Preacher2×01 On The Road – 2×02 Mumbai Sky Tower

La seconda stagione di Preacher taglia nettamente i ponti col passato, con una formula itinerante e interamente incentrata sui tre protagonisti. La ricerca di Dio e la contemporanea fuga dal Saint of The Killers sono al centro di questa première, tra le consuete dosi di sangue e sbudellamenti.

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Eric Goldberg e Seth Rogen danno un vero e proprio colpo di spugna agli eventi e i personaggi della prima stagione, facendoli letteralmente esplodere in una nuvola a fungo fatta di merda di vacca. Abbandonate la staticità e le inquietudini degli abitanti di Annville – e rasa al suolo dall’esplosione del finale – il nuovo assetto itinerante della serie si prospetta diametralmente opposto, con nuove ambientazioni e nuovi scenari, e l’impianto narrativo presumibilmente poggiato interamente sulle spalle dei tre protagonisti. Col senno di poi, la prima stagione può essere considerata come una mera introduzione alla vera storia di Preacher e questo cambio di marcia farà sì rallegrare i fan della versione cartacea, ma al tempo stesso è una decisa scommessa sui tre attori protagonisti, non potendosi affidare alla folta cerchia di personaggi secondari, che facevano di Annville quasi una co-protagonista per il reverendo Jesse Custer.

In questo senso, i primi 10 minuti di On The Road rappresentano letteralmente il biglietto da visita di questa stagione, che costituisce un riavvicinamento alle gesta di Jesse Custer nella controparte a fumetti. Ecco quindi che la prima sequenza di On The Road ci immerge già nell’atmosfera di questa stagione, con Jesse, Tulip e Cassidy già protagonisti di un inseguimento automobilistico in pieno stile anni ’80; una regia attenta ai minimi dettagli, la splendida Come on Eileen usata come sottofondo musicale e la solita dissacrante ironia dei dialoghi ne impreziosiscono la resa, ma è nel momento della comparsa del Saint of The Killers che abbiamo un deciso assaggio di ciò che ci aspetta in questa stagione. La ricerca di Dio intrapresa da Jesse è contemporaneamente anche una fuga dal cowboy infernale, che viene presentato in tutta la sua spietatezza, letteralmente inarrestabile, immune anche al potere di Genesis e dipinto come un essere leggendario, tanto che sia Jesse che il reverendo Mike ne conoscevano già il mito. E no, tranquilli, non mancano le vagonate di sequenze splatter a contorno, tra corpi crivellati, teste saltate, braccia mozzate e persino un intestino usato per travasare benzina.

Preacher 2x01 On The Road - 2x02 Mumbai Sky Tower recensione

Al centro delle vicende, come detto, c’è ancora una volta la ricerca di Dio; se nella prima stagione si trattava più di un percorso interiore (anche in senso corale), in questa seconda stagione si fa materiale e i pochi indizi finora snocciolati rispecchiano in pieno la vena dissacrante della serie: un Dio che abbandona i suoi “doveri” e che si reca in uno strip club per ascoltare del buon jazz, per quanto blasfemo possa suonare, è in linea con le folli trovate della prima stagione. Nascoste tra l’ironia dei dialoghi e l’esasperata eccentricità delle immagini, molteplici fini chiavi di lettura: i dialoghi sull’osannare le armi come soluzione a svariati problemi come metafora del problema del controllo delle armi, la ragazza rinchiusa in gabbia a scopo terapeutico per guarire dalla dipendenza dai social, l’ostinazione nel dover consumare uno snack dalla macchinetta di un uomo dal braccio mozzato ancora grondante di sangue, la stessa pretesa di Jesse di ottenere delle risposte da Dio, sono evidentemente espressione della povertà interiore della nostra società e della presunzione stessa dell’uomo. Se nella scorsa stagione queste chiavi di lettura erano rese abilmente attraverso le imperfezioni e i vizi degli abitanti di Annville, in questo nuovo corso vanno ricercate tra le comparse dei vari episodi, attraverso sequenze apparentemente riempitive ma che ad una più attenta analisi manifestano la grandiosità della scrittura.

