In un universo costellato di supereroi e supercriminali, chi si occupa dei “danni collaterali” subiti dai comuni cittadini? È questo il pretesto che muove la nuova action comedy in quota NBC, Powerless, ambientata in uno dei multiversi della DC. Non ascrivibile all’Arrowverse, né a quello separato-ma-non-troppo di Supergirl, questa nuova sitcom si pone una posizione mediana tra quelli e il DCEU, la versione cinematografica di Batman, Superman e gli altri eroi dello Snyderverse.
Why so serious?
La trama è semplice e rispecchia i canoni tradizionali delle comedy: Emily Locke è cresciuta nel corrispettivo fumettistico di Enna, una provincia sfigata in cui i supereroi sono solo di passaggio senza mai fermarsi. Armata del desiderio di cambiare il mondo, la ragazza viene assunta come capo della sezione Ricerca e Sviluppo dalla Wayne Security, una succursale della Wayne Enterprises a Charm City che si occupa di strumenti per rendere più sicura la vita di chi non ha alcun superpotere. Qui dovrà ricavarsi la stima di colleghi surreali, che inizialmente non la vedono di buon occhio, e del boss dell’azienda, Van Wayne, cugino di Bruce che mira ad occupare un posto di rilievo a Gotham City, anche a costo della non florida attività della sua impresa. Nonostante l’impegno, infatti, la WS non riesce a sfornare un’idea decente da un anno, ed è sull’orlo del fallimento. Toccherà alla nuova arrivata salvare la baracca e tirare fuori idee valide dal cilindro.
L’intreccio non si caratterizza per una particolare originalità, ma i dettagli narrativi contribuiscono a rendere interessante il quadro generale della serie. L’idea di inserire numerosi riferimenti fumettistici sia in battute comiche, sia nel contesto più ampio trasforma la serie in una sorta di The Big Bang Theory ambientato nell’universo DC, il che, se da un lato è una facile garanzia di ilarità per un pubblico tendenzialmente più nerd, dall’altro è anche un rischio sia in termini di target (non ampio) che di originalità. I momenti comici di questo pilot sono ben calibrati, e spaziano dal nonsense alla comicità espressiva, particolarmente incentrata sul personaggio di Danny Pudi, forse ancora troppo ingabbiato nello stereotipo dell’Abed di Community, e su quello di Alan Tudyk, già apprezzato in Firely e Suburgatory. Si fa strada anche una velata critica alla sovraesposizione supereroistica di questi anni, con i ragazzini intenti a guardare il proprio smartphone piuttosto che un eroe in azione. Potrebbe anche trattarsi di un manifesto della serie e delle sue intenzioni di descrivere diversamente il tema, partendo già dal fatto che i metaumani ci sono ma non si vedono.
In generale, Powerless non parte col botto ma con uno sparo più che sufficiente, con la speranza che recuperi in comicità quello che perde in originalità. Gli attori sono validi, con Vanessa Hudgens – ex di High School Musical – al timone, e promettono un piacevole spasso fuori dalle dinamiche costrittive di un pilot. Assolutamente da non perdere la sigla, che, a fronte di un tema musicale deboluccio, rielabora visivamente le copertine storiche degli albi DC a partire da quella, celeberrima, del primo Superman.
Note
- Tra tutte le citazioni presenti nel pilot, sicuramente meritano una menzione l’invocazione di Shazam, i prodotti della Lex Corp., la cattura del Joker e l’insospettabilissimo soprannome di Bruce Wayne B-man.
Divertente, leggero e brillante il pilot di #Powerless 😂. Serie davvero promettente 👏
— Ennibol☀️🎃 (@xjokerscars) February 3, 2017
Speranze comuni
#powerless parte bene. Vi supplico, non rovinatela.
— Young & Feddy (@ffedepi) February 3, 2017
Pilot carino, belle le varie citazioni. Mi aspettavo qualcosa in più, vediamo come evolve.
Grande Alan Tudyk 😂#Powerless— Simone Fiorindo (@X_Fundo94_X) February 3, 2017