Come il serpente del titolo, Shameless ritorna alle radici di tutti i problemi dei Gallagher. O almeno, una di queste: Monica Gallagher.
Interpretare un personaggio come lei non è impresa facile: il compito è quello di mettere in scena una donna bipolare, constantemente in balìa di disperazione e follia, determinata nel voler riparare ai torti nei confronti dei propri figli con la delicatezza e la prudenza di un uragano, urticante nella sua ossessività. E Chloe Webb ci riesce magnificamente.
L’arrivo di Monica crea chiaramente degli scossoni ed è l’asse portante di tutto l’episodio, almeno per quel che riguarda i Gallagher, che reagiscono in maniera molto differente a questo suo inaspettato ritorno. A tratti sembra quasi di essere vittime di un déjà-vu, perché sappiamo esattamente quali saranno le reazioni di ogni singolo componente dei Gallagher; d’altronde non è certo la prima volta che Monica torna a Chicago per scombussolare la vita dei proprio figli. Si tratta quindi di contestualizzarne per lo più l’impatto nella realtà di questa settima stagione.
Debbie continua ad essere l’anello debole, sebbene adesso abbia una figlia. Seppur atteggiandosi a ragazza disillusa di fronte al ritorno della madre, le sue difese crollano quando Monica riesce a riprendersi – con i suoi modi poco ortodossi – la piccola Franny guadagnandosi un tetto sulla testa e un primo sprazzo di fiducia da parte di uno dei suoi figli.
Fiona è quella che apparentemente soffre meno la presenza di Monica, ironizzando sui suoi disperati tentativi di ravvicinamento, ma è come se non la desse a bere a nessuno dei fratelli, tanto da fare del suo probabile sbotto oggetto di scommessa con Lip. E questo in effetti arriva puntuale a fine episodio, dopo il confronto con la madre, un confronto in cui Monica sottolinea quanto brava Fiona sia stata nel crescere i suoi fratelli, facendone però quasi motivo di orgoglio, come se fosse stato qualcosa in cui è riuscita nella propria vita. Ad aggiungere carne al fuoco anche Debbie che involontariamente “tradisce” la sorella ogni qualvolta fa anche un solo lontanatamente positivo cenno alla madre. Nonostante il moto di affrancamento e di indipendenza di questa stagione, i segni di questi anni in cui è dovuta farsi peso di tutto, rinunciando alla spensieratezza della sua giovane età, sono e continueranno ad essere indelebili per Fiona. Se però negli anni ha saputo gestire il risentimento nei confronti di Frank, l’assenza di Monica non le ha permesso di fare altrettanto con la madre, che rimane quindi ancora un nervo scoperto. E a farne le spese è una saccente ragazzina che ha riversato tutta la sua acidità in una recensione negativa e sommaria alla lavanderia. Gli haters non hanno vita facile nel South Side di Chicago.
Seppur irritati dall’arrivo di Monica, Lip e Ian non si lasciano invece influenzare dalla madre.
Il maggiore dei Gallagher è troppo impegnato a mandare a puttane la sua vita per potersene preoccupare, del resto: l’alcol accompagna quasi tutta la sua giornata e la dipendenza ha la meglio sulle cose positive della sua vita, sulle uniche possibilità di non tramutarsi definitivamente in Frank: la possibilità di uno stage retribuito o una piccola chance di poter ricucire il rapporto con Sierra. Tutto vanificato in nome di caffè corretti o goccetti mattutini. La dipendenza dall’alcol non è certo un soggetto inedito, ma in qualche modo non se ne avverte con altrettanta potenza la tragicità in quella di Frank, quasi a considerarla parte del suo corredo genetico.
Per Ian, Monica è solo fonte di nervosismo, che gli causa qualche grattacapo con Trevor, nei cui confronti torna a mancare di tatto minimizzando su un problema abbastanza comune per le persone trans: quello dei documenti che non riflettono quella che è la loro identità percepita da se stessi e all’esterno. Ma per Ian e Trevor questa sembra essere una pioggerellina estiva paragonata alla tempesta in arrivo dopo la bomba sganciata a fine episodio. A Cameron Monaghan sono sufficienti un fotogramma e la parola Mickey per trasmetterci tutta la forza di un sentimento mai sopito, che ora è pronto ad affiorare data la fuga di Mickey dalla prigione.
Stupisce infine il personaggio di Frank: nonostante anni di lontananza, abnormi quantitativi di stupefacenti e fiumi di alcol, l’uomo non riesce a resistere dal vedere l’ex moglie. Il loro sembrerebbe essere stato uno di quei rapporti viscerali unici nella vita di ognuno, ed è toccante il suo pianto di dolore una volta appreso il triste destino di Monica. Per una volta, siamo stupiti.
Lasciando stare per un attimo i Gallagher, all’Alibi Kevin cerca di aggiustare le cose con Svetlana ricorrendo alla terapia matrimoniale, sempre con i toni semiseri cui siamo abituati. Gli sceneggiatori però non tornano sui propri passi ed è ormai palese che Svetlana abbia effettivamente raggirato Kevin e Veronica per entrare in possesso del bar e chissà cos’altro. Sembra che in fondo i timori di V circa i sentimenti della procace moglie fossero fondati.
Certo giudicare questo episodio non è affatto facile: il condizionamento dato dalla presenza di Monica è dietro l’angolo. Non ci sono grandi avanzamenti nella trama orizzontale nè momenti particolarmente memorabili se non appunto quell’unico momento di Ian. Ed è poi superfluo sottolineare quella triste sensazione di déjà vu che alleggia durante tutto l’intero episodio. Di certo manca il pathos dello scorso episodio e a conti fatti si presenta più come una transizione verso quelli che saranno i capitoli finali – ebbene sì – dell’intera serie. E la fuga di Mickey fa presagire che saranno davvero memorabili. O almeno è quello che speriamo.
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Ma in tutto ciò, c'è veramente gente che lascia le chiavi di casa sotto gli zerbini? #Shameless
— We were the best, Richard (@ShariDeschain) November 30, 2016
Date un oscar a Cameron perché semplicemente dicendo "Mickey" mi ha ricordato di 5 stagioni dei Gallavich. Nient'altro da dire. #Shameless
— ❀ (@heartvshelley) November 28, 2016
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