Penny Dreadful3×03 Good and Evil Braided Be

Dopo la rivelazione dell'identità di Dracula, Penny Dreadful procede spedito in questo episodio dedicato alla dualità tra bene e male, e alla ricerca dell'equilibrio tra queste due forze. La trama procede spedita, e nuove rivelazioni dal passato lasciano presagire un'ombra opprimente sul futuro di Vanessa Ives.

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Nata come serie relativamente di nicchia su Showtime ormai due anni or sono, Penny Dreadful ha saputo, col tempo, ritagliarsi il suo meritato spazio all’interno del panorama televisivo odierno, grazie ad una trama solida che intreccia con eleganza e poeticità gli stilemi tipici della letteratura horror e la vivida rappresentazione di una Londra vittoriana viva e pulsante.
Questa terza stagione in particolare si sta rivelando particolarmente coraggiosa, proponendo situazioni via via sempre più forti e avvicinandosi – perlomeno in questi primi tre episodi – alla più classica struttura a cliffhanger, ormai così caratteristica delle produzioni televisive odierne, e lo fa con una naturalezza tale da non appesantire minimamente l’impianto narrativo della stagione.

Per il terzo episodio di fila ci ritroviamo con diverse storyline completamente slegate tra loro, che raramente incrociano le loro strade e, quando serve, lo fanno solo marginalmente; questa modalità narrativa, nonostante la tanta carne al fuoco, rende il ritmo di ciascuna puntata più serrato e, conseguentemente, riduce al minimo assoluto i tempi morti.
Il titolo di questo terzo capitolo della stagione, Good and Evil Braided Be, rende in maniera pressoché perfetta l’idea che sta alla base dell’intero concept della puntata: la dualità tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra angelico e demoniaco. Due forze che albergano nella coscienza di tutti i personaggi che popolano il mondo di Penny Dreadful, costringendoli ad una continua lotta per trovare – con risultati altalenanti – un equilibrio, o uno sbilanciamento totale verso l’una o l’altra componente del proprio essere.

Penny Dreadful 3x03 good and evil braided be recensione

E parlando di dualità, il Dr. Jekyll e i suoi studi sul siero miracoloso che sembrerebbe restituire il senno ai dannati rappresentano, da un lato, una sorta di miracolo per Victor (in disperata ricerca di un modo per riportare Lily sulla retta via) e dall’altro un inquietante presagio di un (probabile) disturbo bipolare del caro Henry, che finora potrebbe essere stato tenuto a bada proprio grazie all’autosomministrazione. I risultati del siero sono incerti, data la durata temporanea dei suoi effetti, ma la collaborazione tra i due scienziati evidenzia un rapporto già conflittuale proprio sul tema della lotta interiore tra bene e male: laddove Victor è convinto che entrambe le anime risiedano in parti uguali in ognuno di noi, Henry è decisamente più categorico e meno poetico, paventando una sorta di predeterminazione al bene o al male, contro la quale l’unica cosa che possiamo fare è mantenere le apparenze:

In the end, we must be that thing the world demands of us.
We must take the lust, and the avarice and the ambition and bury them.
All the alien and ugly things. All the thing we really are!

Lo stesso tipo di conflitto alberga, da ormai diverso tempo, in Ethan, ora in fuga dagli Stati Uniti dopo il salvataggio da parte di Hecate. Di tutte le storyline, quella di Mr. Chandler è la più criptica e quella su cui abbiamo meno possibilità di prevedere gli sviluppi futuri, e forse proprio per questo è per ora la meno interessante. Il suo ruolo di Wolf of God non è stato ancora ben chiarito ma il dualismo insito nel personaggio è già stato portato alla luce: nella precedente stagione era stato accennato il fatto che il suo ruolo fosse quello di protettore dell’anima di Vanessa, mentre Hecate appare risoluta nel voler liberare il suo lato più malvagio e selvaggio, come parte di un non meglio precisato piano di sterminio e conquista del mondo. In questo Hecate appare, se possibile, ancora più intraprendente, ambiziosa e senza scrupoli della madre, che si limitava al suo compito di servitrice del Diavolo.

