Scandal6×11 Trojan Horse

La corsa alla Presidenza non è ancora terminata, Mellie e Cyrus sono ancora in attesa del verdetto finale. Diversi incidenti di percorso e il ritorno dei cappelli bianchi darà una connotazione diversa all'intero episodio. Del sangue verrà versato, ma esso sarà la chiave del cambiamento.

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Eccoci di nuovo, impegnati a scrivere e cancellare l’introduzione di questa recensione per l’ennesima volta, sperando sia quella buona.

Non esistono vie di mezzo e non esistono limiti, Scandal si sta giocando tutto. La ricerca del colpo di scena non è mai stata così studiata e ogni frammento serve uno scopo ben preciso, andando a comporre gradualmente un puzzle che si rivela di settimana in settimana. Stiamo assistendo all’apocalisse del mondo politico, mai così vulnerabile e decadente, specchio di un’umanità frammentaria e corrotta e per questo estremamente aderente alla realtà.

Il faccia a faccia di Mellie e Cyrus fa da sfondo all’intero episodio e la corsa alla Presidenza si trasforma nuovamente in un campo di battaglia in cui parallelismi con la campagna elettorale condotta da entrambe le parti si moltiplicano. Se da un lato Mellie non è disposta a rinunciare al titolo che ormai in un certo senso le appartiene, dall’altro Cyrus sembra volersi consegnare al nemico, abbassando le armi e arrendendosi inaspettatamente. A mediare fra le due parti è proprio Olivia, disposta a sacrificare i propri sogni per il bene più grande rinunciando al potere da lei costantemente inseguito. Cyrus è di diritto il Presidente Eletto degli Stati Uniti e, in un pericoloso gioco di alleanze, Olivia è pronta a tutto pur di garantirgli la Presidenza. Gli scontri con Mellie e gli avvertimenti di Eli non servono a niente, il Cappello Bianco è tornato e la sua sete di giustizia è più forte che mai. Attorno a questo complesso quadro s’inserisce un’ulteriore orbita di personaggi, il perfetto risultato di una prima parte di stagione prettamente individuale che ha permesso che ciascuno di essi acquisisse un ruolo.

Sebbene il modus operandi di Fitz e le nuove promesse di Liz North non ci convincano del tutto, l’incredibile velocità con cui Trojan Horse si muove è paradossalmente in funzione di una verosimile semplificazione della storia. L’episodio ha il compito di delimitare il raggio d’azione della stagione presentandoci un disegno ben preciso: Noi contro Loro. Le controversie interne passano improvvisamente in secondo piano e la brutale uscita di scena di uno dei personaggi principali è in qualche modo necessaria perché la gravità della minaccia rappresentata dalla misteriosa organizzazione che si cela dietro l’omicidio di Frankie Vargas divenga più reale che mai.

Mellie è lì, immobile e impotente, ad osservare un essere umano esalare il suo ultimo respiro. Il sangue di quest’ultimo ricopre quasi interamente il suo corpo e la crudezza del momento cambia ancora una volta le regole del gioco. Il brutale omicidio è per Mellie un fulmine a ciel sereno, il biglietto da visita che l’aiuta a comprendere la ferocia di chi ha di fronte. La donna è il nuovo Presidente degli Stati Uniti, ma a che prezzo? Washington si tinge nuovamente di rosso, una macchia indelebile simbolo di tutte le falle di un sistema che non può più funzionare. Olivia torna ad essere il faro nella notte, il punto di riferimento di ciascun personaggio che, nel bene o nel male, dipende da lei.

La presenza di un potere più grande e in un certo senso inarrestabile rappresenta però un’imperdibile occasione di redenzione. Mai come in questo episodio appare evidente che ciascun personaggio (anche chi ha fatto dell’oscurità una degna compagna) sia alla ricerca di salvezza, una libertà morale che può giungere solo attraverso l’assoluzione dei propri peccati. Il perdono in ogni sua forma si configura a sorpresa come il leitmotiv dell’intera stagione, il traguardo a cui tutti ambiscono. Esso è metaforicamente rappresentato dal bacio fra Fitz e Olivia, simbolo di un tanto atteso armistizio che getta le basi per i capitoli successivi della serie.

L’episodio merita 5 porcamiseria su 5, a cui aggiungeremmo anche una lode se fosse possibile. Un episodio apparentemente di passaggio che si tramuta in pochi minuti nella resa dei conti, dove ogni personaggio si trova improvvisamente di fronte ai propri demoni. La lotta per la sopravvivenza è appena iniziata.

 

5

 

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