Quantico

Quantico è una di quelle serie che, nonostante gli alti e bassi, riesce sempre a tenerci incollati allo schermo. Dopo quasi nove mesi di intrighi, false accuse e sospetti infondati, siamo finalmente arrivati al momento finale: il confronto diretto con il terrorista.

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Nell’episodio precedente avevamo infatti scoperto che La Voce è Liam, responsabile dei diversi attacchi terroristici. Sebbene chiunque abbia seguito la storia dall’inizio possa in qualche modo aver immaginato le motivazioni che si nascondono dietro questo folle piano, solo con Yes ci viene presentato il disegno definitivo, un quadro generale di questa prima stagione.

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I primi frammenti dell’episodio sono emblematici: nel giro di pochi minuti vengono infatti ripercorsi i vari movimenti di Liam durante “l’anno accademico” e ciò ci permette di rimettere insieme i pezzi mancanti del puzzle, dallo spionaggio selvaggio, ai danni dei nostri protagonisti, alle varie operazioni per mettere in scena l’attentato. I diversi flashback ricostruiscono alla perfezione le varie “fasi” del piano: la scelta di usare Alex come capro espiatorio, il furto del piano di Simon ed il ricatto ad Elias. Liam è riuscito così a mettere in scena un progetto perfetto che oltre a porre fine alla vita di centinaia di persone innocenti è stato capace di mettere tutti contro tutti.

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La puntata segue il filone di quelle che l’hanno preceduta ed è sviluppata sia nel passato che nel presente, alternando l’inseguimento del terrorista ed una vera e propria corsa contro il tempo alla fine delle lezioni a Quantico e, di conseguenza, il “diploma”. Nel presente, nonostante si pensi che sia Miranda la mente criminale dietro tutto, Liam fa fatica a tenere il passo con le sue bugie e quasi immediatamente si tradisce finendo col sequestrare anche Ryan. Alex e gli altri capiscono così che la fase finale del piano avrà luogo proprio a Quantico ed inizia una caccia all’uomo senza precedenti.

Lo scontro diretto con Liam è inevitabile e, mentre gli altri sono alla ricerca della fantomatica bomba che ha l’obiettivo di lanciare un segnale piuttosto importante uccidendo le nuove leve dell’FBI, proprio Alex finirà con l’avere un faccia a faccia con il killer. Nel momento più catartico dell’episodio apprendiamo che Liam è mosso esclusivamente da un forte sentimento di vendetta e crede di agire nell’interesse del bene comune distruggendo dall’interno il cancro rappresentato dall’FBI, un’istituzione che finge di proteggere i cittadini americani, ma agisce solo curandosi dei propri interessi.

Il contorto ragionamento di Liam coinvolge direttamente anche Alex riportandola indietro ai tristi avvenimenti di Omaha e, di conseguenza, al momento in cui ha deciso di porre fine alla vita di suo padre per proteggere la madre. Questi minuti ci fanno capire come il finale di questa prima stagione vada a concludere qualcosa di più grande di quello che ci è stato raccontato ed è infatti l’epilogo di una storia più complessa iniziata diversi anni prima. Il vero dramma si consuma però dopo la morte di Liam, distrutto in un certo senso anche dai suoi deliri, quando la bomba sta per esplodere. Alex, Ryan e gli altri non hanno alcun potere decisionale sulla cosa, poiché mancano gli strumenti necessari a disattivare un marchingegno così elaborato. I minuti contati e il tragico scenario che si sta per consumare spingono Simon a compiere il sacrificio finale. Egli decide infatti di salire sulla sua macchina con la bomba e gettarsi in un lago nelle vicinanze, morendo da eroe.

Il dramma ed i ritmi dinamici rendono Yes il più bell’episodio della stagione, soprattutto per come tutto riesca a trovare naturalmente una propria risoluzione. Non manca nemmeno il colpo di scena inaspettato quando scopriamo che la senatrice Claire Haas è stata per tutto questo tempo una complice di Liam solamente per poter avere la vittoria assicurata alle elezioni presidenziali. Le prove per incastrarla sono del tutto assenti, ma il confronto con Alex fa presagire che il suo ruolo all’interno della vicenda verrà sviluppato nella seconda stagione della serie.

Nonostante possa esserci sembrata deludente la scelta di tramutare Liam nel terrorista della situazione, è oggettivo che le motivazioni che hanno spinto l’uomo a dare vita ad un progetto così pericoloso siano il risultato di una storia costruita attentamente e con parsimonia. Qualsiasi altra persona (fatta eccezione per Ryan e Miranda) non sarebbe stato poi così credibile, soprattutto perché ci è stato raccontato ogni singolo dettaglio delle loro vite prima di Quantico. Sebbene sapessimo che Liam avesse avuto un passato travagliato e che la delusione abbia caratterizzato gran parte della sua vita, nessuno di noi poteva immaginare che la cicatrice dopo gli avvenimenti di Omaha fosse ancora così profonda.

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In qualche modo ogni personaggio è riuscito a trovare una propria dimensione all’interno della serie (fatta eccezione per Brandon, a questo punto un semplice personaggio marginale) creando delle dinamiche che esulano dalla trama principale e facendo di conseguenza affezionare gli spettatori. Le risoluzioni personali sono però proprio l’unica nota dolente dell’episodio, quasi tutte pressoché irrisolte o gestite molto velocemente (ovvio prezzo da pagare per una puntata così densa di avvenimenti importanti). Sarebbe stato ugualmente bello capire cosa ci aspetta nel futuro di Shelby e Caleb o quali sono gli obiettivi futuri di Will, ma soprattutto avere qualche spiegazione in più sul complesso rapporto di Ryan ed Alex. Non ci resta che aspettare settembre per avere delle risposte, ma la scena finale (ambientata due mesi dopo la morte di Simon) che ci mostra l’incontro fra Alex e il misterioso Matthew Keyes ci fa capire che ci saranno anche tante nuove domande.

L’episodio è la perfetta conclusione di una stagione un po’ altalenante, ma allo stesso tempo ricca di tensione. La valutazione è di 4,5 porcamiseria su 5.