L’anno scorso, al termine di una seconda stagione esaltante, il season finale di Agents of S.H.I.E.L.D. aveva chiuso praticamente tutte le storyline in sospeso, ma allo stesso tempo aveva piantato il seme per ulteriori sviluppi narrativi, lasciandoci in un certo senso smarriti. Ci siamo crogiolati tutta l’estate nei dubbi, chiedendoci cosa ne sarebbe stato di Coulson e soci, attendendo le news dal set come i bambini attendono Babbo Natale… e infine eccoci qua, di fronte alla terza season premiere. E diciamolo: la terza stagione non poteva iniziare in maniera migliore.
Inhumans rising
La protagonista assoluta di questa premiere è lei, Daisy: ormai ben conscia della sua vera identità, la nostra Skye ha deciso di farsi chiamare col suo vero nome e appare ora nel pieno controllo dei suoi poteri, riuscendo a creare potentissime onde d’urto. In questo nuovo corso, Daisy è decisamente più matura, più consapevole del suo ruolo. Ha in qualche modo ereditato da quella stronza di sua madre la vocazione ad aiutare i neo-Inumani ad accettare la propria condizione. E meno male che non ha ereditato nient’altro.
Non per nulla, la “nuova” Daisy ci viene fatta conoscere dal punto di vista di Joey, un povero malcapitato a cui il gene inumano appena risvegliato – grazie all’olio di pesce visto nell’ultima scena dello scorso finale – ha dato il potere di liquefare i metalli, anche a distanza. Un nuovo personaggio senza dubbio molto interessante, non solo per i parallelismi tra il suo essere gay e la sua condizione di Inumano incapace di accettarsi ed essere accettato, ma anche per le dinamiche che si sono create tra lui e i componenti storici del team, le quali promettono decisamente bene per i futuri sviluppi.
In un mondo che è venuto a conoscenza dei superumani nella maniera più violenta possibile – l’invasione aliena di New York in The Avengers, l’attacco di Malekith a Londra in Thor: The Dark World e la distruzione di Sokovia in Avengers: Age of Ultron, tutte cose a cui il Presidente USA fa riferimento nel suo discorso finale – il rinnovato S.H.I.E.L.D. di Coulson si pone come mediatore, grazie a un membro fondamentale come la stessa Daisy, che notoriamente ha il piede in due scarpe. Le esperienze passate sono servite, e ora l’intero team (compreso Mack, che l’anno scorso era tutt’altro che conciliante) supporta la ragazza nella sua opera di recupero, aiuto e sostegno dei nuovi Inumani.
Inutile dire che c’è anche interesse, e non solo filantropia: sempre meglio avere un potenziato dalla propria parte, piuttosto che tra le schiere del nemico. E infatti i soggetti interessati agli Inumani iniziano a diventare parecchi: non solo la “solita” HYDRA – al momento dormiente ma non per questo sconfitta o meno pericolosa – ma anche una nuova organizzazione governativa, la ATCU (Advanced Threat Containment Unit), guidata da una enigmatica e, pare, pericolosa Rosalind Price, interpretata da una sempre magnifica Constance Zimmer. Per non parlare di Lash, un gigantesco Inumano che i fan dei fumetti conoscono bene e il cui fine è ancora tutto da dimostrare.
La storyline Inumana, quindi, anche in questa stagione sarà la colonna portante della serie, e al momento è esaltante al punto giusto. Con una Daisy finalmente consapevole del proprio ruolo e delle proprie capacità, e con finalmente l’intera squadra a darle supporto, possiamo aspettarci grandi cose.
Where is Jemma Simmons?
Come ogni season premiere che si rispetti, anche questa non ha iniziato a imbastire solamente la trama principale, ma anzi ha già dato il via a una miriade di sottotrame che coinvolgono un po’ tutti i nostri agenti. Innanzitutto, come non notare le due assenze clamorose di questo episodio?
Una è Melinda May, partita per delle ferie prolungate con l’ex marito e scomparsa dai radar dello S.H.I.E.L.D.. Siamo pronti a scommettere che qualcosa di grosso bolle in pentola per il personaggio senza dubbio più iconico dopo Coulson, però vedete di ridarcela in fretta, che anche un solo episodio senza di lei è difficile da mandar giù.
