Pitch1×01 Pilot

Series Premiere La recensione di una delle nuove serie FOX, Pitch, senza spoiler per non guastarvi la visione. La curiosità di un tuffo nel baseball, con SerialFreaks. E non perdetevi il colpo di scena finale!

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C’era una volta il baseball. Date una serie tv così a qualsiasi americano medio – quello che ha deciso di seguire qualcosa di diverso dal football, o magari in aggiunta – fatelo trasmettere a FOX che già normalmente si occupa delle partite della Major League, aggiungeteci una spolverata di girl power con note di sessismo o razzismo e avrete la perfetta ricetta di Pitch. C’è giusto un tocco troppo sdolcinato come glassatura, qualcosa che lascia perplessi, ma nel complesso sarete soddisfatti.

Se vogliamo davvero scendere nei dettagli di questo pilot, bisogna fare una doverosa premessa: la puntata è godibile. Decisamente godibile, sono circa 50 minuti che scorrono piacevolmente più o meno fino a metà, dove qualcosa si inceppa e ti fa valutare con occhio più critico quello che stai guardando; si riprende alla fine, con un WTF tattico inserito furbescamente dagli sceneggiatori per ingolosire i finanziatori della serie e spingerli a continuare con la produzione. E gli spettatori, ovvio.
Il risultato si vede, dato che comunque la serie – ancora in prova, dato che per il momento sono stati pubblicati i giorni di messa in onda solo di quattro episodi – sta provando a inserirsi nel nuovo palinsesto autunnale.

1x01 Pilot Pitch

“We ain’t done nothing yet”

Ogni serie tv in cui si parla di sport – Friday Night Light, anyone? – ha il vizietto di essere nettamente divisa in due momenti distinti, durante qualsiasi episodio o quasi: la parte di minutaggio dedicata all’attività sportiva in esame, qualunque essa sia, ha il tecnicismo tipicamente americano di chi lo sport lo prende sul serio; di chi utilizza i talent scout nelle scuole per scoprire nuovi talenti da lanciare in pasto al mercato dell’Entertainment, le stesse scuole che permettono ai propri allievi sportivi di saltare determinate lezioni o non fare i compiti per andare ad allenarsi. L’America, con lo sport ad alti livelli, non scherza affatto.

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È ovvio, dunque, che l’aspetto baseball sia trattato con accuratezza – talmente accurato che ho dovuto soffermarmi a cercare determinati termini per capire di cosa stessero parlando. Insomma, se non sai le regole di una partita, questa serie tv non la capisci; il che è perfettamente normale, se si considera che il target cui è rivolto Pitch è qualcuno che abitualmente segue partite di baseball e sa perfettamente come giocarci. Più o meno come se in Italia producessero un serial sul calcio di Serie A, non sarebbe necessario spiegare nulla a nessuno.

L’accuratezza non è solo nelle riprese delle partite – in cui le inquadrature e gli stacchi tra un inning e l’altro ricordano davvero gli incontri effettivi della MLB trasmessi proprio dalla FOX – ma trova il suo punto di forza anche nella colonna sonora, suggestiva e non invadente, e nella costruzione di tutto ciò che gira attorno a una partita di baseball.

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Cosa spinge il proprietario di una squadra a prendere un giocatore piuttosto che un altro? Tolta la bravura in campo che può avere, innegabilmente lo sport in America deve vendere. Fatturare. Ci hanno fatto persino un film su questo – Moneyball, e se non l’avete visto è un must watch nell’ambito sportivo – quindi non stupisce che il pensiero principale dello skipper dei San Diego Padres sia che l’arrivo di una donna nella squadra sia stato fatto per far staccare più biglietti possibili. E probabilmente in parte è proprio la verità.

La protagonista e pietra dello scandalo è la pitcher Ginny Baker, la prima donna ad aver scalato l’olimpo delle categorie di baseball sino ad approdare in una squadra della Major League; ha fatto la storia, innegabilmente. Prima che lo chiediate no, non è basato su una storia vera, ma la bravura degli sceneggiatori sta nel farci credere che qualcosa del genere sia anche solo possibile.

Anche quando la biologia è contro le donne – che innegabilmente avranno un lancio meno forte rispetto a un uomo adulto – la forza di volontà e gli allenamenti massacranti fatti da un padre dittatore mostrano che, forse, è possibile passare sopra alla biologia se si è bravi in qualcosa. Nel caso di Ginny, dare un effetto “speciale” alla palla quando la lancia – la cosidetta screwball.

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Arrivati qua, qualcuno si starà chiedendo: sì, ma il difetto di questa serie qual è? Senza farla troppo lunga, il difetto sta proprio nel padre despota; quello che prende a schiaffi il fratello della protagonista per convincerla a tirare un’altra palla, esausta. Quello a cui non bastano mai i progressi della figlia. Quello a cui interessa solo farla diventare una campionessa di baseball e mette in secondo piano tutto il resto.

I momenti strappalacrime tra i due – il classico discorsetto “Hai scelto tu la mia vita, io non volevo questo” – preme l’acceleratore sulla parte emotiva della serie, che ogni show legato ai sacrifici e impegni sportivi possiede ma che in questo caso acquista un patetismo di fondo che fa storcere il naso. Finale di puntata compreso, che per quanto lasci davvero stupiti – non farò spoiler in merito – spinge anche a pensare se tutto questo era davvero necessario.

1x01 Pilot Pitch

Per il resto, tolti alcuni personaggi un po’ stereotipati – la manager di Ginny donna tutta d’un pezzo, il capitano dei Padres che “ehi, chi ha gridato ship lontano un miglio?” e lo stronzetto di squadra che si vede scalzato dall’ultima arrivata, donna – la storia fila bene. Presumo seguirà lo svolgimento del campionato, bisogna vedere come riusciranno a portare avanti in maniera organica le due anime della serie: parte emotiva e parte sportiva. Se si amalgamano troppo, va a finire in disastro; se si tengono troppo separate, pure. È complicato ma stimolante, o dovrebbe esserlo per qualsiasi sceneggiatore valido. Staremo a vedere.

3.5

 

La sufficienza piena con una pennellata di incoraggiamento, per l’esordio di Pitch. Sebbene la sensazione generale sia di perplessità e vaga preoccupazione per cosa ne potrebbe venir fuori, è sicuramente un prodotto valido da tenere d’occhio. Vedi mai che per gli appassionati di baseball possa diventare un cult.

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