Shameless7×12 Requiem For A Slut

La morte di Monica porta con sè degli evidenti strascichi. In questo ultimo episodio della stagione - ma dal sapore da series finale - ci si concentra sui Gallagher e sulle loro reazioni al tragico evento.

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La settima stagione di Shameless tira fuori dall’armadio il suo vestito più bello per il suo ultimo episodio, con la chiara intenzione di congedarsi dai suoi fan. Quel requiem nel titolo si carica di un’ambivalenza forte, è un congedo dai fan prima di tutto, oltre che l’estremo saluto a Monica Gallagher. Ancora ignari del futuro della serie, gli sceneggiatori avranno probabilmente optato per una svolta nella trama che potesse dare una degna conclusione alla storia della famiglia Gallagher. D’altronde, la risoluzione di tutti i nodi – forse un po’ troppo abbozzata e frettolosa per Kev e V – unita a quel minutaggio finale colmo di speranza per i fratelli Gallagher, che vanno avanti nelle loro vite con un progetto, con uno scopo e, perché no, con una speranza, è un po’ come il saluto di chi è in partenza e vuole rassicurare le persone che sta lasciando.

E invece no, subito dopo i titoli, Lip, Frank e Fiona tornano sullo schermo per rassicurarci sull’ormai certa ottava stagione. Di certo una gradita sorpresa – in realtà anticipata dalla stessa Emmy Rossum su Twitter – ma noi saremmo stati comunque soddisfatti anche se si fosse concluso tutto così.

Shameless 7x12 Requiem For A Slut recensione

Pilastri di quest’ultimo episodio, senza tema di smentita, Emmy Rossum e un William H. Macy decisamente in gran spolvero.

Com’era prevedibile, la morte di Monica porta con sé tutta una serie di questioni irrisolte, primo fra tutti quel rapporto adesso definitivamente spezzato tra madre e figlia. Il peso di un’intera famiglia sulle spalle, portato sin dalla tenera età di nove anni, è una ferita troppo profonda per Fiona, stoica nel non versare una lacrima verso quella donna che si è sempre negata nell’assolvere i sui doveri materni.

Un rancore che esploderà in tutta la sua potenza all’ennesimo raptus di follia di Frank sconvolto e ossessionato dalla morte di Monica:

Fiona: I was nine! Nine and taking care of you. Taking care of all of us. I was in fourth grade dragging your ass, passed out, in from the yard so you wouldn’t freeze to death. […] Not Monica. Me. […] She didn’t love me. […] I’m glad she’s dead.

Altro momento topico per Fiona è quell’ultimo saluto privato alla madre all’interno di una bara, tra risa isteriche e quel risentimento che non può più urlarle addosso. Tutta la sua personalità emerge da questo ultimo confronto – se così possiamo chiamarlo – con Monica. È fiera e orgogliosa quando infila nella bara la sua parte di eredità – un bel bottino di meta-anfetamine da rivendere sul mercato – affermando fino alla fine la sua indipendenza da quei genitori così assenti e nocivi per lei e i suoi fratelli, ma è altrettanto disperata e furente quando sbotta colpendo il cadavere di Monica. Sintomo di un’evidente risoluzione dei conti aperti non più realizzabile.

Ma non c’è solo rabbia e orgoglio per Fiona Gallagher. Dopo una stagione in cui si è finalmente focalizzata su se stessa – tema ricorrente anche in questo finale con l’avvio della sua nuova avventura imprenditoriale – la ragazza ritrova la sua dolcezza, impietosendosi dinanzi ad un Frank distrutto dal dolore accasciatosi per il troppo alcool, nel quale stavolta probabilmente ha cercato solamente rifugio e conforto. E ancora una volta Emmy Rossum è eccelsa, tirando fuori tutta la sua poliedricità di attrice.

E a far da contraltare ad una come lei, che è riuscita ad affermare il suo valore dentro e fuori lo schermo, vincendo la sua personale battaglia per la gender equality nel corso delle trattative per l’ottava stagione, non si poteva relegare in un angolo il veterano Macy, finalmente messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio.

Shameless 7x12 Requiem For A Slut recensione

Per una volta Frank Gallagher esce dalla perenne caricatura di se stesso, regalandoci dei lati inediti di lui, una profondità e un’intensità che non gli conoscevamo o che semplicemente avevamo rimosso. Questo Frank lacerato dalla perdita dell’amore della sua vita, ossessionato dal cercare di lasciare il migliore ricordo possibile della madre ai propri figli, è onestamente qualcosa che ci spiazza.

Ci spiazzano il volto perennemente consumato dalle lacrime, gli occhi costantemente lucidi, quelle lacrime sul marciapiede dell’ospedale, il suo scongiurare Fiona di non continuare nella sua invettiva contro Monica, così come ci manda letteralmente in frantumi il suo elogio funebre. Un uomo innamorato che ci parla del loro primo incontro, di come quella donna gli avesse letteralmente stravolto la vita, una vita che apparentemente avrebbe preso una piega molto diversa; eppure, nonostante tutti i guai e i casini, consapevole che non avrebbe mai potuto fare a meno di lei.

