Santa Clarita DietSeason 1 Recap: Anche il Cannibalismo Può Essere Comico

Drew Berrymore e Timothy Olyphant si cimentano in una comedy fuori dagli schemi. Forte di dialoghi brillanti ed una leggera vena satirica nei confronti degli stereotipi americani, Santa Clarita Diet è in grado di regalare spassosi momenti di intrattenimento.

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Santa Clarita Diet è una seria a sfondo comico ideata da Victor Fresco e di produzione Netflix. La prima stagione è composta da 10 puntate della durata di circa mezz’ora.

La trama è scorrevole e riesce a svilupparsi senza intoppi per tutta la durata della stagione. Alla mancanza di una trama articolata e veri e propri colpi di scena sopperisce la leggerezza di una sceneggiatura che non si prende troppo sul serio e che, forte di questo disimpegno, riesce a regalare momenti comici degni di nota. Sheila (Drew Barrymore) e Joel (Timothy Olyphant) Hammond sono due agenti immobiliari che vivono la più normale e monotona delle vite assieme alla figlia Abby (Liv Hewson) nella tranquilla cittadina di Santa Clarita. La loro routine fatta di lavoro e comportamenti abitudinari viene sconvolta quando, senza un motivo apparente, Sheila inizia a manifestare i sintomi caratteristici dei non morti. La tranquilla famigliola si ritrova dunque a dover affrontare la strana trasformazione, cercando di rimanere aggrappata ad uno stile di vita che è ormai perduto, tra la voglia di avere una vita normale e la necessità di dover saziare la fame di carne umana di Sheila.

Tutti i personaggi principali affrontano una graduale trasformazione durante l’arco della serie. Sheila, donna in carriera e maniaca dell’ordine familiare, si ritrova libera da ogni inibizione e vogliosa di uccidere e di nutrirsi di carne umana a causa dell’improvvisa metamorfosi. Joel, intrappolato tra un lavoro che non lo soddisfa e una vita fin troppo abitudinaria, si ritrova a dover gestire il mutamento della moglie: se in un primo momento cerca di far finta che niente sia cambiato nella sua idilliaca vita famigliare, con il passare del tempo si dimostra disposto a fare di tutto per proteggere la donna che ama, arrivando persino a commettere un omicidio. La figlia Abby passa dall’avere i genitori più noiosi del mondo all’avere a che fare con due assassini che nascondono i cadaveri delle loro vittime in un freezer in garage, reagendo a tutto ciò con il marinare la scuola e il compiere atti vandalici. Dopo i primi momenti di difficoltà la famiglia riesce a ritrovare un’unità ed un punto d’incontro che sembrava ormai impossibile da raggiungere, e gli episodi scorrono tra le gag e i tentativi di trovare una cura per Sheila, mentre si tenta nel contempo di tenere a bada i suoi nuovi istinti.

I personaggi secondari risultano molto più irrealistici. Tralasciando Eric (Skyler Gisondo), il figlio dei vicini ed amico di Abby, che gode di una buona caratterizzazione, gli altri personaggi risultano esagerati nei loro comportamenti e per questo motivo danno vita a maschere grottesche e poco credibili. I loro comportamenti prevedibili ed esagerati tuttavia non disturbano, anzi questi personaggi risultano ottime spalle per mettere in risalto la comicità degli Hammond.

A stranire lo spettatore sono più che altro le reazioni dei personaggi, che risultano fin troppo mitigate e noncuranti rispetto alle reazioni che sarebbe lecito aspettarsi. Joel ed Abby reagiscono alla trasformazione di Sheila il primo aiutandola nell’uccidere persone, l’altra indispettendosi con i genitori come se l’avessero semplicemente messa in punizione; il loro vicino Eric, scoprendo che gli Hammond sono una famiglia di assassini, li aiuta a nascondere la loro prima vittima e non si impressiona più di tanto quando tra i cadaveri di cui si ciberà Sheila ci sarà anche il suo patrigno; inoltre, la lista di comportamenti irrazionali si propaga per tutta la durata della stagione. Queste illogicità non sono tuttavia da vedere in chiave negativa, poiché fanno parte di una precisa scelta stilistica che punta a fare di questa caratteristica il punto di forza per la creazione delle situazioni comiche, anche se a discapito della profondità della trama.

Tante cose non convincono in questa prima serie che avrebbe potuto essere di fattura ben più elevata, con una trama più consistente e con un’accortezza in più alla psicologia dei suoi personaggi. Tuttavia è da elogiare il fatto che la serie conosca i suoi limiti e giochi con essi, riuscendo a confezionare un prodotto piacevole da guardare per tutti quelli che vogliono rilassarsi davanti allo schermo, farsi trascinare dagli eventi e dalle situazioni surreali che si vengono a creare e godersi i vivaci e brillanti momenti comici.

3.5

 

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