Sense82×02 Who am I? – 2×03 Obligate Mutualism

Forte del successo dello speciale natalizio, Sense8 ritorna a farci emozionare con due episodi d'esordio dal grande impatto emotivo che non deludono le aspettative e alzano la posta in gioco.

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Finalmente l’attesa è finita: Sense8 ritorna e lo fa in grande stile. A ormai più di quattro mesi dallo speciale di Natale, che altro non aveva fatto se non stuzzicare l’appetito di noi consumatori seriali, la seconda stagione si presenta come una portata succulenta da gustare puntata per puntata. L’inizio promette decisamente bene: i primi due episodi sono densi di avvenimenti e di elementi necessari a sviluppare la trama orizzontale, andando dunque a colmare quelle piccole mancanze che erano state in parte riscontrate nella prima stagione.

Il capitolo d’esordio, pur nell’usuale ottica di estrema coralità che rende peculiare la serie, vede Will come protagonista assoluto, poiché l’unico in grado di fare veramente qualcosa che possa far uscire la cerchia – e soprattutto egli stesso – dall’empasse in cui si trova. La serie ci riaccoglie con uno dei dialoghi tra Whispers e Will, ormai sempre più strettamente connessi. Il gioco mentale tra i due si protrae in un testa a testa, anche se il giovane è evidentemente sempre più provato dalla situazione. Gli incontri stremano Will e la necessità di mantenere al sicuro il resto della cerchia fa sì che il ragazzo continui a drogarsi vivendo in uno stato di quasi perenne incoscienza. Ottenere informazioni su Whispers e sulla BPO è la loro unica possibilità di salvezza.

Un aiuto fondamentale viene prestato nell’operazione da Nomi che, tra un tentativo di hackeraggio della BPO e l’altro (in cui è coinvolto anche Bug), svolge assieme ad Amanita delle ricerche per capire qualcosa in più sul cosiddetto homo sensorium. Nomi e Amanita diventano anche complici indispensabili di Will in un’impresa importantissima per lui, ovvero parlare con la madre di Sarah – bambina che era stata uccisa proprio dal Dr. Matheson – e assicurarle che non si darà pace finché la sua scomparsa non verrà vendicata. Si tratta di un viaggio nella memoria di Will, necessario affinché egli ritrovi il senso di ciò che sta accadendo.

LA REALTÀ NON È CHE APPARENZA 

Nel frattempo la vita procede per gli altri sensates che si trovano a fronteggiare le loro sfide quotidiane: molto bella e coinvolgente la sequenza iniziale che vede Lito e Capheus protagonisti di un’intervista pungente, il primo accusato di tradire la fiducia dei fan non avendo mai dichiarato la propria omosessualità, il secondo incalzato perché visto come un estimatore della violenza. Il parallelismo tra le due situazioni mette in contatto dapprima loro due e poi tutta la cerchia, posta di fronte alla domanda “Chi sono io?”, che dà il titolo all’episodio di apertura. Questa è il quesito a cui i protagonisti rispondono con un’ulteriore serie di interrogativi, questa è la domanda che in fondo si pone come base portante della serie: la ricerca dell’identità. “Io sono anche noi“, si diceva nella prima stagione.

La sequenza frenetica di domande è intensa e ci porta a riflettere: i sensates vivono molte vite perché sono connessi tra loro, ma chi di noi non lo fa?

In un’epoca di costante condivisione, nel tempo in cui la nostra identità è frammentata e condizionata dal giudizio costante di chi ci sta attorno, dalle persone alle quali sottoponiamo ogni nostro momento di vita privata ossessionati dal ricevere approvazione, chi siamo veramente? Qual è il nostro vero volto? La maschera che indossiamo ci corrisponde? La sequenza frenetica di domande è intensa e ci porta a riflettere: i sensates vivono molte vite perché sono connessi tra loro, ma chi di noi non lo fa? L’essere umano è portato a indossare maschere per sopravvivere e questo fa sì che tutti interpretiamo ruoli differenti.

La capacità di costruire una maschera che superi la realtà è una delle abilità che rende Whispers tanto pericoloso e difficile da trovare. Nell’ennesimo confronto tra i due, Milt sfida Will a riconoscere il luogo in cui si trovano ma – nonostante le abili capacità deduttive del ragazzo – la realtà si dimostra facile da manipolare e altro non è che un inganno costante della mente. Tuttavia, ambo le parti si ritrovano a sfruttare questo meccanismo e se Milt credeva di essere quasi arrivato a catturare Will, e quindi gli altri, la verità è che questi hanno ben saputo eludere la minaccia, creando a loro volta un mondo fittizio in cui nascondersi.

