Rise1×02 Most of All to Dream – 1×03 What Flowers May Bloom

Nel secondo e nel terzo episodio di Rise approfondiamo le storie dei singoli personaggi, direttamente o indirettamente collegati a Lou. Tutti hanno una battaglia da affrontare, ne avranno il coraggio? Sarà Lou ad aiutare o a venire aiutato?

7.0

In questi due episodi di Rise, dopo averci mostrato un’infarinatura generale col primo episodio, i creatori sembrano intenzionati a portare avanti una serie in cui vogliono mostrare la crescita grazie al teatro di ogni personaggio, Lou compreso. L’insegnante, che non ha alcuna esperienza in fatto di teatro, dovrà trovare un equilibrio fra esso e i problemi che ha a casa. Il professor Mazzu, nonostante i dubbi del primo episodio, si rivela un personaggio più interessante di quel che si poteva pensare, e altri personaggi della serie portano a galla tematiche che a volte passano fin troppo inosservate.

Lou non è un personaggio risolutore, ma tenta in ogni modo di far funzionare le cose e il suo impegno è ammirevole, poiché crede in quello che fa. Sembra essersi auto-imposto il ruolo di aiutare chi gli sta intorno a riassestare la sua vita, mentre a volte sembra che siano altri a dover aiutare lui. Per esempio, nonostante la lunga esperienza di Mrs. Wolfe al club di teatro, Lou critica il suo operato e, non contento, quasi la taccia di essere “di intralcio” per il club. Ebbene, la donna avrebbe meritato un lento applauso d’enfasi per come ad un certo punto entra nella stanza, va dal professor Mazzu e gli porge i fondi del club di teatro ricordandogli quanto i ragazzi e l’attività dipendano anche da lei. Agguerrita & decisa, Rosie Perez nei panni di Tracey Wolfe mostra una grinta indiscussa e Lou deve stare attento a non correre a giudizi troppo affrettati.

Sono indubbie anche le sue buone intenzioni quando vuole andare a casa di Simon per incontrare i suoi genitori e discutere il futuro del ragazzo, ma la sua impulsività non viene sicuramente apprezzata dai coniugi. Nonostante questo è fortunato e riesce a lasciare il segno, ma speriamo che prima o poi qualcuno dia ascolto anche a Simon. Risulta troppo impulsivo anche quando si tratta di affrontare la delusione di Gwen, e in questo caso il suo tanto abituale parlando-si-risolve-tutto finisce gettato alle ortiche per come cerca di risolvere la situazione. Anche la madre della ragazza non sembra essere da meno. Sarebbe bello se qualcuno chiedesse il parere di questi ragazzini di tanto in tanto.

Meritano una menzione speciale due argomenti in particolare toccati dalla serie: quello della mamma di Lillette e quello riguardante la vita di Maashous. La donna, dopo numerosi tentennamenti, ha la forza di opporsi a quell’amore per il coach semplicemente perché sente che non è adatto a lei in quel momento. Il grido di fondo sembra essere: “Non voglio aver bisogno di un uomo per essere felice!“, da dimostrare non solo a se stessa ma anche alla figlia. Dopo aver restituito cover del telefono insieme alle catene che la tenevano legata all’uomo, la donna vuole provare a iniziare da capo, ma stavolta senza un uomo al suo fianco. Ed è molto interessante anche che la serie abbia trattato la situazione dei foster kids negli Stati Uniti: essi sono orfani che vengono affidati a famiglie o persone che ricevono un contributo mensile per prendersi cura di loro, ma questo meccanismo a volte porta i genitori affidatari a puntare solo ai soldi e a scaricare il ragazzino al minimo problema. Inutile dire che, come Maashous stesso dice:

Non devo permettermi di abituarmici, non devo buttarmi a capofitto.

L’instabilità dello stile di vita di questi ragazzini è un argomento piuttosto scomodo ed è raro sentire parlare apertamente e tranquillamente in televisione di questa situazione.

Altri personaggi della serie portano a galla tematiche che a volte passano fin troppo inosservate.

Alcuni problemi  comunque rimangono, come la (per ora) non particolarmente interessante storia fra Lillette e Robbie e la storia di Gordy. Quest’ultima forse avrebbe dovuto essere trattata più nel dettaglio, per capire cosa c’è stato che ha rovinato tanto i rapporti in famiglia, e forse è un po’ inverosimile che venga risolto tutto semplicemente con due parole del coach. Anche se, come Gordy stesso afferma, per lui i fatti valgono di più delle parole, il cammino per arrivare a fare due tiri di football con la sua famiglia forse  dovrebbe essere un pochino più lungo e studiato, ma vedremo in seguito. Auli’i Cravalho è una buona attrice e ha una voce straordinaria, ma è la performance di Damon J. Gillespie che non ci entusiasma particolarmente, nonostante mostri forse un tocco di autenticità in più durante i momenti con la madre.

Concludendo, questa serie si presenta come tante storie di tante persone legate in qualche modo a Lou che lottano per vivere e sopravvivere. Il professor Mazzu non è altro che l’uomo di tutti i giorni che aspira al cambiamento, ma allo stesso tempo ha risorse personali e anche economiche limitate. Nessuno sembra infallibile, il miracle man non esiste e tutti perseguono i propri obbiettivi ogni giorno, dentro e fuori dal teatro.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7/10

In breve

Due episodi per farci entrare nelle vite di questa cittadina, che ruotano, direttamente e indirettamente, intorno a Lou. Sembrano due puntate cariche di nuovi inizi e di trame da sviluppare, ma bisogna vedere dove ci porteranno poi nei prossimi episodi.

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Porcamiseria

7

Due episodi per farci entrare nelle vite di questa cittadina, che ruotano, direttamente e indirettamente, intorno a Lou. Sembrano due puntate cariche di nuovi inizi e di trame da sviluppare, ma bisogna vedere dove ci porteranno poi nei prossimi episodi.

Storia 7 Tecnica 6 Emozione 8
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