Outlander3×13 Eye Of The Storm

Season Finale Grazie all’intercedere di John Grey, Jamie viene prontamente assolto dalle accuse di omicidio. Discorrendo con Claire, Geillis capisce subito che “il bambino di duecento anni” altri non è che Brianna, la figlia di Claire, e subito si mette in moto per tornare nel suo tempo e far si che la profezia si avveri.

6.3

Sarebbe bello poter dire che l’atto conclusivo di questa terza stagione abbia visto raccogliere i frutti di quanto di buono è stato seminato per due mesi o poco più. Si, sarebbe bello poterlo dire, ma ahimè le nostre vane speranze devono crollare sotto il peso della fredda realtà dei fatti che ci è stata sbattuta in faccia in quest’ultimo, sconcertante (per la delusione) episodio.

Avremmo potuto tranquillamente archiviare nel dimenticatoio le sostanziali mancanze della puntata precedente qualora le questioni lasciate in sospeso fossero state trattate con logica e criterio in questo season finale, maneggiando con cura i vari scenari narrativi disponibili e predisporre dunque una giusta strada da imboccare per la prossima stagione. Ciò che viene presentato invece non è altro che l’ennesima accozzaglia di fatti buttati nel mezzo a casaccio, un minestrone confusionario di eventi appena abbozzati senza capo e né coda.

Tutti gli spunti potenzialmente interessanti sono stati brutalmente maltrattati , senza un giusto riconoscimento all’importanza che ne poteva derivare. Prima fra tutte ovviamente la questione legata a Geilleis e alla profezia degli zaffiri. Si annusava un non so che di stimolante nell’aria; non tanto per la profezia in sé quanto per la rilevanza ed il fascino storico e “velatamente” patriottico che trapela ancora una volta dalle parole appassionate di Geilleis, pronta a sacrificare tutto per l’indipendenza della sua Scozia.

E’ questa la sola motivazione che fin dalla prima stagione l’ha spinta ad intraprendere questo viaggio così rischioso, navigando lungo due secoli di storia per ristabilire la sovranità legittima del suo popolo, spazzata via dalla bieca tirannia inglese. Per il “bene superiore” è giusto e doveroso rischiare l’impossibile. Lei ha sacrificato la sua vita, l’amore di Dougal e persino un figlio per perorare la sua causa, non sarà certo Claire a poterla fermare o a tentare di farla desistere dalle sue intenzioni.

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Geilleis: “We are the chosen ones, you and I. We have the responsability to change history!”

Se facciamo un passo indietro per ammirare la panoramica di quest’annosa questione, pare difficile non lasciarsi toccare dalla nota quasi romantica che permea dai discorsi di Geilleis, soprattutto se chiudiamo gli occhi e iniziamo a perderci nei ricordi della Scozia della prima stagione, con le sue tradizioni, lo spirito highlander, quel forte attaccamento alla propria cultura e alle proprie tradizioni che non sfociano però in un patriottismo becero all’americana ma in un senso di appartenenza così forte da farci quasi desiderare di avere una cornamusa che suoni la colonna sonora della nostra vita fino alla fine dei giorni.

Tutti noi volendo possiamo comprendere il concetto di “bene superiore”, soprattutto i più convinti machiavellici di noi, ma il futuro ormai è scritto e le tendenze megalomani di Geilleis stanno andando un attimino fuori controllo. Non ci ha messo molto la perfida Bakra a scoprire che il “bambino di duecento anni” altri non era che la stessa Brianna (ma va là!), incontrata poco prima di tuffarsi nel vortice di Craig Na Dunn.

Dal momento della sua scoperta nella nostra testa si figuravano chissà quali scenari rocamboleschi futuri corredati da inseguimenti, combattimenti, magari un altro viaggio nel tempo in cui Claire corre ad avvertire Bree dell’imminente pericolo e chissà ancora cos’altro.

Solo fumo e voli pindarici alla fine della fiera, perché il tutto si risolve nel giro di dieci minuti o poco più. Ci hanno tratto in inganno con l’immagine certamente intrigante di una Craigh Na Dun versione giamaicana quando ahimè, in quattro e quattr’otto Claire viene liberata da Jamie e Geilleis viene fermata prima che sacrifichi il giovane Ian; ovviamente, come ogni “super cattivo” che si rispetti, invece di agire prontamente e portare a termine il proprio compito, Geilleis perde tempo a pronunciare discorsi ispirati e megalomani, ed il tutto si conclude con Claire che la sgozza prontamente con una mossa da vera ninja da battaglia.

