Le ambientazioni oniriche e i personaggi mitici di Neil Gaiman prendono vita in American Gods, incantando con scenari fantastici ma al tempo stesso terribilmente reali.
Un ibrido tra la mitologia e il poliziesco, American Gods è per chi da una serie vuole farsi stupire e affascinare non tanto dalla storia in sé, ma dalla caratterizzazione dei personaggi e dalle atmosfere ai limiti del surreale.
American Gods racconta le vicende del misterioso Shadow Moon, un uomo che viene rilasciato di prigione con tre giorni in anticipo, dopo aver scontato una condanna a tre anni di prigione per una rapina in banca, a causa dell’improvvisa morte della sua amatissima moglie Laura, venuta a mancare in un grottesco incidente d’auto.
Durante il viaggio in volo verso casa per il funerale, Shadow si ritrova seduto a fianco ad un uomo che si presenta come Mr. Wednesday, il quale si dimostra essere fin troppo informato sulle vicissitudini, passate e presenti, del protagonista. L’enigmatico Wednesday proporrà a Shadow di lavorare per lui come sua guardia del corpo in cambio di un lauto compenso, ma ciò che il protagonista non immagina minimamente è chi sia in realtà il suo nuovo datore di lavoro.
Il sudato finale di stagione porta la seria verso nuovi status quo in vista di un seguito che, si spera, dovrebbe riportarla su strade più soddisfacenti. Qualcosa funziona, qualcosa no, ma è già molto dato com'era iniziata.
Un viaggio nel passato inaspettatamente interessante ma che avrebbe meritato più spazio, in vista di un finale di stagione che è sempre più un punto interrogativo.
Dopo tanti brutti episodi ne arriva uno che mostra sprazzi di ciò che American Gods dovrebbe essere ogni settimana. Sarà sufficiente a risollevare una stagione generalmente pessima?
Un episodio che più volte dà pugni nello stomaco allo spettatore e non sempre lo fa nel modo giusto. Si arranca ancora a tre episodi dalla fine di questa stagione.
La seconda stagione di American Gods sta caratterizzandosi per una sola costante: l'incapacità di trovare uno stile, un'identità e una chiave narrativa precisi. Questo quarto episodio non fa altro che confermare un trend che ci vede sempre più pessimisti.
Mentre buona parte dei personaggi continua a muoversi lungo la mappa degli Stati Uniti, arriva New Media e mai Gillian Anderson fu tanto rimpianta.
Il destino di Shadow, due gruppi on the road, una buona dose di flashback. Ingredienti che portano ad avere un episodio lievemente migliore del precedente, ma che ancora non ci regalano la serie a cui ci eravamo abituati.
È valsa la pena attendere due anni per la seconda stagione di American Gods? Come i tanti travagli produttivi potevano aver suggerito, forse - e ci duole tantissimo dirlo - no.
Lo scontro tra vecchie e nuove divinità entra nel vivo nel primo trailer della seconda stagione di American Gods.
Avevate perso le speranze? Invece American Gods tornerà presto con una nuova stagione, nonostante l’abbandono di Bryan Fuller e Michael Green e di Gillian Anderson, di sua sponte fuori dal cast. Neil Gaiman ci fa vedere pezzi di dietro le quinte a House on The Rock, anticipandoci il ritorno della serie nel 2019. https://www.facebook.com/neilgaiman/videos/10155403567461016/
Di Pasqua ce n'è una sola, ma di Gesù ce ne sono a bizzeffe, e per la grande festività Wednesday e Shadow vanno a farsi confezionare gli abiti da cerimonia dal sarto cantastorie di fiducia. Mai visti tanti colori e tanta magia in un episodio di American Gods, forse dovevamo aspettare proprio il season finale.
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