Sharp ObjectsSeason 1 Recap: Dangerous Women

Season Recap Un misterioso omicidio e una sparizione fungono da pretesto per precipitarci nella psiche traumatizzata di una giornalista. Un disturbante affresco della fragilità dell'animo umano in un universo caratterizzato da figure femminili la cui apparente forza è una stratificazione di dolori passati.

7.5

Edited 28/08/2018, a seguito del finale di stagione.

Dopo la positiva impressione del pilot, torniamo a parlare di Sharp Objects per tracciare un sunto della prima (e probabilmente unica) stagione, che abbiamo visto in anteprima per voi.

Il pericoloso fascino dell’avorio

Le premesse narrative della serie vengono completamente affrontate nel primo episodio, lasciando il lento sviluppo delle stesse alle rimanenti sette puntate. L’omicidio delle due ragazzine di Wind Gap è poco più di un pretesto in realtà per affrontare i demoni interiori di Camille e di chi le sta accanto. I traumi della donna e della sua famiglia, vero fulcro della narrazione, vengono centellinati di puntata in puntata, mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore, che non trova in molti altri elementi della composizione un’adeguata distrazione o compensazione per i tasselli mancanti della personalità della donna.

La già celebrata bravura di Amy Adams (che conquista spazio scenico episodio dopo episodio) gioca sia a favore che a svantaggio della narrazione, poiché se da un lato mette davvero al centro dello show la protagonista e le sue fragilità, dall’altro pone in evidenza la superficialità di alcuni aspetti di contorno, soprattutto quelli più stereotipati del genere thriller. Non basta l’altrettanto brava Patricia Clarkson a dare respiro alla storia al di fuori dei multipli traumi di Camille, men che meno il resto dei personaggi secondari, ingabbiati in una bidimensionalità che stona fortemente con l’approfondimento riservato alla protagonista. Va dato merito anche alle due giovani attrici, Sophia Lillis (nei panni della giovane Camille) e Eliza Scanlen (interprete di Amma) di intaccare l’esperienza delle veterane. Se per la prima la prova cinematografica di It ne aveva confermato il talento, la seconda invece tratteggia perfettamente la figura della sorellastra minore, alternando da parte degli spettatori antipatia, compassione e infine rabbia.

La serie si sviluppa intrecciando i due misteri di fondo, gli omicidi e il passato oscuro di Camille, ma lo fa con una lentezza eccessiva, persino per questo genere di show, in cui di solito si compensa la mancanza di azione e velocità. Il finale, invece, riacquista il ritmo perduto alternando la claustrofobica atmosfera della casa padronale a quella più luminosa dell’appartamento di Saint Louis. Il fascino della personalità disturbata della protagonista ben si abbina alla disturbante e posticcia aria di Wind Gap, dove, come nella migliore tradizione noir, le ovattate apparenze nascondono torbidi segreti. A uscirne fortemente ridimensionato è il ruolo degli uomini, meri strumenti narrativi che fanno da sfondo e soffrono della suddetta stereotipizzazione, incapaci di ergersi a confronto con le figure femminili, preferendo, piuttosto, soffocare letteralmente gli appelli delle stesse rifugiandosi in una simbolica musica assordante.

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Il detective, lo sceriffo, Alan e tutti gli altri sono in balia di un universo narrativo in cui a determinare l’andamento delle cose sono le donne, da cui dipendono completamente. Donne che appaiono simili all’intoccabile avorio del pavimento di casa Preaker: bellissimo da vedere, forte dal di fuori ma estremamente delicato, di una purezza apparente che nasconde invece la terribile verità della morte. Così gli oggetti affilati del titolo finiscono per rivelarsi le persone, capaci incidere ben al di sotto della pelle della protagonista il loro doloroso ricordo, lasciando, come nel caso di Amma, cicatrici decisamente più profonde, aprendo un ciclo di violenza che si auto-alimenta.

Otto puntate cariche di simbolismo, celato nei dettagli dalla buona performance registica di Jean-Marc Vallée, che punta sul bianco come elemento ricorrente della narrazione: un’innocenza cromatica che stride fortemente con l’insistente violenza della trama, spinta fino al limite dei titoli di coda

Sharp Objects non è una serie facile, sia per i tempi narrativi e alcune superficialità evitabili, sia per il disturbo che alcune scene possono destare. Affascina particolarmente uno dei temi, la sindrome di Münchhausen per procura, trattato con inquietudine e profondità, rendendo plausibile e spaventoso un disturbo reale raramente rappresentato in TV. Il montaggio, fiore all’occhiello della première, si conferma di livello, creando una forte allucinazione soprattutto nei finali di puntata, confondendo presente, passato e futuro con allucinazioni e visioni. La colonna sonora non sempre è funzionale alla narrazione ed è spesso sacrificata per inserirla come elemento coerente delle scene, giocando col volume o altri effetti. La bilancia è nettamente pendente verso l’aspetto psicologico piuttosto che sul thriller, con uno spostamento progressivo man mano che le puntate vanno avanti.

 

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7.5/10

In breve

I demoni interiori di Camille Preaker prendono il sopravvento sulla componente thriller, incartandosi però in alcune lungaggini che la recitazione di livello della protagonista riesce solo parzialmente a compensare. Non aiutano certi stereotipi narrativi che appesantiscono lo sviluppo della trama, che resta comunque uno spaccato disturbante ma ben fatto della fragilità umana (e femminile in particolare).

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Porcamiseria

7.5

I demoni interiori di Camille Preaker prendono il sopravvento sulla componente thriller, incartandosi però in alcune lungaggini che la recitazione di livello della protagonista riesce solo parzialmente a compensare. Non aiutano certi stereotipi narrativi che appesantiscono lo sviluppo della trama, che resta comunque uno spaccato disturbante ma ben fatto della fragilità umana (e femminile in particolare).

Storia 7.5 Tecnica 7.5 Emozione 7.5
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