Una serie TV dai ritmi cadenzati e dialoghi cult. C’è azione e riflessione allo stesso tempo. Dai toni imprevedibili, è la serie perfetta per chi, oltre all’azione, ama i giochi di potere e la regia che ci sta dietro.
Il più atipico dei ritratti famigliari, quello del clan camorrista dei Savastano – uno dei più potenti e influenti della zona di Secondigliano – in un mondo duro e crudo in cui svegliarsi vivi la mattina non è così scontato.
La première della quarta stagione di Gomorra archivia in modo precipitoso la storia lasciata aperta dal season finale e con un salto temporale fin troppo comodo mette in scena la metamorfosi di Gennaro Savastano.
La responsabilità di Gennaro nell'omicidio di Carmela risulta una scelta narrativa incoerente, quanto il tradimento di Scianel. Gomorra delude ogni aspettativa, a pochi episodi dal season finale, rinnegando il percorso eccellente fatto fino ad ora, con la prima défaillance di questa terza stagione.
Enzo e Valerio sono i protagonisti principali degli ultimi episodi di Gomorra, in cui per la prima volta il ceto sociale del Vomero e di Posillipo è visto coinvolto nella malavita, quanto Forcella. Nella nuova guerra contro i confederati, pur essendo determinante la regia di Genny e Ciro, Sangue Blu e Valerio si impongono sulla scena, conferendo alla serie un'inedita coralità.
Rinunciando ad un tono apertamente didascalico e pedante, Gomorra, con lo stile che la contraddistingue, ci offre un quadro realistico della nostra quotidianità, mostrandoci gli infiniti ambiti in cui la Camorra agisce. Attraverso un'ottima caratterizzazione dei personaggi, Gomorra soddisfa le nostre aspettative, attraverso una scrittura originale e ricca di spunti di riflessione.
Con il ritorno di Genny e Ciro a Secondigliano e l'intesa di Patrizia e Scianel, Gomorra, con il terzo e quarto episodio della stagione, supera ogni aspettativa, emozionando lo spettatore con un vincente e necessario ritorno alle origini.
Mentre Genny Savastano è pronto a diventare il nuovo Re, non mostrando rimorso per la perdita del padre, Ciro l'Immortale crolla sotto il peso delle sue colpe e perdite. La première della terza stagione di Gomorra illustra bene le linee guida del nuovo plot building, soddisfacendo, ma allo stesso tempo, disorientando lo spettatore con scenari inediti.
L'abisso infernale in cui tutti i personaggi sono immersi ingloba, in modo fatale, ogni aspetto della vita. Un season finale che mette al centro la famiglia e la dicotomia vita/morte, dai toni assolutamente epici!
Tutti i personaggi sono prigionieri di quella gabbia di sentimenti, ricatti e potere che dissolve ogni umanità. Tra crisi interiori e inseguimenti al limite del pericolo, Ciro, Patrizia, Genny e lo stesso Pietro ci sorprendono, in un clima di suspense sapientemente costruito.
Tra cimiteri, pantere e omicidi shock, gli ultimi episodi di Gomorra si collocano a metà tra il kitsch e il macabro. Mentre Ciro l'Immortale, con astuzia, mantiene unita un'Alleanza sempre più fragile, don Pietro si prepara per la sua prossima mossa.
Mentre Genny cerca di imporsi come unico Savastano nel teatro del potere, Ciro l'Immortale, peccando di ubris, viene meno alla parola data e, attraverso un'attenta demagogia, innesca una faida all'interno dello storico clan. Ma Pietro Savastano non abbandonerà il suo ruolo da protagonista, preparandosi ad uno scontro deleterio, per tutte le parti in causa.
Negli ultimi episodi di Gomorra, abbiamo assistito al binomio dissacrante di Religione e Camorra, Fede e Sangue... Amore e Vergogna. Con due nuovi personaggi femminili molto promettenti, il teatro del Potere sarà modificato, in modo irriversibile.
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