Scandal

La sesta stagione di Scandal trova nei suoi ultimi due episodi il perfetto epilogo a un percorso esplosivo, mai banale e senza dubbio uno dei più avvincenti della sua storia. La partenza invernale ha incredibilmente giovato alla serie, concentrando in un ristretto numero di episodi una trama ben definita e coerente, senza incidenti di percorso o buchi narrativi. La marcata attenzione rivolta alla psicologia dei personaggi è stata sempre accompagnata da una giusta dose d’azione, con l’obiettivo di combinare le due componenti nel miglior modo possibile. Il risultato è stato vincente, riportando Scandal alla vecchia gloria del passato, ma soprattutto ridefinendo coraggiosamente i tratti distintivi di ogni personaggio, senza mai allontanarsi troppo dalla storia di ognuno di essi.

Tick Tock e Transfer Of Power riportano in scena Maya Pope, presunta mente dietro l’organizzazione criminale che ha seminato il terrore negli ultimi mesi fra un cranio fracassato e l’altro. La prigionia di Maya sembra in qualche modo rallentare i ritmi della storia, ma è in realtà necessaria per dare una connotazione ben precisa all’inedita fragilità di Olivia. La donna si discosta ancora una volta dalla figura dell’eroina e accoglie la sua oscurità a braccia aperte, senza mai nascondere l’ebrezza che questa le dà. La sua sete di potere è la metafora di un cerchio che sembra aver finalmente trovato la sua chiusura, l’eterno ritorno di una ferocia che non riesce più a distinguere fra bene e male, ma che è costantemente alimentata dal desiderio di prevalere su tutto e su tutti. Il parallelismo con la vita di Eli è inevitabile ed è proprio per questo che la strada percorsa da Olivia è un po’ la spontanea evoluzione del suo personaggio, lontano dalle logiche moraliste della televisione generalista e sempre più in linea con una tendenza ormai diffusa.

La grande rivelazione del season finale è che Maya Pope è solo l’assassino incaricato di uccidere Mellie, ma il terrorista che ha dato il via alla serie di brutali eventi di questa stagione altri non è che Luna Vargas. Con un inaspettato colpo di scena, il disegno del Vice Presidente diventa immediatamente chiaro. La Vargas perde immediatamente l’aspetto di vedova indifesa che vuole costruire un mondo migliore per i propri figli e si rivela per quello che è: una crudele assassina disposta a sacrificare la vita del marito per raggiungere i propri obiettivi.

Sebbene Olivia non sappia bene come procedere dopo questa scoperta, “l’addio” di Fitz dà forma al suo repentino cambiamento; la donna è finalmente pronta a deporre una volta per tutte il suo cappello bianco. Ecco quindi che l’ormai ex Presidente si configura suo malgrado come l’unico vero eroe della serie, un uomo che ha realmente intrapreso un percorso di redenzione e ha lottato con i suoi demoni in nome dell’amore che lo legherà per sempre a Olivia. Il Vermont e la marmellata, però, non sono mai stati così lontani, Mellie sarà anche il nuovo Presidente degli Stati Uniti, ma è Olivia la vera detentrice del potere.

Con l’aiuto di Jake, Olivia ripristina segretamente il B613, ma questa volta non ci sarà nessun intermediario a ostacolare il suo volere. Proclamandosi dirigente dell’organizzazione (e di conseguenza padrona della Presidenza stessa), la donna possiede finalmente il controllo che rincorre da fin troppo tempo; la Casa Bianca è ufficialmente il nuovo terreno di gioco, non esistono più regole o limiti, ma solo battaglie senza esclusioni di colpi. Nella scena finale dell’episodio, Olivia e Cyrus sembrano la stessa persona, due lati della stessa medaglia; questa scelta autoriale rivela il coraggio della Rhimes che, senza troppi giri di parole, ha privato tutti gli spettatori di un preciso punto di riferimento. Per quanto non sia possibile sapere quanto l’animo di Olivia sia corrotto, non ci sono storie d’amore o amicizie che tengano, il futuro di Olivia sembra ormai segnato.

Figura enigmatica dell’episodio è Jake che, un po’ prevedibilmente, smette di essere un leader e torna a rivestire i panni del segugio, figura che forse gli si addice un po’ di più. Jake è nuovamente uno scagnozzo, colui che si sporca le mani, colui che risponde a degli ordini ben precisi e che si definisce solo in relazione all’autorità di Olivia. Jake accompagna Luna alla morte, assistendo quasi con desiderio al suicidio forzato della donna, ultima pedina da eliminare prima di assumere il controllo totale della situazione. La posizione di Jake è un po’ ambigua, nell’episodio non si approfondisce bene il suo ruolo all’interno della nuova organizzazione, ma la sua presenza sarà senza ombra di dubbio un elemento cruciale della settima (e ultima) stagione.

Nel season finale c’è anche spazio per la luce, qui simboleggiata dalla ritrovata amicizia di Abby e Quinn e la gravidanza di quest’ultima. Paradossalmente, i QPA, praticamente un covo di ex assassini, sono il bagliore alla fine di un tunnel, la speranza di un mondo diverso. La Presidenza di Mellie gioca un po’ a favore di quest’immagine positiva e lontana dai diabolici schemi ormai padroni della mente di Olivia, ma il suo successo sembra passare inevitabilmente in secondo piano. I suoi sacrifici sono serviti per raggiungere il traguardo da lei così ambito, ma dietro i suoi sogni si nasconde ancora l’ombra che per troppo tempo ha tenuto prigioniera Washington.

Scandal chiude questa stagione in modo volutamente provocatorio, archiviando grandi storyline e lanciando nuovi importanti interrogativi. Il sogno romantico di Olivia e Fitz è davvero irraggiungibile? Riuscirà Mellie a dare il via al suo nuovo inizio? Che ruolo avrà Cyrus nella nuova Presidenza?