Sense82×01 A Christmas Special

Tra eventi da festeggiare e temi sociali da affrontare, si sviluppa lo speciale natalizio di Sense8, il quale ripaga l'attesa e fa ben sperare per la seconda stagione, gettandone le basi e fomentando l'hype.

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Avete presente quella sensazione di totale appagamento, sospesa tra gioia e stupore, commozione e ansia, hype e ammirazione, che si prova durante i titoli di coda di un film che ci ha emozionati come pochi altri? Ecco, è esattamente così che ci si sente alla fine di A Christmas Special, un regalo graditissimo che Netflix fa ai fan di Sense8 due giorni prima di Natale.

In attesa della seconda stagione, che debutterà sulla nota piattaforma streaming il prossimo 5 Maggio, possiamo farci un’idea – anche piuttosto dettagliata, data la durata dello speciale – di come il rapporto tra i nostri sensates si stia evolvendo e di che piega stiano prendendo le diverse storyline.
Come ormai ben sappiamo, Sense8 è una serie molto versatile e difficile da inquadrare, che da un lato si prende il lusso di puntare su alcuni elementi caratteristici dei generi action e sci-fi, mentre dall’altro – in maniera ben più evidente – rappresenta attraverso un’attenta analisi uno spaccato della società umana, mettendone in risalto gli aspetti più disparati e scardinando alcune sue convinzioni con la forza di un uragano.

Nonostante l’obbligatoria coralità dello show, le prime scene lasciano intuire al pubblico un fil rouge che sembra inizialmente monopolizzare il minutaggio, forte della propria attualità e dell’importanza che queste tematiche assumono nel cuore della produttrice Lana Wachowski: dopo l’outing da parte dell’ex di Daniela, è arrivato per Lito il momento di guardare in faccia la realtà e fare i conti con gli spietati giudizi della società. L’attore porta così a termine un percorso che avevamo visto iniziare nelle ultime puntate della scorsa stagione e che culmina in questo speciale con il suo definitivo e liberatorio coming out, che non sarebbe mai stato possibile senza il supporto dell’amato Hernando o dei compagni sensates, Nomi fra tutti.

For starters, there are people, people that I feel connected to, all over the world that are innocent and yet they’re locked up in prison. […] And then there are people without the privilege that we have and they feel threatened because they love a person that the world has decided that they shouldn’t love. And it’s wrong.

È con queste parole quasi ingenue che Kala si erge a voce di denuncia rispetto ad un mondo ingiusto, fatto di intolleranze, pregiudizi e catene mentali apparentemente impossibili da rompere. Seppur sempre in secondo piano, l’indiana è già dalla scorsa stagione uno dei personaggi in cui la rottura con la comunità è più forte, e anche in questa puntata continuiamo a vedere la sua battaglia ai rigidi ruoli in cui la società, che trova incarnazione nel marito Rajan, vuole inquadrarla o al modo in cui tenta di possederla. Assistiamo dunque ad una scena breve, ma molto intensa, di condivisione tra i sensates, nella quale viene messo in risalto come la discriminazione e le parole di disprezzo siano quasi paradigmatiche ad ogni comunità: fa perciò centro quel “It’s the 21st century, people, get over it!“, urlato da Kala e Lito all’unisono, una sorta di motto che si va ad inserire nella lunga lista di momenti in cui Sense8 ha tentato di dare un proprio contributo sociale.

Sin dai primi episodi della serie, le scene di condivisione sono sempre state quelle con più impatto emotivo e anche in questo speciale – nonostante una certa fiacchezza nella seconda parte – tornano ad emozionarci i bellissimi momenti di svago che gli otto sensates vivono insieme, primo fra tutti quello in occasione del loro compleanno. Ognuno festeggia a modo suo e con le persone care, ma in realtà partecipano tutti contemporaneamente a tutte le feste, spegnendo simbolicamente le candeline insieme a Lito o ballando in riva al mare insieme a Kala o, ancora, godendosi una bella giornata di sole insieme a Nomi.

Per quanto riguarda il resto, le scene di sharing sono usate per lo più come pretesto per sfruttare gli uni le abilità degli altri, eccezion fatta per la scena iniziale tra le acque della bellissima e nostrana Positano. Menzione d’onore al momento, quasi centrale nell’episodio, di condivisione sessuale tra gli otto, che riecheggia e amplifica quella già coraggiosa orgia tra alcuni personaggi, rappresentata in Demons: ancora una volta Sense8 si impone come serie di rottura con i rigidi canoni televisivi e osa più di quanto potessimo immaginare, con una trattazione delle tematiche sessuali fatta con l’intensità, la passione e la spregiudicatezza che hanno sempre caratterizzato lo show.

Poco dopo la metà, però, questo episodio inizia a cambiare leggermente rotta, per poi dirigersi a marcia serrata verso le feste di Natale. Al di là della momentanea confusione degli spettatori, che si ritrovano catapultati da Agosto a Dicembre con delle scene di raccordo piuttosto disorientanti, l’episodio inizia a perdere mordente nel momento in cui si va a concentrare sulle vicissitudini di Wolfgang, la cui storyline risulta essere sicuramente quella più noiosa: se da una parte abbiamo la chimica tra Max Riemelt e Tina Desai che valorizza una altrimenti piattissima e imbarazzante storia di corteggiamento, dall’altra la focalizzazione sulla criminalità berlinese è piuttosto insipida, e mal si colloca in questo frangente.