Emblema dell’umana presunzione è, tra tutti, proprio Jesse, che non si fa scrupolo alcuno nell’usare Genesis, beffeggiandosi degli agenti che li inseguivano prima e usandoli come scudo contro il Saint of The Killers dopo, mostrando un inquietante lato del suo carattere, doppiamente rimarcato dalle parole di Tulip quando tenterà di mettere in guardia Cassidy dai numerosi lati oscure del padre. In questo senso, Tulip si trova a fungere da ancora di salvezza per l’anima corrotta del reverendo, riportandolo sui binari della moralità ogniqualvolta vorrebbe usare Genesis a sproposito. Grande spazio dunque per la coppia, che decisamente ritrova l’antica sintonia arrivando quasi a contrarre il più classico dei matrimoni lampo in quel di Las Vegas, salvo poi fare un passo indietro sul finale di Mumbai Sky Tower, in cui tra l’altro Tulip farà uno spiacevole incontro che la porterà a dover fronteggiare una questione irrisolta del suo passato. Non sappiamo ancora bene dove dovrebbe portarci questa storyline, ma al momento ci appare alquanto forzata e buttata lì giusto per garantire screentime alla sempre bravissima Ruth Negga. Staremo a vedere.

Preacher 2x01 On The Road - 2x02 Mumbai Sky Tower recensione

Come già avrete capito, il viaggio di Jesse, Cassidy e Tulip li porterà – nel secondo episodio – a Las Vegas sulle tracce di Fiore, in cerca chiaramente di risposte, su Dio e sul terribile assassino sulle loro tracce. Ecco dunque che Mumbai Sky Tower diventa a tratti un episodio monografico, interamente incentrato sulla figura dell’Angelo ormai interiormente svuotato dopo il fallimento della sua missione e la perdita dell’amico Leblanc: la sua rassegnazione è tale da cercare perennemente una morte che chiaramente gli è preclusa, arrivando a diventare una stella di Las Vegas, ove metterà in scena proprio la sua capacità di risorgere da decapitazioni, pugnalate e qualsiasi altro tipo di morte. Tutto per ottenere un agognato momento di sollievo evidentemente concessogli dalla morte fino all’imminente prossima resurrezione. Un po’ inaspettatamente, riuscirà ad ottenere lo stesso sollievo grazie ad un trip a base di eroina per mano del buon Cassidy, nel tentativo di convincerlo a richiamare il Saint of The Killer e rinunciare ai suoi propositi di uccidere Custer e Genesis. Inutile dire che l’intera sequenza del trip si carica di molteplici chiavi di lettura, richiamandoci al solito esercizio di decodifica. Con la morte di Fiore (su sua stessa richiesta) proprio per mano dell’efferato assassino infernale – capace dunque anche di uccidere un angelo – Preacher perde l’ultimo legame con la prima stagione e d’ora in poi tutto sarà sulle spalle di Dominic Cooper, Ruth Negga e Joe Gilgun.

Il terzo episodio ci porterà sulle tracce di Dio in quel di New Orleans, città simbolo per eccellenza del jazz: nell’attesa, il bilancio di questo esordio di stagione per Preacher non può essere altro che positivo. Gli elementi distintivi della serie ci sono tutti, e la direzione per il futuro è ben delineata, con un ritmo narrativo decisamente più veloce, meno statico e introspettivo di quanto visto nella prima stagione. L’unico dubbio – concedetecelo – è capire quanto sapientemente si riuscirà a poggiare l’architettura narrativa sui tre personaggi principali e rendere interessanti le differenti ambientazioni cui ci troveremo di fronte. E certo, ci mancheranno quelle cold opening mozzafiato che sono servite da introduzione al Saint of The Killer lo scorso anno.

Preacher 2x01 On The Road - 2x02 Mumbai Sky Tower recensione

Sono tre e mezzo i porcamiseria per questa doppia première: la linea è chiara, la potenza delle sequenze splatter costante e immutata così come la consueta e dissacrante ironia. Non ci resta che attendere la possibilità di vedere scene in cui Ruth Negga e Joe Gilgun possano risplendere per come meritano.

3.5

 

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