Eccoci all’ultima tessera di questo controverso e straordinario puzzle narrativo che è Quantico. Dopo ventuno episodi, la verità si svela, nuda e cruda, calando il sipario sulle molteplici congetture e gli infiniti sospetti avuti fino ad ora. Si intravede la via d’uscita da questo labirinto che ci ha tenuti intrappolati in una Spannung perenne tra tragedie, drammi e tanti colpi di scena. Il volto del terrorista ci sorprende, ma non ci lascia esterrefatti.
Si moltiplicano i dubbi sul plot building e sull’utilità, arrivati a questo punto, di storyline come quella dei genitori di Shelby, della Sistemics di Caleb, delle sorelle Amin e di Charlie. Davvero le storyline sono state concepite soltanto come depistaggi per deviare lo spettatore, facendolo rimbalzare da uno pseudo sospettato all’altro? Oppure è probabile che nell’ultima puntata ci regaleranno una visione d’insieme più completa e chiarificatrice? Per il momento concentriamoci su questo nuovo episodio di Quantico, Closure, che ci pone davanti ad un’ulteriore perdita e all’ennesimo scenario fatto di terrore e morte.
Mentre Alex continua a guidare terrorizzata, l’occhio prospettico cambia direzione e si focalizza su Simon, legato in una stanza vuota. Simon non è solo: insieme a lui c’è Drew Perales, chiaramente un’altra vittima del terrorista. Alex, infatti, al telefono non è guidata da Drew, ma da un sistema informatico che sfrutta la voce di Perales, un escamotage ideato dal vero terrorista per depistare Alex ancora una volta. La situazione si complica quando si scopre che il vero ordigno, pronto ad esplodere, non è quello trasportato da Alex, bensì quello posizionato sulla porta della stanza dove si trovano Simon e Drew. Gli agenti dell’FBI, guidati da Ryan, aprono la porta, ignari delle conseguenze – ed è qui che avviene l’esplosione. Mentre Simon riesce a salvarsi, Drew sbaglia ogni tempistica, rallentando la sua fuga per avvisare Alex dell’inganno di cui è vittima. Una fine romantica, avvenuta in modo struggente e non banale per un personaggio che ha dato linfa vitale alle dinamiche relazionali di Quantico. Alex, terrorizzata e sempre più disorientata, non vuole scendere dalla macchina perché pensa che, aprendo lo sportello, potrebbe far esplodere la bomba sul sedile del passeggero; a nulla servono le parole di Simon che cercano di convincere l’amica del contrario. Una scena resa suggestiva dall’empatia che si instaura tra loro, entrambi pedine e protagonisti dei piani di una mente sadica.
Intanto, al centro operativo dell’FBI, le reclute di Quantico collaborano come un team compatto per evitare un imminente catastrofe. Ed è proprio negli uffici dell’FBI che si accende la proverbiale lampadina dell’Eureka. Protagonista di tale epifania è Miranda, che comprende che il terrorista è il suo controverso, alcolista, irresponsabile, ambiguo collega Liam O’ Connor.
Come accade spesso a chi scopre la verità, Miranda si trova, negli ultimi minuti dell’episodio, in bilico tra la vita e la morte di fronte al suo carnefice. Quali sono i moventi di Liam? Ha agito da solo? Qual è la ragione del suo risentimento verso un ente, l’FBI, con cui è sempre in difetto? La rivelazione dell’arcano avverrà sono nel prossimo episodio, o almeno si spera, in quanto il volto del terrorista ha creato soltanto ulteriori dubbi.
Intanto, nel passato, a Quantico, le reclute sono in procinto di diplomarsi. In Closure, le vediamo occupate nella gestione di casi di terrorismi storici, come l’11 Settembre e la strage di San Bernardino. Un’ultima esercitazione, prima di affrontare la realtà. Mentre Alex trova nuove verità su suo padre, Shelby appare determinata a consegnare i suoi genitori alla giustizia. Ignorando i consigli dei suoi cari, continua sulla sua strada, non spostando il suo punto di vista da quella che è, per usare le parole di Alex, una vendetta e non giustizia.
Il passato, ovviamente, passa in secondo piano in un episodio che preannunciava la rivelazione del famigerato terrorista. Probabilmente le aspettative sono state troppo alte, l’attesa troppo prolungata, ma la scoperta della verità, dopo così tanti finti colpi di scena, delude. Liam si è configurato sempre come un personaggio problematico, discutibile, con un passato oscuro e un presente pieno di contraddizioni ma, all’interno del plot building, non ha mai avuto rilevanza. Non ha il carisma e il fascino che hanno solitamente gli antagonisti – si pensi a Victoria Grayson (Revenge) o a Eli Pope (Scandal) -. Liam non ha la statura edificante dei protagonisti né la dimensione contingente degli “aiutanti”, usando la terminologia della narrativa latina. Porre un tale personaggio come perno reggente del plot è stata una mossa audace, con una percentuale di rischio molto alta che potrà essere minimizzata soltanto dal prossimo episodio, in cui spero ci regaleranno un’analessi rivelatrice.
L’episodio merita 4 porcamiseria, per aver acceso i riflettori sulla forza salvifica dell’Amicizia, che, come un faro che illumina la notte, guida i nostri personaggi in un mare di possibilità, di cui si intravede, finalmente, un porto sicuro.
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Notare come in una singola puntata il ruolo di terrorista sia passato da Drew a Miranda a Liam #Quantico
— Lεlε ωhαtενεr (@spectrumsbreath) May 9, 2016
Mi ha scioccato più la scena di Drew che l'identità del terrorista. #Quantico #SerialUpdate
— lexa kom trikru♀ (@_hedaleksa) May 9, 2016
https://twitter.com/taylorscandy/status/729737812354945029
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