IL DOLCE SAPORE DELLA LIBERTÀ

La resa dei conti arriva nel finale del primo episodio: è l’incontro definitivo tra Whispers e Will che, aiutato da ognuno dei sensates, riesce finalmente a vedere con lucidità il luogo in cui si trova l’avversario. I palazzi, un anello, il nome di una società, le foto dei figli: grazie soprattutto a Nomi, scopriamo che l’uomo con cui parla Milt è Richard Wilson Croome, esponente della BPO con cui è in combutta. I giochi si invertono e Whispers da cacciatore diventa a sua volta una preda facile da catturare. Ora è Will, a nome di tutta la cerchia, ad avere delle richieste e a pretendere risposte proprio da quello stesso Croome che comanda uno Whispers indebolito al punto tale che, quando la sua presenza diventa un ostacolo, viene messo fuori gioco permettendo a Will di riavere la propria libertà.

Questo è senza dubbio un turning point importantissimo e una condizione necessaria per far ripartire il motore della serie e dei personaggi, in particolare di Will, che ora può abbandonare lo stallo e ricominciare a essere presente anche fisicamente. Il poliziotto di Chicago non è l’unico a riscoprire e condividere il caldo piacere della libertà: come Will, anche Sun nel terzo capitolo è protagonista di una fuga verso la libertà progettata su due piedi proprio dopo che alcuni malviventi avevano tentato di ucciderla. Le vite di tutti i sensates sono letteralmente “appese a un filo” – in una scena che ci lascia col fiato sospeso – ma, dopo essere stata dalla sua compagna di cella, Sun riesce a scappare grazie all’aiuto del resto cerchia. Si tratta di un espediente narrativo importante, che probabilmente permetterà un maggior coinvolgimento della ragazza all’interno delle vicende.

Se da una parte Kala, Lito Capheus sembrano avere un ruolo più marginale all’interno dei primi due episodi, è interessante invece l’elemento di novità che viene aggiunta alla storyline di Wolfgang (che come avevamo detto in passato, a livello narrativo è forse quella che desta meno interesse). Non si tratta tanto della guerra tra gang che potrebbe ostacolare l’ambizioso progetto di riciclaggio internazionale di uno dei boss berlinesi, quanto della donna di quest’ultimo, Lila Facchini (interpretata dalla splendida attrice nostrana Valeria Bilello). La “napoletana” – così essa stessa si presenta – dimostra di essere connessa mentalmente con Wolfgang, che si lascia sedurre senza troppi sforzi dalla sfacciataggine della donna. La tensione erotica tra i due è molto forte e lascia spazio al mistero che aleggia dietro Lila e su come i due possano toccarsi ma allo stesso tempo rimanere perfettamente seduti a pranzare.

Se ancora non foste stati abbastanza sazi da quanto già visto, i primi due episodi ci regalano altri due incontri fondamentali, che vedono ancora protagonista Will in rappresentanza di tutta la cerchia. Il primo con Jonas, al momento ancora ostaggio della BPO, il secondo con Croome in persona. La parentesi con Jonas diviene ancora una volta esegetica: il racconto della nascita della sua cerchia e maggiori dettagli sull’incontro con Angelica sono solo alcuni dei dettagli che vengono forniti. Scopriamo che lui è l’ultimo rimasto della sua cerchia e che non tutti sono geneticamente codificati per nascere sensates. 

Croome appare di visioni molto più ampie del previsto e sembra voglia fare in modo di riportare la BPO ai suoi primari obiettivi che non prevedevano la lotta contro i sensates.

Le domande che restano sono molte ma all’incontro con Jonas segue quello con Croome: il setting è il museo, la panchina di fronte a “Ronda di Notte“, celebre tela di Rembrandt che diventa metafora della conversazione. Croome appare di visioni molto più ampie del previsto e sembra voglia fare in modo di riportare la BPO ai suoi primari obiettivi che non prevedevano la lotta contro i sensates, offrendo a Will come segno di pace una confezione di pillole psi-bloccanti. L’arrivo di Whispers pronto a uccidere Croome ci fa per l’ennesima volta mettere tutto in discussione e chiude l’episodio con un colpo di scena importante, che si pone come una ciliegina sulla torta a seguito di due puntate impeccabili.

5 porcamiseria meritatissimi per questo inizio di stagione che, dopo una lunghissima attesa, non delude minimamente le aspettative e ci regala un perfetto weekend di binge-watching.

5

 

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