Sex And The CitySex and the City: Amicizia, Lustrini e Tanto Sesso

A chi non piacerebbe vivere una vita glamour e scintillante costellata da vestiti firmati, cocktail party e uomini da capogiro? Ah, ed avere un appartamento ad affitto bloccato in piena New York city ovviamente! Seguire dal teleschermo con lo sguardo trasognato le “Ragazze” che scivolano sui loro tacchi a spillo lungo le vie di Manhattan […]

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A chi non piacerebbe vivere una vita glamour e scintillante costellata da vestiti firmati, cocktail party e uomini da capogiro? Ah, ed avere un appartamento ad affitto bloccato in piena New York city ovviamente! Seguire dal teleschermo con lo sguardo trasognato le “Ragazze” che scivolano sui loro tacchi a spillo lungo le vie di Manhattan per recarsi alla mostra di una galleria, alla presentazione di un libro o all’inaugurazione di un nuovo locale all’ultima moda. Forse è questa una delle chiavi che hanno reso Sex and The City un fenomeno mondiale e senza tempo.
Viste sotto questa luce, le vite delle nostre quattro protagoniste Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha potrebbero sembrare perfette, quasi ideali.

Sex And The City, Sex And The City: Amicizia, Lustrini e Tanto Sesso recensione

E forse, per quel che concerne l’aspetto più strettamente superficiale, esteriore e consumistico è anche così. Ma per quanto lo stile e la moda rivestano un ruolo assolutamente imprescindibile nella fortunata serie, non sono nient’altro che la splendida e luccicante cornice di un quadro molto più realistico di quanto si possa pensare.

Ogni protagonista incarna singolarmente un preciso spaccato dell’essere donna, una serie di principi e modi d’essere che ci mostrano quanto diverse e allo stesso tempo simili siano tra di loro. Le vite frenetiche di queste donne, così sagaci e brillanti, camminano mano nella mano con quella che potremmo definire la quinta star protagonista della serie, New York, che con i suoi ritmi folli, estenuanti e affollati incarna alla perfezione l’essenza stessa delle ragazze che, specchiandosi ogni mattina in quest’agglomerato di folle vita caotica, frizzante e costantemente in subbuglio, si riconoscono perfettamente in essa innamorandosene mano a mano sempre di più.

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Seguendo la scia di questo inciso, risulta logico pensare come emerga autonomamente parte dell’unicità di questa serie, che vede finalmente protagoniste delle potenti donne in carriera in grado di tenere al guinzaglio qualunque uomo che incappi accidentalmente nelle loro vite. Da una parte vediamo Charlotte, la dolce Pollyanna di Park Avenue che sogna la “Vie En Rose: sposare il principe azzurro e vivere per sempre felice e contenta in una bella casa con la staccionata bianca e tre o quattro marmocchi per completare il quadro. Poi, che Charlotte non disdegni un partner dal generoso e nutrito conto in banca e una villa da sogno negli Hamptons, è tutta un’altra storia.

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Il suo esatto contrario, quella che potremmo quasi definire la nemesi vera e propria di Charlotte, è Samantha. Libertina e lasciva per eccellenza, dedica la sua esistenza al puro piacere carnale, a tutto ciò che di nuovo e inesplorato esiste nella sfera della sessualità rifiutando, quasi fosse l’assioma attorno al quale ha costruito la propria vita , il concetto di monogamia e dei legami sentimentali in generale. Questo modo libero e spassionato con cui vive la propria sessualità cozza prepotentemente con i principi d’amore e di matrimonio di Charlotte, fermamente convinta che il sesso debba essere considerato come un puro scambio univoco tra due persone che progettano di trascorrere la propria vita insieme, dando quindi vita, spesso e volentieri, a piccoli screzi e scaramucce tra le due amiche.

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A fare da collante tra le due, ci sono ovviamente Carrie e Miranda, decisamente più equilibrate e meno inclini al ruolo di macchiette della serie, come invece risultano Charlotte e Samantha. Se si vuole stilare il profilo della perfetta donna in carriera tutta d’un pezzo, nessuna incarna questo modo d’essere in maniera così profondamente realistica come Miranda Hobbes. Cinismo e pragmatismo sono il suo pane quotidiano e ne distribuisce a profusione a tutte le persone che entrano a far parte della sua vita: lei non vive tra le nuvole, non crede nell’anima gemella e non pensa che una donna debba essere salvata. Miranda è lucida, fredda e realista sia nel lavoro, cui dedica tutta se stessa, che nell’amore, cui si approccia sempre in punta di piedi, dando prima di tutto spazio al rapporto fisico, un po’ come Samantha, e solo in un secondo momento a quello emotivo.