Anche le scene d’azione, presentissime in quest’ultima parte, appaiono come ridondanti e già viste, con le solite sparatorie e le solite mosse da combattimento di Sun. L’intento di smorzare il romanticismo e la parziale stucchevolezza dell’ora precedente è palese e pienamente comprensibile, ma purtroppo i passaggi tra i diversi momenti sono poco graduali e decisamente troppo netti, non riuscendo così ad introdurre il pubblico nel nuovo contesto che si vuole rappresentare.

Altra storyline che torna con prepotenza nella seconda parte di questo lungo film è quella dei fuggiaschi Bonnie e Clyde Riley e Will. I due, dopo essersi finalmente incontrati fisicamente nello scorso season finale, si trovano adesso costretti a darsi alla macchia e vivere d’espedienti – e droga, ovviamente – in una bettola dispersa in Islanda, per scappare dall’inquietante e oppressiva presenza di Whispers, determinato a piegare la mente del poliziotto per carpirne quante più informazioni possibili sul resto del cluster.

WILL: Hello, woman in my head.
RILEY: Hello, man in my head.

Le loro vicende risultano così essere le uniche che fanno avanzare, anche se di pochissimo, la trama orizzontale, dando al pubblico un assaggio molto succulento della persecuzione del villain e spiegando meglio, attraverso alcune comparsate di Jonas e Angelica, cosa significhi “to be reborn as a sensate“. Assistiamo inoltre al dramma individuale di Will, da sempre incarnazione dell’archetipo dell’eroe senza macchia, mentre cerca invano di scampare alle visite insistenti e indesiderate di Whispers facendosi di eroina: sebbene tutte queste scene siano molto slegate dal resto della narrazione, non possono che giungere gradite a qualunque spettatore interessato anche alla parte propriamente sci-fi e mistery della serie, senza tuttavia perdere quella forte connotazione empatica che sembra far parte del corredo genetico della serie.

L’ultima mezz’ora è invece quella propriamente dedicata al tema natalizio, che di certo non poteva mancare, che però viene piuttosto tralasciato anche a causa di una narrazione spalmata su diversi mesi, come già accennato. In un climax molto potente, aiutato sicuramente da una splendida versione della sempreverde Hallelujah come sottofondo, vediamo i nostri beniamini alle prese con il proprio Natale: c’è chi festeggia in solitudine, chi con la propria famiglia, chi con il proprio partner e chi si dà alla pazza gioia in una festa sfarzosa e pacchiana. Ma ecco che li ritroviamo tutti lì, i nostri sensates, riuniti intorno al coro, sotto gli occhi soddisfatti del fantasma della loro madre, Angelica, in un momento di condivisione che, anche se nella sua banalità, regala al pubblico un senso di pace e appartenenza, e sì, anche qualche lacrima.

Happy fuc**in’ New Year.

Si arriva infine, passando attraverso le già citate scene d’azione incentrate su Wolfgang e Sun, ai festeggiamenti per l’anno nuovo, che costituiscono l’inaspettata chiusura di questo A Christmas Special. Un finale che lascia sicuramente un po’ di amaro in bocca, apparentemente buttato lì per chiudere in fretta e furia, ma che per fortuna non influisce troppo sul resto della puntata, in generale di ottima qualità.

Tirando le somme, questo Christmas Special è un maxi-episodio che non raggiunge la vetta della perfezione, alla quale sappiamo bene che la serie può aspirare, ma che come sempre si rivela impeccabile per scenografia, regia, recitazione e colonna sonora, oltre che molto d’impatto per quanto riguarda gran parte della sceneggiatura. Proprio per questo, l’obiettivo empatia è raggiunto e lo spettatore diventa a tutti gli effetti nono membro del cluster: è per questo che ci svegliamo a forza, ancora scossi e ammaliati, da una lunga immersione collettiva in questo specchio della nostra società, tornando alla realtà sicuramente più ricchi e con una mente più aperta. E in questo, di certo, Sense8 ha soddisfatto pienamente le aspettative.

4.5

 

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Note a margine

  • In una delle scene finali, in cui vediamo Wolfie e Felix festeggiare l’Ultimo dell’Anno in piazza, è possibile scorgere l’inconfondibile capigliatura della Wachowski.
  • Anche se con uno screen time molto limitato, fa in questa puntata il suo debutto Toby Onwumere, in seguito al recasting per il personaggio di Capheus: un cambiamento che viene fatto notare anche dal suo amico, che ironizza sul nuovo aspetto del collega.

 

 

 

 

 

 

Chiudiamo infine con alcune delle canzoni di questo Christmas Special, per farvi compagnia tra pranzi e cenoni e per augurare a tutti voi, di cuore, un sereno e felicissimo Natale.

 

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