L’altra, ahinoi, è Jemma Simmons, inghiottita negli ultimi secondi della scorsa stagione dal misterioso monolite di origine Kree in custodia allo S.H.I.E.L.D., ma più che la sua scomparsa – che già ci aveva sconvolto a suo tempo – a frantumarci il cuore è la reazione di Fitz.
Veniamo subito a conoscenza di tutti i tentativi da lui messi in atto per ritrovarla, tutti quanti non andati a buon fine (tra cui accertarsi che non fosse stata miniaturizzata con le particelle di Hank Pym), e lo seguiamo poco dopo in una missione al limite del suicida in Marocco per recuperare un’antica pergamena da un trafficante d’armi.
È un Leo Fitz distrutto, provato dalla perdita dell’amata proprio quando era riuscito a dichiararsi a lei, e con una rabbia incontenibile che finalmente sfoga nella scena in solitaria davanti al monolite, semplicemente perfetta e potentissima. Già l’anno scorso avevamo elogiato sia le storyline dedicate a Fitz-Simmons sia le performance dei due attori – indimenticabile la scena di Fitz che promette a una Skye più che mai smarrita di esserle vicino – e anche quest’anno il buon Iain De Caestecker si conferma una delle colonne portanti della serie e si merita un encomio grosso così.
Disassembled
Ci sarebbe molto altro da dire sui nostri protagonisti, anche perchè se sommiamo l’assenza di May e Simmons a tutto il resto, quella che ci si presenta in questo inizio di stagione è forse la versione più distrutta del team.
Basti pensare a Coulson menomato – pare che sia una caratteristica richiesta ai direttori dello S.H.I.E.L.D. – e non ancora perfettamente consapevole della sua condizione; a una Bobbi Morse relegata in laboratorio e ancora decisamente scossa dopo le torture subite per mano di Ward; a un Lincoln che tutti vorrebbero nella squadra ma che, dopo il fallimento del malvagio piano di Jiaying, vede il suo essere Inumano come una maledizione.
Insomma, un team più che mai disgregato, ma con così tanti aspetti da approfondire e possibili trame da esplorare (sufficientemente ben intrecciate da non sembrare caotiche e confusionarie) da farci attendere con trepidazione la prossima settimana. 4 porcamiseria e mezzo per questa premiere, di cui almeno uno è tutto per Fitz e la sua scena davanti al monolite, che ci ha veramente strappato il cuore.
Note per nerd
- Tantissime le citazioni ai film Marvel in questo film, praticamente non ne è stato dimenticato uno, compreso Ant-Man. Ma ciò che forse non è stato colto da tutti è stato il discorso del Presidente Ellis, che sembra decisamente un preludio al prossimo grande film, Captain America: Civil War, in arrivo ad aprile.
- Pare che Lash avrà un ruolo importante in questa stagione. Per chi non lo sapesse, è un Inumano che possiamo definire fondamentalista, che non ritiene tutti quelli che attraversano le Nebbie Terrigene degni di tale potere.
- L’ultimissima, inquietante scena ci mostra dov’è finita Simmons, ossia da qualche parte nello spazio. Che Agents of S.H.I.E.L.D., dopo averci introdotto agli Inumani prima del film a loro dedicato, possa essere il primo ponte di collegamento tra gli Avengers e i Guardiani della Galassia? Ma qui siamo proprio nel campo delle supposizioni più assurde…
La stragrande maggioranza dei tweet su #AgentsofSHIELD sono immancabilmente dedicati a Fitz-Simmons…
https://twitter.com/find_theTruth/status/650317576812281857
Fitz senza Simmons.
Fitz che fa di tutto per ritrovare Simmons.
Fitz che non accetta di aver perso Simmons.
Io che piango. #AgentsofSHIELD— jules¹²⁷ (@blackihyun) September 30, 2015
…ma c’è anche chi condivide con noi il giudizio sulla puntata:
porca miseria che premiere! Porca miseria! PORCA MISERIA! #AgentsofSHIELD e si sente aria di #CivilWar il che è magnifico #SerialUpdate
— ⚪🖤 Chiara ⚪🖤 (@Chiara_Calime) September 30, 2015
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