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Ed eccoci infine arrivati alla vera protagonista della serie, Carrie Bradshaw, quella che per certi versi potremmo definire l’alter ego di Candace Bushnell, scrittrice dei romanzi di Sex and The City, da cui la serie ha per l’appunto preso ispirazione. Delle quattro Carrie è il personaggio più completo, multisfaccettato e complesso da analizzare.

Ha una mente curiosa, brillante, e possiede quella parlantina vivace e spiritosa che la rende piacevole agli occhi di tutti. Vera feticista delle scarpe e dei bei vestiti, Carrie ama circondarsi della moda tanto quanto un soldato in trincea si circonda di armi, perché gli abiti sono l’armatura con cui affronta il mondo a testa alta, il mezzo attraverso il quale si sente più forte, più bella e più sicura. Ma se i vestiti sono la sua armatura, Charlotte, Miranda e Samantha sono la sua cotta di maglia, la sua primissima difesa contro le avversità della vita di tutti i giorni, soprattutto in campo sentimentale.

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Ma perché questo bisogno smodato di difese? Una donna che vive nella città che ama più di se stessa, tiene una rubrica di successo sul sesso e le relazioni e possiede una cascata di abiti firmati da fare invidia a chiunque: non è forse questo il ritratto di una donna spavalda e sicura di sé? No, non lo è.
Tutta questa
facciata di satin e perline non è nient’altro che la patina sotto la quale Carrie nasconde tutte le sue paureDietro l’ombra delle sue amate e costosissime décolleté di Manolo Blahnik, si nasconde un animo fragile e insicuro, sempre alla costante ricerca di qualcuno da amare e dalla quale essere ricambiata. La sicurezza che sembra trapelare attraverso la sua sagace ironia e la sua battuta sempre pronta crolla vertiginosamente quando si trova a fronteggiare il fascino sottile e intimidatorio di Mr. Big.

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Persino il soprannome affibbiato a quest’intrigante finanziere newyorchese ci da la misura di quanto piccola e insignificante si senta Carrie nei confronti di un tale colosso d’uomo. Purtroppo la nostra protagonista inciampa nei parametri perfettamente inscatolati di quei cliché che vedono le donne propendere per uomini complicati, indisponibili emotivamente e con un disperato terrore per i legami, tanto da gravitare nell’orbita di Mr. Big dalla prima all’ultima stagione, trascinandosi pesanti zavorre di pianti e sofferenze sulle spalle e allontanandosi invece dalle relazioni sane e prive di complicazioni (Aiden). Se finora ci siamo addentrati esclusivamente nei mondi di diversità che separano le nostre quattro protagoniste, ecco invece avvicinarci pian piano ad una delle caratteristiche che più le accomuna e che risulta con chiara evidenza, onnipresente in ogni singola puntata della serie: il sesso.

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Siamo alla fine degli anni novanta e anche se Madonna ha già abbondantemente mostrato al pubblico le proprie grazie e Sharon Stone ha accavallato le gambe nel modo che tutti conosciamo, il sesso in televisione continua ad essere una prerogativa quasi esclusivamente maschile. Il cinema ha già iniziato a sdoganare questo luogo comune proponendo diverse pellicole di un certo spessore (Basic Instinct, L’ultima Seduzione) a differenza del piccolo schermo che ancora zoppica su questo argomento, continuando a propinare serie tv, sit-com, pubblicità e quant’altro, in cui la donna è l’oggetto della sessualità ma mai colei che desidera la sessualità. Ebbene sì ladies and gentlemen, le donne parlano di sesso. Non del sesso dolce e romantico da romanzetto rosa ma quello vero, quello che scaturisce dal puro e semplice istinto primordiale che è insito in qualunque essere umano.

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Sex and The City ci mostra le realtà del mondo femminile, spogliandolo da tutti i tabù e le false credenze di cui è sempre stato circondato, facendo eviscerare in modo facile e divertente tutte quelle piccole, grandi verità nascoste fino a quel momento in modo goffo, dimesso, a tratti squallido nelle pagine degli Harmony o nei filmetti erotici a basso costo, confinati negli scaffali più alti e polverosi delle videoteche di seconda mano.

