Les Revenants2×03 Morgane – 2×04 Virgil

“Il mistero s’infittisce!”, direbbe il Jack di Will & Grace agitando un monocolo, se solo fossimo nell’ambito dell’ennesima sitcom brillante. Invece ci troviamo di fronte agli episodi 3 e 4 (“Morgane” e “Virgil”) della seconda stagione de Les Revenants. Mai come in questi episodi, infatti, sono stati messi sul piatto così tanti nodi oscuri di […]

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“Il mistero s’infittisce!”, direbbe il Jack di Will & Grace agitando un monocolo, se solo fossimo nell’ambito dell’ennesima sitcom brillante. Invece ci troviamo di fronte agli episodi 3 e 4 (“Morgane” e “Virgil”) della seconda stagione de Les Revenants.

Mai come in questi episodi, infatti, sono stati messi sul piatto così tanti nodi oscuri di una trama sempre più avvincente. Ben lontani dal rischio-Lost di cui si accennava l’altra volta (ovvero innumerevoli misteri inanellati fino a un inspiegabile finale), questa serie francese procede spedita mettendo assieme con grande ordine, ma anche con svolte inaspettate, i pezzi di un enigmatico puzzle.

Significativo è anche che questi due episodi portino il nome di due nuovi personaggi strettamente legati ad una figura introdotta solo all’inizio di questa stagione, ma che sembra già giocare un ruolo centralissimo per comprendere l’arcano alla base della storia: Morgane, infatti, è un giovane ragazzo ucciso da Milan – il padre di Serge e Toni “ritornato” alla vita nell’episodio 2 – per essere andato a letto, 35 anni fa, con Lucy, sensitiva ora a capo dei revenants e – lo scopriamo dunque ora – anche lei revenante di lungo corso; Virgil invece, nuovo amico della piccola Camille, era un giovanissimo borseggiatore fatto fuori dallo stesso Milan sempre 35 anni prima dei fatti narrati nella serie.

Altrettanto importante è questa collocazione temporale: 35 anni fa. Esattamente la data in cui una prima inondazione dovuta al crollo della diga ha spazzato via il paese vecchio in pianura; la stessa data in cui è stato ucciso, assieme alla madre e al fratello, il piccolo Victor/Louis Lewanski, vincitore del primo premio nella categoria “bambini raccapriccianti nelle serie tv” (“Non sono io che ho bisogno di me, sei tu che hai bisogno di me”, dice a un’esterrefatta Julie che finora non ha fatto altro che proteggerlo). Che fosse inquietante l’avevano capito anche i suoi compaesani, tanto che una vecchina interpellata dalla stessa Julie – ormai scacciata dalla madre “ritornata” di Victor – ci rivela che la famiglia Lewanski fu fatta fuori proprio perché il bambino era ritenuto responsabile di tutti i terribili avvenimenti che avevano colpito il villaggio, inondazione in primis. Era il demonio, si diceva.

È in questi dettagli della trama che si capisce la potenza di un prodotto come Les Revenants: con grande sapienza mette assieme paranormale ed estremo realismo, facendo leva sul fatto che molto spesso i fatti che ci sembrano più inspiegabili nascono solo ed esclusivamente dalle superstizioni. Non che non ci siano elementi fantastici ben calcolati, in questi episodi: i revenants continuano a moltiplicarsi e dimostrano capacità inspiegabili come leggere nell’animo delle altre persone; lo scienziato Berg, venuto per indagare sulla seconda inondazione avvenuta 6 mesi prima (e tornato sul luogo in cerca del padre), scopre un enorme cratere nel terreno, al fondo del quale i militari intravedono una strana figura dai lineamenti bianchi. Continua poi a delinearsi l’ipotesi di strani culti che sarebbero connessi con il ritorno dei morti: l’ormai famigerato Milan cerca di costringere il figlio Serge a uccidere Léna, rifugiatasi nel loro capanno per ritrovare la sorella, affermando che solo ammazzandola nel bosco e facendola dissanguare potrà “raggiungerli” e purificarsi dai peccati (cosa che aveva fatto anche con Lucy); Simon, costretto dalla stessa Lucy, rapisce il figlio avuto da Adèle e lo affida a quelli che scopre essere i suoi stessi genitori, i quali gli rivelano di essersi suicidati per “ricongiungersi al Cerchio”.

Anche Pierre continua la fondazione della sua comunità alla Mano Tesa, tenendo prigioniero Toni e volendo estorcergli informazioni sugli Altri, intenzionato a non avere nessuna pietà di loro. Purificazione, fedeltà al culto, rinascita: temi ancestrali che ammantano di mistero antico tutta la trama.

Detto ciò, ci sono anche personaggi e archi narrativi che iniziano a soffrire eccessivi psicodrammi. La giovane Camille, Miss Antipatia 2015, ha un rapporto a dir poco delirante con la madre, che tenta semplicemente di fare una cosa che ogni madre farebbe, ovvero proteggerla; ne riceve in cambio scenate, fughe, pericolosi avvicinamenti agli Altri, che li tengono rinchiusi nel Dominio, e all’ambiguo Virgil. Nelle sue isterie adolescenziali rivela all’amico Esteban che i genitori si sono uccisi dopo che lei aveva rivelato loro di averlo visto nell’aldilà. Fa poi fuggire l’altra compagna Audrey, trattandola come una pezza da piedi e inducendola ad andare alla ricerca dei genitori fuori dal Dominio. En plein.

Molto interessante è anche la distribuzione della storia attraverso precisi luoghi geografici, che diventano, a seconda, poli di attrazione o di repulsione per i personaggi stessi, che sembrano girare in tondo nella stessa città ma distribuendosi sempre fra questi posti. Finora ne conosciamo tre: il villaggio inondato, speculare al vecchio paesino rimasto sommerso nelle acque; il Dominio, popolato dai revenants e isolato dal mondo dei “vivi”; il borgo, arroccato oltre la diga, chiamato anche “la mano di Dio”, in quanto sopravvissuto alla prima alluvione. Nel mezzo appunto troviamo la diga, che protegge ma al contempo minaccia tutta la vallata. Con l’acqua che contiene e i misteri che nasconde, anche qui un’immagine potente di morte ma anche di purificazione. Fino al prossimo simbolo.

3.5

 


Ecco i tweet su Les Revenants che abbiamo selezionato per voi. C’è chi commenta effettivamente gli episodi…

https://twitter.com/ElanorWho/status/652943041473417220

… chi fa dei parallelismi con la sua vita privata probabilmente…

…ma signori, LUI VINCE.

https://twitter.com/SirPacchiano/status/652791179722027008

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