The Belt è un episodio complesso, scioccante, ancestrale e straordinario. Con un espressionismo visivo di eccellenza, assistiamo alla parabola discendente di Cyrus Beene, alla dissoluzione delle sue speranze, alla caduta del suo castello del potere. Ma se da una parte la personalità di Cyrus appare alienata nel contesto buio dell’isolamento, dall’altra prorompe con ancora più forza, più rancore e più vendetta.
Intrappolato in cerchi di metallo, soffocato dai suoi stessi piani machiavellici, Cyrus ha perso tutto ciò che aveva per un errore da principiante. Non ha compreso quanto Tom fosse profondamente pazzo, ma dai sentimenti semplici. O perlomeno non l’ha compreso subito. Vani i tentativi di un aiuto dall’esterno: impenetrabile Olivia, distante Micheal e inconcludente Elizabeth. Cyrus, a sua insaputa, può contare solo su un’alleata, Abby, che non riuscirà a risparmiargli la condanna a morte. L’unica prospettiva possibile sarebbe la resa. Ma stiamo parlando di Cyrus Beene. Cyrus applica al contesto della prigione le stesse tecniche persuasive e manipolatrici che usava in ambito politico. In tal modo, riesce a rovesciare ogni scenario in modo repentino, annullando qualsiasi esito prevedibile e sorprendendoci continuamente.
La guardia Gerald diviene il punto sul quale convergono tutti i suoi piani. Debole e corrotto, sarà manipolato da Cyrus con estrema facilità. Complice nei suoi piani è il suo vicino di cella Ralph, un approssimativo Hannibal Lecter, parimenti inquietante e spietato. In quello che pensava essere l’ultimo incontro con Tom, Cyrus viene a conoscenza della verità, provata parallelamente dalle ricerche dei gladiatori. Tom è innocente e di conseguenza anche Cyrus. Attraverso un’acuta osservazione e una grande perspicacia, Cyrus è riuscito a salvarsi dal più terribile degli scenari, e a dare il la all’azione sono state proprio le parole di Olivia, che userà non per far ammenda ma come base retorica dei suoi famosi discorsi. Non è il suo tempo ad essere scaduto, ma quello di Tom che, posto di fronte alla tragedia, confessa la verità.
Quasi tutto l’episodio si svolge all’interno della prigione, regalandoci scene già cult di Scandal: Cyrus che cammina in cerchio in una cella di metallo, lo scontro nella cella di Tom e il parallelismo visionario che prende avvio dall’aggressione subita in cortile. Tutti questi elementi, congiunti ad una struttura narrativa perennemente versatile, rendono questo episodio memorabile. La magistrale interpretazione di Jeff Perry, come avevamo già colto nell’episodio precedente, riesce a rappresentare ogni sfumatura caratteriale di Cyrus, ogni suo stato d’animo. Si passa dalla vergogna, nella prima scena in cui deve adempiere, senza vestiti, al protocollo d’accesso in prigione, alla disperazione, quando Michael lo lascia e durante la telefonata con Olivia, all’ingenuità, quando acconsente ad uscire in cortile, per poi approdare alle sue emozioni cardinali, rappresentate in un climax ascendente: rancore, rabbia e vendetta. Alla fine, irrompe sulla scena la felicità di affermare sono innocente.
Un bagaglio emotivo contraddittorio e profondo, abilmente espresso, rende questo episodio concentrico su Cyrus, come il precedente, mai noioso né banale, anzi del tutto interessante. Proviamo empatia, incredulità, non vogliamo che sia condannato, ma restiamo esterrefatti dal suo essere un Machiavelli post-moderno, anche in prigione. Tutti questi sentimenti contrastanti possono sorgere solo di fronte ad un personaggio dinamico e poliedrico e ad una scenografia di primo livello, che cura in modo peculiare tanto la sezione dialettica quanto quella visiva. Comprendiamo la potenza di un personaggio come Cyrus, se lo rapportiamo a Fitz, il quale ci ispira inettitudine e superficialità, pur essendo più che un personaggio principale. Non potremmo mai immaginare un duplice episodio concentrico su Fitz, in quanto l’unico risultato sarebbe la noia. A questo punto c’è da chiedersi se sia davvero il partner ideale per una persona come Olivia Pope.Comprendiamo la potenza di un personaggio come Cyrus, se lo rapportiamo a Fitz, il quale ci ispira inettitudine e superficialità, pur essendo più che un personaggio principale
La potenza drammatica di The Belt è amplificata dalla doppia retta d’azione. Infatti come due rette parallele, le speculazioni di Cyrus e la confessione di Tom trovano un corrispettivo valido nelle ricerche di Huck, Quinn e Charlie. Siamo al quarto episodio e già molteplici sono stati gli scenari riguardo alla presidenza. Liv si trova di fronte all’evidenza dell’innocenza di Cyrus e, nuovamente, perde lo Studio Ovale. Parafrasando Shonda Rhimes, la giostra non smette mai di girare.
Solo applausi per Jeff Perry, mi ha fatto arrivare tutte le emozioni che Cyrus ha provato, mostruoso 🙌👏 #Scandal
— M A R T I N A ⚪⚫ (@Tati917) February 14, 2017
Queste due puntate su Cyrus sono state spettacolari, come i tempi d'oro di #scandal
Può anche non piacere ma è un gran personaggio 🙌🏻— lexa kom trikru♀ (@_hedaleksa) February 18, 2017
https://twitter.com/MsFabiD/status/833060743532703744