Scandal sembra non voler arrestare il suo ritorno in grande stile arrivando a sfornare uno degli episodi più belli e significativi di tutta la serie. In quaranta minuti di puro intrattenimento e senza un attimo di stasi, lo spettatore si immerge completamente all’interno di una dimensione quasi surreale che, magistralmente, riesce a descriverci l’ascesa e la caduta di Cyrus Beene in maniera impeccabile, approfondendo ed analizzando con estrema precisione la complessità del personaggio.
Fates Worse Than Death è un episodio Cyrus-centrico e, come la scorsa settimana, si sviluppa parallelamente nel presente e nel passato. Se nel primo assistiamo alle conseguenze dello “smascheramento” del Presidente eletto degli Stati Uniti, nel secondo ci lasciamo trasportare in un viaggio senza precedenti, andando alla ricerca della verità. Cyrus Beene è sempre stato innamorato del potere, elemento che ha giocato un ruolo chiave nella sua vita. Il ritorno di Tom ci conduce, frammento dopo frammento, a quella che sembra essere l’unica possibile alternativa e in più di un momento anche lo spettatore più incredulo ha probabilmente pensato che dietro la morte di Frankie si celasse proprio Cyrus. Ma sebbene siano queste le premesse dell’intero episodio, la storia che ci viene raccontata è una storia di redenzione.
Cyrus si è macchiato le mani di sangue innumerevoli volte, arrivando a sacrificare qualsiasi tipo di valore a cui fosse legato, ma l’amore che afferma di aver provato per Frankie sembra essere genuino. In un inaspettato capovolgimento di prospettive, Fates Worse Than Death si struttura quasi interamente sul suo complicato rapporto con Tom e ciò che questa relazione clandestina ha comportato. In una contorta visione del mondo, Tom è l’esempio concreto di mera devozione; egli è disposto a tutto in nome del suo amore per un uomo che, più o meno freddamente, lo usa a proprio piacimento. I crimini che li legano sono però un legame indissolubile, è come se (nel più macabro degli scenari) il sangue versato nella lotta per il potere fosse una sorta di vincolo che non può essere sciolto. I due sono costretti a dominarsi l’un l’altro o perire entrambi, non esistono più vie di mezzo. Tom è disposto ad uccidere Frankie, ma dopo aver seriamente ferito Jennifer, vede il suo sogno più grande frantumarsi in mille pezzi. Cyrus non vuole più fare parte del piano e, anche quando ormai non ha davvero più nulla da perdere, decide di rispettare la forza ed il valore di Frankie, sempre più metafora di una politica giusta e leale.Quella che ci viene raccontata è una storia di redenzione, tra presente e passato
Il bellissimo monologo di Cyrus degli ultimi minuti mostra ciò che la brama per il potere ha fatto ad un uomo che sognava di essere un esempio per ogni bambino e bambina del proprio Paese ed era pronto a tutto pur di difendere la propria patria, ma i fantasmi del passato trovano sempre un modo per riemergere e per il Presidente eletto sembra non esserci più via d’uscita. Sebbene i diversi confronti con Tom lo scagionino più o meno completamente dall’omicidio di Frankie, ciascuno di noi sa che il personaggio merita ciò che sta per arrivare. Eppure la commozione è quasi inevitabile, mai come questa settimana un episodio di Scandal ruota tutto attorno al concetto di pentimento. La spietatezza di Cyrus è un qualcosa che, in un modo o nell’altro, appartiene a tutti i protagonisti della serie: le stesse Olivia e Abby, in contesti completamente diversi, sono un esempio di come a volte, pur di raggiungere i propri obiettivi, sacrificare la propria morale e la propria identità sia un passo quasi necessario. Le due non lottano più per la giustizia, ma sono esclusivamente mosse dai propri desideri, rivelando così un egoismo imperdonabile, non poi così lontano dalla brutalità di Cyrus o Eli Pope, due antagonisti che non hanno mai cercato di nascondere la propria mostruosità.
L’evoluzione dei personaggi, a seconda di come la si voglia vedere, è piuttosto un’involuzione ad una fase in cui gli istinti primordiali riescono a dominare sulla logica e la ragione. Scandal ci offre dunque ancora una volta una visione cinica del potere e per estensione della stessa democrazia, fondata su menzogne e colpi bassi, ma guardando le cose da una prospettiva diversa potremmo dire che la corruzione dei personaggi è però un’esasperata metafora dell’umanità: Olivia, Mellie, Fitz e tutti gli altri cercano di fare il proprio dovere, ma continuano a cadere inevitabilmente nei propri errori, non riuscendo ad imparare la lezione. Nonostante ciò, il finale dell’episodio conserva in qualche modo una morale, il tipico insegnamento delle favole, la storia del bene che prevale sul male. Non sappiamo se questa è la fine di Cyrus Beene, ma sappiamo che questo personaggio è colui che è da sempre riuscito ad incarnare lo spirito della serie, contraddizioni e crudeltà comprese. Non resta che alzarci in piedi e fare un applauso a Jeff Perry per aver fatto trasparire ogni lato della complessa personalità di Cyrus, regalandoci (soprattutto in questo episodio) performance di altissimo livello.
Il momento che ci ha colpito di più è stato senza ombra di dubbio il dialogo finale fra Frankie e Cyrus, momento in cui il primo (alla faccia di tutte le teorie che la stessa Shonda ci aveva servito su un piatto d’argento) propone al secondo di essere il suo Vice Presidente. Proprio in quel momento, nelle lacrime di Cyrus, riusciamo ad intravedere la luce in fondo al tunnel, la grande vulnerabilità che si nasconde dentro ognuno di noi.
Chi ha ucciso Frankie Vargas? I vari flashback e l’epilogo finale sembrano piuttosto ovvi, ma Scandal è sempre riuscita a stupire chiunque, non escludiamo quindi che la verità debba ancora venire a galla.
P.s. Povero Michael.
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Questa stagione di #Scandal è meravigliosa, ogni episodio ti lascio col fiato sospeso e dà finalmente un senso a tutto. GRAZIE SHONDA.
— diana (@_diana87) February 11, 2017
Puntatona! #Scandal non delude mai!
— Fab. (@BlueFab_) February 11, 2017
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