Il mondo dei fumetti è sempre più calderone di idee da cui attingere per lo sviluppo di nuovi prodotti televisivi in un periodo che evidentemente sottolinea un’aridità creativa o quantomeno pigrizia nel doversi impegnare troppo ad ideare soggetti interessanti. Una piacevole variazione ai soliti prodotti di stampo supereroistico potrebbe essere questo Preacher della AMC, trasposizione televisiva della fortunata pubblicazione per Vertigo (etichetta della famiglia DC Comics) di Ennis e Dillon, dai toni dark con spruzzate di humour nero, atmosfera replicata per lo più efficacemente in questo pilot.
Jesse Custer è il prete di una piccola cittadina del Texas, Annville, con un passato apparentemente turbolento e un misterioso compito cui assolvere, quasi un lascito del padre, sacerdote anche lui. La figura di Jesse appare sin da subito complessa, caratterizzata dagli sforzi di compiere ciò che è giusto, di compiere il suo dovere, nonostante una profonda crisi interiore relativa al suo rapporto con Dio, nonostante gli strani abitanti di Annville si aspettino da lui una ricaduta nel suo vecchio stile di vita. Annville e i suoi abitanti sono quasi estensione del suo conflitto interiore: la loro inquietudine profonda si contrappone alla speranza di cui Jesse dovrebbe essere portatore. Ed anche il mantra “We are who we are” che fa da sottotesto all’episodio sembra rimarcare tristemente l’ineluttabilità della vita.
E poi Jesse Custer è sicuramente un predicatore sui generis, che ci sa fare molto più con i pugni che con le parole, e lo si vede chiaramente dalle sue omelie tutt’altro che perfette o d’ispirazione per i sempre meno fedeli che affollano le sue celebrazioni. Almeno fino al plot twist del finale, un vero e proprio game-changer per le sorti di Jesse, sia da un punto di vista motivazionale che per lo stesso sviluppo degli eventi.
E infine, diciamolo, chi entrerebbe nella chiesa di un pastore il cui motto è “Open your ass and holes to Jesus”?
Il punto di forza maggiore di questo pilot è sicuramente rappresentato dalla caratterizzazione dei personaggi. Oltre a Dominic Cooper, convincente nel ruolo del protagonista, c’è il vampiro Cassidy, che letteralmente cade giù dal cielo e che ci regala delle scene gratuitamente splatter e dialoghi di dissacrante ironia. Se seguivate Misfits potete ben immaginare come Joe Gilgun (Rudy in Misfits) sia un’ottima scelta per questo ruolo. Se invece siete fan di Agents of S.H.I.E.L.D. sarete piacevolmente colpiti dall’interpretazione di Ruth Negga (Raina in AoS) nei panni di Tulip, ex-ragazza di Jesse, che vediamo in un flashback impegnata in uno spettacolare combattimento all’interno di un’automobile e successivamente nell’abbattimento di un elicottero.
E poi c’è Eugene (ben più noto come Arseface), rimasto miracolosamente vivo ma con un’aberrante deformità dopo un tentativo di suicidio, protagonista insieme a Jesse di un bellissimo dialogo sul perdono di Dio indipendentemente dalla gravità dei peccati commessi, che torna ad incastrarsi implicitamente con la crisi interiore del nostro preacher: anche lui come Eugene sente di aver perso il suo personale rapporto con Dio.
Anche il dipanarsi della storia è efficace, perché avaro di informazioni, perché lancia costantemente nuovi elementi che alimentano la curiosità dello spettatore. A partire dagli strani fenomeni di implosione di predicatori sparsi in tutto il mondo, appartenenti ai culti più disparati, compreso un Tom Cruise predicatore di Scientology e due strani figuri che arrivano sui luoghi teatro di questi insoliti accadimenti. E ancora, i misteriosi background dei protagonisti, che pesano ad ogni dialogo, ognuno con una sua storia ancora tutta da raccontare, quasi a rimarcare come spesso la normalità sia più inquietante di vampiri e fenomeni paranormali.
Di ispirazione vagamente Tarantiniana per alcune cose, il pilot di Preacher si distingue anche per una fotografia ottimamente curata, caratterizzata da toni molto caldi, una bella colonna sonora rigorosamente country, un ottimo mix di tematiche sci-fi, humour nero, citazioni e simbolismi religiosi, sequenze splatter. Il pilot convince pienamente anche se il rischio di una deriva verso il trash in stile True Blood è dietro l’angolo, come anche l’importante divergenza dai fumetti che potrebbe scontentare più di una persona. Ad esempio, le storie di Jesse Custer sulla carta erano molto più itineranti, mentre la sensazione che si ha, viste la caratterizzazione dei personaggi secondari e la cura nella rappresentazione dei luoghi di Annville – pregevole l’inquietudine resa dal macello – è che questi dieci episodi prodotti da AMC vedranno la stessa cittadina come teatro unico degli eventi.
Insomma l’esordio di Preacher è sicuramente buono e accattivante, ma è pur sempre un episodio di introduzione. Il giudizio sulla serie è sicuramente da rimandarsi a quando si entrerà nel vivo degli eventi. Quattro i porcamiseria per ora.
Vota l'episodio!
Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!
Hanno votato questo episodio 14 lettori, con una media di 4,07 porcamiseria su 5.
Loading...
#Alieni? ok. #Vampiri? ok. #Preti? ok. #Ragazza #MacGyver? ok. #Volgarità gratuite? ok. Una punta di #sesso e diventa perfetto. #Preacher
— D'anilo (@Serhype) May 27, 2016
Per me il pilot di #Preacher è un grandissimo SÌ.
— ipernoia (@ipernoia) May 26, 2016
#Preacher #S01E01 Allora… pilot a dir poco perfetto, cast azzeccatissimo e niente… probabilmente sarà una serie della madonna 😉
— Jackson Bandit (@JacksBandit) May 25, 2016
Ottimo inizio #Preacher pic.twitter.com/O8xcIIbDYc
— Imperatrice Furiosa (@FuryBionda) May 24, 2016
L'adoro. #preacher #ruthnegga pic.twitter.com/UD2Wbz2nQP
— snaps (@mydeerlily) May 24, 2016
Ti è piaciuto l'episodio?
