Santa Clarita DietSeason 2 Recap: una famiglia come tante?

Season Recap Con una comicità grottesca e mai inopportuna, Santa Clarita Diet torna a deliziarci con una stagione che metterà ancora più alla prova l'equilibrio famigliare degli Hammond, costringendoli a guardare in faccia i risvolti morali e psicologici, nonché i rischi legali e sociali, della loro nuova vita.

7.5

Quando avevamo salutato la famiglia Hammond, l’avevamo lasciata in una situazione poco invidiabile e ancora più critica del solito, con marito e moglie divisi ed entrambi rinchiusi in qualche modo e i due ragazzi alle prese con la preparazione di rimedi vari per evitare che la situazione continuasse a degenerare. La seconda stagione di Santa Clarita Diet, tuttavia, non insiste molto su queste condizioni e ripristina l’ordine familiare nel giro di un episodio, aggirando con la solita ironia – e forse con una punta di superficialità – gli ostacoli imposti dallo scorso season finale.

Alla base di questa scelta, probabilmente, c’è la consapevolezza che la forza della serie e la sua maggior fonte di comicità sono da ricercare proprio nell’unione dei personaggi e nelle loro dinamiche quotidiane, in un gioco di dialoghi sopra le righe e rocamboleschi piani d’azione dalla dubbia riuscita. Dopo essersi riuniti e aver messo un freno al peggioramento delle condizioni di Sheila, infatti, i protagonisti tornano a fare i conti con una vita ormai sempre più difficile da gestire, in cui si accumulano problemi e imprevisti di ogni sorta: al centro di questo susseguirsi di sventure c’è la difficoltà nel continuare a passare inosservati e riassestarsi su una routine domestica e lavorativa che permetta di condurre una vita più normale.

La maggiore efferatezza nell’omicidio, con tanto di sala ad hoc, e i metodi apparentemente più acuti della coppia non riescono a impedire loro di attirare l’attenzione della nuova vicina – una religiosissima poliziotta intenzionata a indagare sulle persone scomparse a Santa Clarita – o di far precipitare ulteriormente la situazione. La trama orizzontale procede dunque con una maggiore logica rispetto alla stagione precedente, seguendo parallelamente le peripezie dei ragazzi e le indagini sul virus che ha infettato Sheila, così da capire come arginare un possibile contagio che metterebbe a repentaglio l’intera comunità cittadina. Ovviamente, ad alimentare e alleggerire la trama ci pensa la considerevole mole di espedienti comici e surreali, come la scoperta della testa parlante della prima vittima di Sheila o le assurde vicende lavorative con cui gli Hammond si dovranno confrontare.

Superate le necessità introduttive della prima stagione, la scrittura dei personaggi si fa più convincente, mostrando anche maggiore credibilità. In particolare, Abby e Eric si avvicinano a più realistici comportamenti adolescenziali che proseguono quanto intravisto negli scorsi episodi. La prima non esita a tornare a vestire i panni di ribelle, forte di un’intelligenza che ai suoi occhi la rende quasi tutrice dei propri genitori. Sotto il cinismo caustico della ragazza, si cela tuttavia la risposta al totale stravolgimento della propria vita familiare, che si manifesta attraverso il bisogno di lasciare il segno, in qualunque modo, combattendo le proprie battaglie prima che il traballante equilibrio su cui si è riassestata la sua famiglia precipiti nuovamente, condannando lei e i suoi genitori a chissà quale destino.

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Eric, dal canto suo, continua a fare da spalla ai suoi vicini, lasciandosi sempre di più trascinare nei loro problemi, sia per scampare alla monotonia della sua vita sia perché ha trovato negli Hammond persone che lo apprezzano e lo stimano per le sua capacità, sostituendosi quasi alla sua famiglia d’origine. Il suo rapporto con Abby, in particolare, è esplorato con più attenzione in questa stagione: i sentimenti reciproci dei ragazzi si fanno più evidenti e danno vita ad alcuni drama amorosi trattati con la tipica e dissacrante leggerezza della serie. Proprio la vita sentimentale di Eric sarà l’occasione per conoscere meglio Ramona, la commessa dall’aria distaccata, che si rivela essere un’altra non-morta ancora meno discreta degli Hammond, costituendo allo stesso tempo l’ennesima complicazione e la chiave per capire qualcosa di più sul contagio zombie, oltre che il pretesto per l’approfondimento del già citato rapporto tra Abby e Eric.

Il percorso di crescita a cui sono sottoposti i personaggi è ancora più evidente nel caso della coppia di protagonisti che, mentre cercano di barcamenarsi tra i mille inconvenienti, affrontano – sempre con un certo disimpegno – quesiti morali di un certo peso. La labilità dei confini tra bene e male, nel loro caso, è un peso che Sheila e Joel sopportano sempre con più difficoltà, incapaci di definire con precisione i propri ruoli: sono degli assassini spietati e ingiustificabili, per quanto poco ferrati, o dei maldestri malcapitati che cercano di salvarsi come possono? Il ritrovato autocontrollo di Sheila, la pazienza e il sangue freddo encomiabili di Joel, i continui dubbi sulla legittimità delle loro azioni e l’esitazione davanti alla possibilità dell’ennesimo omicidio sembrano indirizzare verso la seconda ipotesi, confermata dalla svolta in stile “salvatori del mondo” che la coppia prende impegnandosi ad impedire il contagio.

L’unica certezza, tuttavia, è la solidità del loro rapporto, quasi una simbiosi costruita su un’intesa e un affetto reciproci che in questa stagione apprezziamo ancora di più: Joel e Sheila si sono ritrovati dopo le turbolenze dello scorso season finale e, per quanto possa essere difficile mantenere la calma, non hanno alcuna intenzione di arrendersi e abbandonare i tentativi di salvare l’equilibrio famigliare, al punto da essere pronti, nel finale, a costituirsi alla polizia l’uno per l’altra. Aprendo le porte insanguinate della loro casa e tirando fuori gli scheletri dal freezer, gli Hammond accolgono a testa alta qualunque spettatore voglia rifugiarsi nel surrealismo della loro vita per fuggire dallo stress, intrattenendo il pubblico con una comicità costante che non cade mai nel ridicolo, ma anzi, a volte si fa talmente originale da regalare delle vere e proprie perle.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7.5/10

In breve

Santa Clarita Diet ci delizia con una stagione piena d’ironia e comicità, capace di suscitare un divertimento costante e intrattenere il proprio pubblico con una trama orizzontale tanto coinvolgente quanto surreale, dando maggior credibilità e struttura alla psicologia dei personaggi.

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Porcamiseria

7.5

Santa Clarita Diet ci delizia con una stagione piena d'ironia e comicità, capace di suscitare un divertimento costante e intrattenere il proprio pubblico con una trama orizzontale tanto coinvolgente quanto surreale, dando maggior credibilità e struttura alla psicologia dei personaggi.

Storia 8 Tecnica 7 Emozione 7.5
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