Prima dell’avvento di Sex and The City, quale autore si sarebbe mai sognato di scrivere dialoghi in cui le protagoniste femminili parlano di pompini, sesso anale e vibratori con la stessa naturalezza con cui discutono di Tampax e cerette? Ecco da dove fuoriesce la vera forza di questa serie così brillante. La naturalezza è la chiave di tutto, perché in fondo il sesso è una cosa naturale tanto per l’uomo quanto per la donna: persino Charlotte, tanto timida quanto pudica, nel momento in cui si rende conto dell’impotenza del suo primo marito realizza quanto il sesso sia fondamentale nella sua vita fino quasi al punto di impazzire dalla frustrazione. Non parliamo poi di Samantha, vera guru femminile del sesso vorace e promiscuo, che non si pone problemi a disquisire del suo partner dallo sperma amaro durante una tranquilla colazione in una caffetteria o ammettere di tenere allenato il muscolo di Kegel pure durante un lussuoso cocktail party.

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Ma la genialità nell’aver creato un personaggio come Samantha sta nel fatto che non risulta mai volgare e fine a se stessa ma divertente, spiritosa e coinvolgente perché grazie alle sue molte curiosità e alla voglia di scoprire tutte le nuove frontiere possibili del sesso, rende sempre partecipi le sue tre migliori amiche su ciò che più la invoglia, dando quindi vita a simpatici dibattiti sul sesso a tre, la fellatio o i capezzoli finti.

Abbiamo finora discusso di moda, di New York e della spregiudicatezza sessuale come le matrici che hanno portato all’incredibile successo di Sex and The City. Ma scavando sempre più a fondo, volendo quindi raggiungere il vero cuore pulsante di questa serie, penso che la sua forza si possa ritrovare nel puro e semplice concetto dell’amicizia. Un concetto snocciolato più e più volte in tante e varie rappresentazioni televisive e cinematografiche ma sempre in sordina, sempre all’ombra delle storie romantiche che dominano la scena in maniera molto più prepotente ed incisiva.

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Ad un osservatore poco attento potrebbe risultare cosa analoga anche in Sex and The City: le interminabili turbe emotive di Carrie nei confronti di Mr. Big, il discontinuo e frastagliato rapporto di Miranda con Steve, la costante ricerca del vero amore di Charlotte e persino le sporadiche quanto profonde relazioni di Samantha.
Tuttavia, facendo un deciso passo indietro e volendo dare uno sguardo alla panoramica della serie, ci rendiamo conto che tutte queste storie travagliate, semplici, complicate, a lieto fine e non, hanno in realtà un comune denominatore: accanto ad ogni sorriso, ogni pianto, ogni frustrazione nata dall’ennesimo fallimento di una storia, le ragazze c’erano. C’erano l’una per l’altra sempre e a qualunque costo. Poco importano le diverse filosofie di vita, il modo diverso di vivere le relazioni o le reciproche opinioni contrastanti su uomini, sesso e quant’altro: Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha sono l’una la colonna portante dell’altra, l’essenziale fonte di sostegno, forza e fiducia a cui ognuna di loro attinge nei momenti bui e di difficoltà.

Messo in questi termini, il concetto sembra quasi stridere con le dichiarazioni di qualche capoverso fa, sul fatto che questa serie risulti oltremodo veritiera e realistica: forse in qualche modo è così perché quest’espressione pura di un sentimento così nobile potrebbe suonare vagamente idealista. Ma la realtà dei fatti è che anche le ragazze, pur nello sconfinato affetto che provano l’una per l’altra, si trovano ad affrontare diversi litigi scaturiti da piccole incomprensioni o divergenze di opinioni.

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Questi piccoli alterchi però non sembrano mai intaccare né mettere in pericolo il loro legame così forte, profondo e sincero tanto da farci capire che non è necessario avere un uomo nella propria vita per sentirsi complete ed appartenenti al tanto agognato concetto dell’anima gemella: se nella vita hai la fortuna di avere un’amicizia così speciale, l’anima gemella l’hai già trovata.

Carrie: Mi sento veramente triste per non avere un uomo nella mia vita che si preoccupi per me. Nessun uomo speciale che mi auguri buon compleanno. Nessuna maledetta anima gemella. E non so se credere all’anima gemella!

Charlotte: Non ridete ma, forse siamo noi l’anima gemella l’una dell’altra. E lasciamo che gli uomini siano solo quegli straordinari ragazzi carini con i quali divertirsi!

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