsabile delle sparizioni ha tutt’altro che cattive intenzioni: grazie alla mediazione di Joey, facciamo quindi la conoscenza di Elena Rodriguez e del suo potere, che consiste nel muoversi a velocità supersonica giusto il tempo di un battito cardiaco, per poi tornare al punto di partenza. Una capacità senza dubbio particolare, che Elena metterà al servizio dello S.H.I.E.L.D. per salvare Bobbi e Hunter prigionieri della corrotta – e anch’essa dotata di un agente potenziato – polizia colombiana.

Gli autori ci presentano Elena con dovizia di particolari. Un carattere forte e coraggioso, un’estrema religiosità – che la porta a considerare i suoi poteri come un dono divino – e un forte attaccamento alla famiglia e al proprio paese, che la porterà a decidere di non unirsi in pianta stabile allo S.H.I.E.L.D. ma di dedicarsi soprattutto a raddrizzare i torti nella sua terra natìa. Il punto di vista non-Americano è molto suggestivo, anche se talvolta troppo tendente allo stereotipo, e ci dà un’infarinatura di ciò che succederà nei prossimi mesi: un proliferare di Inumani in tutto il pianeta, alcuni eroi, altri un po’ meno (e, in quanto tali, prontamente recuperati dall’HYDRA). Il team di Secret Warriors di Daisy si arricchisce così di un nuovo elemento e va così ad allargarsi, anche se la scelta di disgregarne i componenti rischia di minare, in futuro, la possibilità di un approfondimento psicologico anche per loro.

Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D. 3x11 Bouncing Back Recensione

Coppie d’assi

Dopo gli eventi di Maveth, sapevamo che Coulson ne sarebbe stato certamente provato, e ora sappiamo in che modo. Il Phil che ci viene mostrato in questo episodio è più freddo, calcolatore, per nulla pentito del suo gesto estremo e disposto a tutto – anche a mettere il figlio di Von Strucker nell’odiata macchina per l’estrazione dei ricordi – pur di mettere le mani su Gideon Malick. Nulla a che vedere con il Coulson delle origini, ma nemmeno con quello più accondiscendente visto nella prima metà di questa terza stagione. La morte di Rosalind l’ha profondamente segnato, e se n’è accorta anche May, che nel confermargli il proprio totale sostegno gli fa capire che il loro destino è del tutto simile.

Coulson: «I don’t know what happened there, on that planet.»

May: “I do. You joined the Cavalry.”

Il duo delle meraviglie sembra essere tornato, unito dalla tragedia ma anche dalla volontà di distruggere l’HYDRA una volta per tutte, questa volta con la collaborazione del Presidente Ellis – bellissimo cameo di William Sadler – e di una vecchia conoscenza, ora nuovo capo dell’ATCU. L’evoluzione di Phil è in linea con lo sviluppo del personaggio e coerente, anche se forse, come già citato nello scorso recap, il ridotto screentime dedicato alla relazione con Rosalind ha fatto sì che la vendetta del direttore dello S.H.I.E.L.D. sembrasse in qualche modo fin troppo abbozzata e frettolosa.

Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D. 3x11 Bouncing Back Recensione

Ma Coulson e May non sono gli unici ad aver ritrovato una certa unità. Sì, parlo proprio di loro, quei Fitz e Simmons per i quali avevo auspicato un più coraggioso passo in avanti. Dopo un’iniziale freddezza reciproca, è Jemma a prendere in mano la situazione, ad ammettere di sentire la mancanza di Leo e a chiedergli di ricominciare da capo. Davvero un nuovo inizio per la coppia di scienziati o solo l’ennesimo rimandare la risoluzione della loro storyline? Sono ormai praticamente certo che gli autori sguazzino nella portata social dei #FitzSimmons, ma mi piace sperare che il primario interesse resti comunque lo sviluppo dei due personaggi e la loro evoluzione, qualunque essa sia.

Spiragli di evoluzione anche per Daisy e Lincoln. Il ragazzo continua a ricoprire il ruolo dell’outsider, sempre dubbioso dei metodi dello S.H.I.E.L.D. e sempre “ribelle” nei confronti di Coulson, ma il suo avvicinamento sempre maggiore a Daisy – a cui purtroppo viene dedicato poco screentime solo nel finale dell’episodio – lo porta a rinunciare alla stessa libertà concessa a Joey e Elena pur di stare insieme a lei. Si prospetta una relazione decisamente interessante, sia per il rapporto decisamente opposto che i due piccioncini hanno con l’autorità di Coulson, sia per le dinamiche connesse all’essere Inumani.

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You’ll believe

Nel frattempo, tra i cattivi, le cose non vanno esattamente come previsto. Il leggendario Inumano tornato da Maveth con il corpo – letteralmente cadaverico – di Ward non è così potente come Malick aveva previsto. È rinchiuso in una stanza asettica, trattato con tutti gli onori e indaffarato nel documentarsi su quanto l’umanità continui imperterrita a tentare di autodistruggersi, ma al contempo ha bisogno di nutrirsi per tornare al massimo della potenza. Ma si sa, la pazienza non è proprio il forte dell’HYDRA, e la stessa fede di Malick inizia a vacillare. Ovviamente però Ward – per comodità lo chiamerò ancora così – non è debole come sembra e fa capire che qualcosa sta bollendo veramente in pentola.

Non c’è ancora un piano ben definito, nemmeno una dichiarazione d’intenti, ma il nuovo supervillain fa capire – in maniera sottile, con sguardi e atteggiamenti – di essere davvero minaccioso, e il rapimento dell’Inumano colombiano è un’ulteriore prova di quanto Malick e l’HYDRA ora siano pronti a fare sul serio, nonostante la batosta ricevuta dallo S.H.I.E.L.D. di Coulson.

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Bouncing Back è un episodio che conferma l’andamento perfetto di questa stagione e che mette le basi per i prossimi sviluppi: un team di Secret Warriors sempre più internazionale e una minaccia Inumana che si farà sempre più concreta, ma senza distogliere lo sguardo dall’evoluzione dei protagonisti e dalle dinamiche all’interno del gruppo. Quattro porcamiseria che sarebbero facilmente diventati cinque se solo ci fosse stato il coraggio di allontanarsi dallo stereotipo un po’ forzato della sudamericana religiosa.

4

 

Note da nerd

  • Come confermato dagli stessi produttori, l’Inumano nel corpo di Ward non è altro che il supervillain Hive (nulla a che vedere con l’H.I.V.E. di Arrow, ovviamente). L’origine dell’essere è altresì diversa nella serie rispetto al fumetto, dove non era un Inumano millenario bensì un esperimento creato dall’HYDRA.
  • La nostra Elena Rodriguez, invece, è la controparte televisiva di Slingshot, uno dei membri dei Secret Warriors guidati da Daisy e Nick Fury. Nel fumetto si chiama Yo-Yo Rodriguez, e in effetti in questo episodio sentiamo Mack chiamarla proprio così in riferimento al suo superpotere.
  • Non ne abbiamo fatto menzione nella recensione perchè ancora gli elementi sono troppo pochi, ma non ci siamo certo dimenticati del flash forward iniziale: cosa succederà tra tre mesi e in che modo Elena sarà coinvolta?

https://twitter.com/xdivergentgirl/status/707648717390749697

 

 

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