L’hanno semplicemente risolta così; un happy ending che scioglie i dubbi ad appena metà dell’episodio senza averci nemmeno dato il tempo di metabolizzare la questione profezia/Re Scozzese e quant’altro.

Dopo questa gigantesca melma radioattiva seguono ben dieci minuti di puro fan service assolutamente inutili di cui davvero non sentivamo la necessità.

Outlander ha sempre annoverato tra le proprie caratteristiche quella di promuovere in maniera abbastanza esplicita il sesso promiscuo in tutte le salse ma, in un conteso del genere, quando già è stata prepotentemente mandata in vacca quella che si presupponeva fosse la parte più succosa dell’episodio, piazzare dieci minuti di fantasie erotiche dei due protagonisti che raccontano quanto sarebbe bello copulare come ricci sui colli delle Highlands davvero no, è quanto mai indegno.

Si potrebbe anche discutere del pippone pantomimico sciorinato dalla voce fuoricampo di Claire durante la sua digressione in apertura e chiusura di episodio, durante lo svenimento in mare, ma quest’immagine a metà tra l’epico e il poetico che vuole promuovere non sortisce l’effetto sperato, sembra solo essere messa lì a casaccio.

Gloria e giubilo per i cinque minuti di palcoscenico affidati al capitano John Grey, al quale ci appigliamo strenuamente con tutte le forze, assieme a ben poco altro, per raccattare una sufficienza (comunque stiracchiata), da questo episodio.

Imperioso e cazzuto come non mai, Mr Grey impone la sua autorità in maniera tonante, quasi con un pizzico di prepotenza per difendere la libertà del suo “amico” più caro facendo svanire in una nuvola di fumo le accuse mosse dal giovane capitano Leonard, che vede sfumare tristemente il suo tanto agognato avanzamento di grado.

Peccato che una stagione di così grandi prospettive sia andata pian piano ad affievolirsi fino a spegnersi definitivamente con questo season finale piuttosto deludente. I campanelli d’allarme avevano cominciato a farsi sentire già da qualche episodio quando ancora si navigava nei lidi dell’incertezza, senza avere un’idea ben chiara di dove la storia ci volesse traghettare. Dal momento in cui Claire si era lasciata alle spalle la sua vita a Boston per ricongiungersi finalmente con Jamie, ci eravamo illusi di poter dare finalmente un senso alla lunga (e assolutamente ben riuscita) prefazione mostrataci nella storyline di ognuno dei due protagonisti. Da quel momento tuttavia, è come se i nuovi scenari proposti altro non fossero che giganteschi popup che si aprono qua e là giusto per attirare l’attenzione, per poi concludersi rapidamente con un nulla di fatto; basti pensare alla situazione della tipografia di Jamie e alla questione del contrabbando, al suo figlio illegittimo o al ritorno in scena di Leoghaire. Così come i nostri protagonisti che a fine episodio si ritrovano sulle coste di una “terra sconosciuta” saranno pronti a ricominciare da capo una nuova avventura, altrettanto speriamo accada alla prossima stagione che si spera riuscirà a dare un colpo di spugna a questi ultimi scivoloni e ridare un senso a questa serie di tutto rispetto. Arrivederci all’anno prossimo Sassenachs!

https://twitter.com/_elismere/status/940330871747473408

porcamiseria
  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.3/10

In Breve

Un season finale deludente e confusionario che non rende giustizia a quanto di buono mostrato per quasi tre quarti di stagione. Le questioni più importanti sono state risolte in maniera spiccia e sommaria mentre alcuni passaggi inutili hanno pervaso anche troppo un episodio che già faticava a risultare esaustivo come avrebbe dovuto.

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Porcamiseria

6.3

Un season finale deludente e confusionario che non rende giustizia a quanto di buono mostrato per quasi tre quarti di stagione. Le questioni più importanti sono state risolte in maniera spiccia e sommaria mentre alcuni passaggi inutili hanno pervaso anche troppo un episodio che già faticava a risultare esaustivo come avrebbe dovuto.

Storia 6.5 Tecnica 6 Emozione 6.5
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