Penny Dreadful 3x03 good and evil braided be recensione

Un altro personaggio estremamente ambizioso è Lily, il cui scopo ultimo – insieme a Dorian – è la riunione di un esercito di outsiders tutto al femminile. La fase di reclutamento è iniziata proprio con Justine, personaggio chiaramente ispirato – ormai è palese – alla protagonista dell’opera del Marchese De Sade; se nella letteratura la ragazzina innocente cerca in tutti i modi di mantenere la purezza d’animo, nonostante i ripetuti abusi subiti, la Justine di Penny Dreadful si lascia completamente andare al proprio lato oscuro grazie all’iniziazione di Dorian e (soprattutto) Lily, in quella che sembra una sorta di dichiarazione di female empowerment, ma dal gusto sadico e perverso:

I almost feel sorry for them. They’re so predictable in their fascination.
All men are utter slaves to their desires.

A suffragare questa nuova visione del mondo da parte di Lily, irrompe durante il dialogo tra le due una accorata protesta in piazza delle suffragette, violentemente sedata dalla polizia.
La definitiva emancipazione di Justine si ha con l’uccisione del proprio sfruttatore, colui che la stava per portare alla morte, e con il patto di sangue suggellato definitivamente dall’amplesso con i due mentori, in una delle scene più visivamente forti di tutta la serie: impossibile non ricordare l’episodio Glorious Horror, dove Vanessa si ritrova allucinata e ricoperta in una pioggia di sangue.

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In mezzo a tutte queste storyline parallele, il compito di portare avanti il main plot spetta naturalmente a quella che è la protagonista assoluta di Penny Dreadful: miss Vanessa Ives. La rivelazione scioccante al termine dell’episodio precedente – in cui abbiamo avuto modo di conoscere la vera identità di Dracula – conferisce alle sequenze dell’appuntamento tra Vanessa e Dr. Sweet un’aura di inquietudine davvero palpabile. L’involuzione dell’uscita a due in una spirale di tormento e rassegnazione raggiunge il culmine nella scena della stanza degli specchi, che spinge Miss Ives ad allontanare definitivamente il Dr. Sweet, seppur con delle motivazioni di base completamente errate.

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Dall’altro lato, è proprio dalla rivelazione di un precedente incontro tra Vanessa e il “Master” (“in the white room, long ago, where there was no time”) e grazie all’ipnosi indotta dalla Dottoressa Seward (interpretata da una sempre straordinaria Patti Lupone) che si creano i veri presupposti per lo sviluppo della trama principale di questa terza stagione di Penny Dreadful: nelle battute finali, infatti, scopriamo di un incontro precedente tra Miss Ives e John Clare, ovviamente prima che quest’ultimo diventasse oggetto degli studi di Victor. Questa rivelazione apre a degli scenari assolutamente imprevedibili per Vanessa, anche alla luce del tenero rapporto di amicizia nato tra i due, donando a quest’ultima scena il sapore amaro di un’imminente disfatta.

Tirando le somme, l’episodio si mantiene in linea con gli standard di assoluta eccellenza che caratterizzano questa terza stagione di Penny Dreadful; la consueta eleganza poetica nei dialoghi e le eccellenti performance del cast (Eva Green e Billie Piper, su tutti, ridefiniscono il significato della parola “perfezione” episodio dopo episodio) coadiuvano una trama ancora abbozzata ma dalle potenzialità innegabili, in quella che già si preannuncia una delle stagioni migliori di quest’anno televisivo.

4.5

 

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  • Il Dr. Sweet (a.k.a. Dracula) accenna alla morte di sua moglie qualche tempo addietro. Potrebbe riferirsi a Mina, la figlia di Mr. Malcolm morta nel finale della prima stagione; Mina, del resto, è uno dei personaggi principali dell’opera di Stoker del 1897 e viene vampirizzata da Dracula proprio per renderla propria sposa per sempre;
  • Il personaggio di Justine, ispirata all’opera di De Sade “Justine o le disavventure della virtù”, presenta sia i tratti dell’omonimo personaggio del romanzo, nel suo lato più puro e ingenuo, sia quelli della sorella Juliette, nei suoi aspetti più viziosi e cupi;
  • Prima dell’ipnosi Vanessa si rende conto dell’evidente somiglianza non solo fisica tra la Dottoressa Seward e Joan Clayton, sua antenata, e mentore e amica della protagonista vista nella seconda stagione, a partire dai flashback di The Nighcomers.

 

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