Nonostante queste nuove sfaccettature, non siamo di fronte ad una scrittura out-of-character del suo personaggio, ma semplicemente ad una caratterizzazione più complessa e completa. Nella divertente e curiosa caccia al tesoro di Monica con Debbie, Carl e Liam, ritroviamo il Frank di sempre, pronto a far casini, pronto a coinvolgere un bimbo in qualche affare illecito, eppure, a dispetto di ciò, riusciamo a vedere come un bagliore di gioia nel poter condividere un’esperienza con i suoi figli, riagganciandosi a quel tema del ritrovato senso di paternità già accennato in You’ll Never Ever Get A Chicken In Your Whole Entire Life.

Il succitato momento dell’elogio funebre, oltre che per il commovente discorso di Frank, è forse uno dei momenti più potenti grazie ad una scelta tecnicamente efficace e all’altissima qualità del cast. Coperti da una colonna sonora sempre azzeccata, i ricordi di Lip, Ian, Carl e Debbie vengono raccontati solo attraverso la mimica facciale e la gestualità, ed in ogni loro singolo gesto viene espressa con assoluta chiarezza il loro stato d’animo nei confronti di Monica e, in senso più ampio, le loro singole personalità, evidenziando come queste siano state più o meno influenzate dall’assenza di figure genitoriali forti.

Gli ultimi minuti di Requiem for a Slut sono infine dedicati al clan nella sua interezza e al futuro che li aspetta. Il funeral party  diventa una vera e propria festa che chiude con distensione e armonia questa settima stagione – e probabilmente, come detto, avrebbe chiuso la serie.

Shameless 7x12 Requiem For A Slut recensione

Kev e Veronica tornano a bazzicare casa Gallagher come ai vecchi tempi anche se per loro non c’è una definitiva chiusura delle loro storyline, dato che l’Alibi è ancora nelle mani di Svetlana: le intenzioni degli autori erano evidentemente quelle di dedicare quest’ultimo episodio ai Gallagher.

Carl si conferma il personaggio che è maturato di più. L’accademia militare lo ha reso un piccolo grande uomo, condizione forse fin troppo esasperata dal fargli indossare sempre la ridicola uniforme, ma per fortuna la sua vena Gallagher viene fuori di tanto in tanto: quando cita gli amici spacciatori per rivendere l’eredità di Monica o quando sul finale lo vediamo in veste di writer mentre realizza un graffito col nome della madre sotto gli occhi di Frank.

Debbie ritrova la sua dolcezza di sempre e finalmente anche una prospettiva lavorativa – e una futura lovestory? – mentre Ian fondamentalmente prosegue il suo percorso ormai già ben delineato. La parentesi Gallavich dei due scorsi episodi, alla luce di quanto detto su questo season finale, sulle probabili reali intenzioni degli sceneggiatura, acquista forma e significato: una chiusura del cerchio per la sua storia con Mickey che al tempo stesso non tradisse il character development degli ultimi anni.

Anche il percorso di riabilitazione di Lip sembra procedere al meglio, con la decisione di lottare per la sua istruzione, che diventa quasi come una sliding door che lo potrà far allontanare dalle orme del padre: il parallelismo con Frank diventa ancora più evidente nell’elogio funebre, quando racconta dei tempi del college prima che conoscesse Monica. Una nuova consapevolezza che lo premia anche in amore, riportando Sierra tra le sue braccia.

Shameless 7x12 Requiem For A Slut recensione

Con la settima stagione di Shameless si chiude probabilmente un capitolo, auspicando che questi nuovi e più maturi Gallagher tornino con un’ottava stagione dal sapore nuovo, che sia capace di non ricadere in canovacci stantii o caratterizzazioni fin troppo abusate, come nel caso di Frank. Prima però di iniziare con le nostre elucubrazioni sul futuro dei Gallagher, tocca fare dei bilanci, d’altronde è anche il periodo più giusto.

La stagione si becca un bel quattro e mezzo per il coraggio nel cambiare qualche meccanismo e regalarci dei Gallagher sostanzialmente diversi, ovviando a quel senso generale di stanchezza che si avvertiva nelle ultime stagioni trasmesse. Avessero iniziato prima a lavorare su Frank, sarebbe stata davvero perfetta.

4.5

 

L’episodio in sè invece si porta a casa tutti cinque porcamiseria. Poco o nulla da obiettare sinceramente, e tantissime invece le emozioni. Tecnicamente poi, quasi non fanno più notizia una colonna sonora sempre azzeccata e la qualità eccelsa del cast, anche se, scene come l’elogio funebre – ma anche quelle citate a proposito di Fiona e Frank – sanno ancora lasciarci a bocca aperta. E il cuore a pezzi.

5

 

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